Filippo Facci, bufera dopo l'articolo sul caso La Russa. Poi il dietrofront: «Non riscriverei la frase». In bilico programma Rai

A fare scalpore un articolo del giornalista in merito all’inchiesta sul figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato da una 22enne di violenza sessuale

Filippo Facci, bufera dopo l'articolo sul caso La Russa. Poi il dietrofront: «Non riscriverei quella frase». Opposizioni all'attacco
Filippo Facci, bufera dopo l'articolo sul caso La Russa. Poi il dietrofront: «Non riscriverei quella frase». Opposizioni all'attacco
Domenica 9 Luglio 2023, 18:01 - Ultimo agg. 23:59
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Scoppia la polemica sulle parole di Filippo Facci in merito all’inchiesta sul figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato da una 22enne di violenza sessuale. A fare scalpore un articolo del giornalista uscito ieri su Libero. «Le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca», aveva scritto Facci. Dura la risposta delle opposizioni, dell'Ordine dei giornalisti e anche di alcuni dirigenti Rai (è previsto a settembre l'approdo del giornalista su Rai2 con una striscia quotidiana I facci vostri).

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Facci: «Riscriverei quella frase? No»

«Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto: che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintèndere un intero articolo.

La professionalità innanzitutto, l'orgoglio personale poi», ha detto Facci all'Ansa. «La sconfitta professionale - spiega - consiste tipicamente nell'illudersi che abbiano cognizione di causa prima di attribuirti odiosi reati: che insomma non ti trasformeranno in carne da cannone».

Bria (Rai): sospendere il programma

«I contenuti espressi da Filippo Facci sono incompatibili con i valori e le policy del Servizio Pubblico, per quanto riguarda la tutela della parità di genere e un forte impegno contro ogni forma di violenza sulle donne. I vertici #RAI sospendano la striscia del giornalista», ha scritto u Twitter Francesca Bria, consigliere di amministrazione della Rai.

L'intervento dell'Ordine

Le leggi, le norme deontologiche, il Manifesto di Venezia. Ma prima di tutto il principio di umanità e di rispetto primario verso le persone, «rendono intollerabile quanto scritto da Filippo Facci sulla violenza denunciata a Milano da una ragazza di 22 anni, di cui il giornalista scrive su Libero dell'8 luglio (»fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa«) scrivono le commissioni pari oppurtunità Ordine dei giornalisti, FNSI, Usigrai e GiULiA e si riservano di denunciare al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti di Milano.

«Non c'è alcun diritto di critica in un linguaggio di tale violenza, che calpesta ogni regola di umana solidarietà e di buon senso, e non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un «caso politico», come se questo consentisse l'oltraggio verso la querelante. Non sono i toni «dissacranti e ironici» a turbare, ma la totale insensibilità su un problema che sconvolge le donne, tutte le donne, con un approccio disposto a violare ogni codice di civile rispetto« è la presa di posizione delle CPO con GiULiA giornaliste.

 

 

Ruotolo: la Rai ci ripensi

«Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma a Filippo Facci che si esprime così sul giornale: una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?, dichiara Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico. «E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista», conclude Ruotolo.

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