Geppino Fiorenza e Dario Bacchini
ricordano la professoressa Baldry

Geppino Fiorenza e Dario Bacchini ricordano la professoressa Baldry
di Dario Bacchini e Geppino Fiorenza
Lunedì 18 Marzo 2019, 12:00
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Abbiamo chiesto un ricordo di Anna Costanza Baldry a Dario Bacchini, professore ordinario di psicologia dello sviluppo al Dipartimento di studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli, suo collega negli scorsi anni all’Università della Campania ed a Geppino Fiorenza che ha presieduto il Comitato Scientifico della Fondazione Pol.i.s., di cui lei ha fatto parte.

Scrive Dario Bacchini: «Una bellissima guerriera, così l’ha definita il Corriere della Sera per ricordare la scomparsa avvenuta il 9 marzo scorso di Anna Costanza Baldry, professore ordinario di Psicologia Sociale presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Quando nel 2005 Anna venne chiamata come docente della Università Campana portava con sé, nonostante la giovane età, un bagaglio di competenze scientifiche e professionali eccezionali. Il suo nome è legato ad un campo di studi, la “vittimologia” che Anna, più di altri, nel panorama italiano ed internazionale, ha promosso coniugando rigore della ricerca scientifica e concreti interventi in tutela e difesa delle vittime di qualsiasi forma di violenza, siano esse vittime di bullismo nella scuola, sia, soprattutto, donne vittime di violenza.

Anna ha insegnato all’Università campana formando centinaia di allievi molti dei quali, seguendo il suo esempio, continuano a dedicare il proprio impegno professionale al sostegno delle vittime di violenza.  Ha svolto attività didattica alle Università di Roma e Milano, è stata consulente esperta delle Nazione Unite, delle OSCE, della Nato e per le forze dell'Ordine e dell'Autorità Giudiziaria in materia di violenza contro le donne e i bambini, ha organizzato master professionalizzanti di primo e secondo livello per formare operatori specializzati in grado di intervenire in situazioni di violenza, ha realizzato corsi rivolti alle forze dell’ordine per curare la formazione degli organi di polizia impegnati nella gestione dei casi di violenza.  Responsabile di progetti europei in cui ha coordinato equipe internazionali di ricerca tra cui ricordiamo il progetto “Tabby” per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di cyberbullismo nella scuola; fondatrice e responsabile del Cesvis (centro Studi e e ricerche per la tutela delle vittime di reato e la valutazione del rischio di recidiva della violenza). Ci fermiamo qui perché l’elenco potrebbe continuare a lungo dal momento che le capacità e l’energia profuse nel lavoro erano senz’altro fuori dal comune.

Il commento più frequente tra i colleghi era “ma come farà a fare tutte queste cose?”. La rivedevi la sera in una trasmissione televisiva esperta e consulente sul tema della violenza subita dalle donne o nei giorni successivi a correre una maratona per promuovere campagne sullo stesso tema. Fino al prestigiosissimo riconoscimento conferitole dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella , di Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, cosa di cui Anna  era, giustamente, molto orgogliosa».

E Geppino Fiorenza: «Nel 2014 era giunta al Comitato Scientifico della Fondazione Pol.i.s. che ho avuto l’onore di presiedere prima di passare le consegne recentemente ad Enrica Amaturo, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II. Anna era una forza della natura ! Con la sua gentilezza ed il suo piglio determinato ed imperioso. Parlavamo abbastanza a lungo al telefono, quando, come d’abitudine, facevo i miei sondaggi tra i vari componenti, al fine di trovare la data e l’ora adatta per convocare la riunione quasi mensile del Comitato. Salti mortali per assicurarmi la sua presenza, tra gli impegni a Caserta, a Roma, in giro per il mondo. Ma non ci faceva mancare mai i suoi contributi anche scritti, i suoi consigli, le sue raccomandazioni “vincolanti”. Ridevamo. Era bella Anna. Obbedivo ai suoi consigli e li riportavo in riunione anche al CdA, quando non c’era di persona. Cose importantissime. La campagna in favore degli orfani di femminicidio, i più trascurati; la presentazione e poi l’approvazione nel dicembre 2017 della Legge a cui aveva lavorato, con la sua consulenza, che garantisce il patrocinio gratuito, il diritto alla pensione di reversibilità per i figli minorenni e maggiorenni economicamente non autosufficienti rimasti orfani, oltre ad un’altra serie di specifiche tutele.

La sua battaglia si affiancava a quella che stavamo facendo, ed è ancora in corso, per garantire il diritto ai benefici di legge anche alle vittime di criminalità cosiddetta comune oltre a quelli giustamente previsti per le vittime di criminalità organizzata, di terrorismo, del dovere. Come vuole la Direttiva europea del 2004 che parla di “vittime di reato intenzionale violento”. Proprio con la Fondazione Pol.i.s. aveva avviato una ricerca sul processo di elaborazione del lutto da parte di familiari delle vittime, inviando le sue competenti e preparate studentesse a realizzare una lunga serie di interviste, oltre 50, proprio in sede, con la collaborazione della nostra Tiziana Apicella e di Enrico Tedesco, segretario generale. La tesi di laurea in psicologia giuridica ed investigativa che ne scaturirà reca il titolo: “Disturbo post-traumatico da stress e perdono nei familiari delle vittime innocenti di criminalità”. La sua improvvisa scomparsa ci ha lasciati allibiti ed addolorati. Ci interroghiamo sconvolti di come sia stato possibile sradicare dalla terra una donna di tanta energia e di tanta ricchezza intellettuale e capacità operativa di cui ci sarebbe ancora bisogno. L’ultimo suo articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 9 marzo, a ridosso della giornata in onore di tutte le donne, suona per noi come un vero e proprio testamento culturale e politico. “La burocrazia non guarda in faccia neppure queste creature speciali – scriveva – speciali perché con bisogni straordinari, in cerca di affidatari che possano offrire un appiglio per un nuovo cominciamento nonostante il più violento dei lutti. Non dimentichiamoli – aggiungeva - , non dimentichiamo una legge che può salvare vite giovani, minacciate alla radice, derubate dell’amore,della fiducia, della forza…».

Dobbiamo raccogliere, insieme alle Università con cui ha lavorato, la sua eredità di raffinata ricercatrice e la sua lena d’instancabile impegno sociale. Proporremo al CdA della Fondazione ed al suo Comitato Scientifico, oltre che un ovvio e necessario momento di ricordo, anche degli impegni concreti. Pensiamo ad una sezione o gruppo di lavoro nell’ambito del settore che si occupa delle vittime di criminalità da intitolare a suo nome per un intervento ancora più capillare sul tema dei femminicidio e della tutela degli orfani e pensiamo altresì alla intitolazione di una borsa di studio, da organizzare in collaborazione con le Università, destinata ad attività di ricerca, studio ed approfondimenti sui temi a lei così cari che necessitano di una forte visibilità. Lo dobbiamo a lei, ma soprattutto a noi stessi.
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