Caro Giancarlo, grazie di cuore
perché hai lottato per noi ragazzi

Caro Giancarlo, grazie di cuore perché hai lottato per noi ragazzi
Lunedì 23 Settembre 2019, 01:00 - Ultimo agg. 01:16
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Liceo Manzoni di Caserta

ECCO TUTTE LE LETTERE A GIANCARLO SIANI

Caro Giancarlo, 

questa lettera è per te, uno dei pochi, se non unici giornalisti affamati e innamorati della verità. Uno dei pochi giovani ventenni, immensamente curiosi, con la voglia di vivere, ma soprattutto, di SCRIVERE e di INFORMARE…. 

Tu Giancarlo, hai deciso di lottare, non hai mollato davanti a nessun ostacolo, hai ritenuto la tua passione più importante della tua vita, quindi l'hai considerata degna di essere portata avanti. ….

Tu Giancarlo, ci hai insegnato che quando si ha una passione, non si conoscono ostacoli e che scappare non conta a nulla, ciò che davvero conta è seguire il proprio intuito e la propria mente, anche se vuol dire andare controcorrente e rischiare enormemente. …

Tu Giancarlo, ci hai insegnato che con le parole giuste si può ottenere l'inaspettabile, anche se questo vuol dire mettere in gioco la nostra esistenza. 

Grazie a te, sappiamo che non ci dobbiamo ritenere persone di poco conto, perché non importa chi siamo o da dove veniamo, ma cosa siamo capaci di fare. 



Chissà se da lassù sei stato fiero di come è finita, se sei orgoglioso di ciò che oggi è Napoli, beh tutto merito tuo. …

Semplicemente grazie, Giancarlo. 

Angela 

Caro Giancarlo, 

non saprei bene cosa dirti, non sono una ragazza che sa esprimere molto bene le cose che prova e quando cerca di scrivere finisce sempre che sul foglio restano solo pensieri ingarbugliati, riflettendo solo ciò che c'è nella mia mente. Mentre tu eri così bravo a scrivere, centravi sempre il punto della situazione, senza giri di parole, senza farti scrupoli nel dire la verità quando la verità era una cosa cara che la maggior parte della volte si pagava con la vita, mettendoti contro un demone in quel momento troppo più grande di te. 

Perché cercavi libertà, penso sia quello che hai sempre cercato ma non solo per te stesso, ma per la tua città, era per loro che combattevi anche se ti andavano tutti contro perché in quei tempi la stretta della “piovra", come hai chiamato la camorra in uno dei tuoi tanti articoli, era troppo forte e dava protezione, ciò che la gente ha sempre cercato anche sapendo di vivere solo in un illusione…

Per me, dopo aver conosciuto la tua storia, sei a sarai sempre un punto di riferimento, penso tu debba esserlo per tutti noi ragazzi che dobbiamo iniziare a salvaguardare già da ora la verità e urlarla a gran voce, perché ormai nessuno ci ascolta, avendoci già giudicati una gioventù bruciata quando loro però stanno facendo bruciare il nostro mondo, siamo noi ragazzi che prendendo spunti da grandi donne e grandi uomini, come te Giancarlo, che dobbiamo fare nostro il mondo combattendo per lui, perché un domani io non voglio vivere in un mondo così. …

Giancarlo tu vivi, nella mente e nelle azioni, di chiunque dica NO alle criminalità organizzate, e non dico che sia facile per molte persone è troppo difficile, difficile perché si potrebbe pensare ad un sacrificio vano, per dei ragazzi cresciuti in quartieri nelle periferie di Napoli l'unico pensiero è come sopravvivere un giorno in più, anche se penso che mai niente sia vano, basta cambiare la mente di uno, e tutto può cambiare, anche una società come la nostra, dove alle fondamenta di tutto c'è l'ignoranza, perché si ci è stata data la libertà di stampa, ma nessuno ha mai il coraggio di dire la verità, correre il rischio, correre contro corrente,correre contro la società , penso che il loro sia un istinto di sopravvivenza, conservazione. 

Abbiamo bisogno di informazione, solo quella può portarci alla verità e quindi alla libertà, forse non saremo mai liberi, perché non ci verrà mai detta la verità, essendo tutto filtrato dalla società ma per come la penso io, ognuno di noi ha la forza per combattere contro questo sistema , deve solo trovarla ed io ho trovato la mia grazie a te. 

Grazie Giancarlo. 

Alessandra

Caro Giancarlo, 

mi chiamo Paola, ho 15 anni e forse ti scrivo un po' in ritardo. Ho conosciuto da poco la tua storia e mi piacerebbe spendere qualche parola in merito a ciò che è accaduto e continua ad accadere nel nostro paese, in particolare nel territorio campano. 

La realtà che oggi viviamo è come un'arma a doppio taglio, ci illude di una vita più serena, ma in realtà essa diventa facilmente una nostra nemica. 

Purtroppo la situazione economica attuale non può che peggiorare la vita di tutti e di conseguenza entrano in gioco coloro che egoisticamente svolgono azioni illecite affinchè ottengano potere e denaro. 

La realtà della camorra convive nel territorio napoletano e limitrofo ormai da anni e il numero di affiliati è in costante crescita. Il desiderio di avere dominio economico e politico, porta i cosiddetti camorristi a non avere pietà soprattutto della vita altrui. 

Molti sono gli uomini uccisi per un semplice pizzo non pagato, per non aver accettato proposte lavorative illegali, o semplicemente per aver denunciato questo fenomeno senza aver paura. 

Tu, Giancarlo, sei stato uno di questi ultimi e il tuo coraggio non è bastato a mobilitare lo Stato per iniziare a porre fine a questa assurda storia. 

Amavi il tuo lavoro, forse perché era l'unico strumento che potesse dare dignità alle tue denunce sociali che purtroppo venivano ascoltate poco al di fuori dell'ambito giornalistico. 

Per fortuna la passione non conosce ostacoli e sei riuscito a portarla avanti nonostante le difficoltà incontrate sul tuo percorso lavorativo. 

Le tue inchieste scomode, la tua enorme ed inesauribile curiosità, la tua capacità nel farti sentire, il tuo instancabile impegno per la camorra, hanno infastidito coloro che hanno deciso di metterti a tacere. Dovevi essere messo a tacere. 

Eri solo un ragazzino troppo curioso, con tanta voglia di rendere partecipi tutti della cruda realtà che molti tendevano a nascondere. Ma quella realtà non doveva emergere; non volevano farla emergere. 

Avevi solo ventisei anni e ti sei beccato 10 pallottole. Dieci come gli anni che sono serviti allo stato italiano per trovare il mandante dell’assassinio, quando in realtà a volere la tua morte non era una persona, ma il sistema intero. Avevi messo a rischio la tua stessa vita per un popolo che non coglieva la tua forza di volontà. …

Però di certo il tuo impegno non è stato inutile e ancora oggi siamo qui a ricordarti, come cronista libero martire per la verità 

Paola

Caro Giancarlo, 

Conoscevo già un po' della tua storia, perché, un'estate andai a Lipari in vacanza e vidi un Mehari, una vettura del tutto nuova per me, ma molto usata dai turisti dell'isola. Mia madre avendo notato la mia curiosità su quella strana automobile, mi spiegò che c'era una famosa Mehari verde divenuta simbolo di legalità, e della lotta alla camorra, era quella che usava un giornalista ucciso dalla camorra. Ma solo ora ho capito chi fosse quel giornalista, dato che ho conosciuto la tua storia visionando film e leggendo passi del libro scritto da Amato Lamberti, tuo fedele amico. Da queste fonti ho capito che sei stato un po' un eroe, ma non quelli dei fumetti, un eroe che si è battuto per la sua terra e per i giovani che la abitano. Ho saputo anche che durante la tua carriera di giornalista, non solo ti sei occupato di capire cosa stesse progettando la camorra, indagando nei rapporti tra criminalità organizzata e politica, ma andavi anche nelle scuole per incontrare i ragazzi, che ti ponevano moltissime domande e tu eri felice di questo. Ti sei battuto per la libertà di stampa, valore importantissimo per noi giovani soprattutto in questo territorio, invaso da camorristi, che ogni giorno ammalano la nostra terra, quella che una volta era “la Terra Felix” che oramai non lo è più. Ci hai insegnato che non dobbiamo avere paura di esprimere le nostre idee, proprio come hai fatto tu nonostante il rapporto stato-camorra che cercava di ostacolarti, cosa che non è mai riuscita a fare. Una delle scene che più mi ha colpito del film è stata la parte finale, quando tu eri sulla tua Mehari verde, ascoltaví la canzone di Vasco Rossi alla radio e dietro di te c'erano dei sicari che volevano ucciderti... ma tu eri calmissimo. Vorrei capire perché? Forse perché avevi capito cosa stava succedendo e hai vissuto i tuoi ultimi attimi di vita in pace, sapendo che quello che avevi fatto era stata la cosa giusta. Senza nessun rimpianto, senza nessun rimorso. Soprattutto questa scena ha cambiato e stravolto il mio animo, mentre un'altra mi ha lasciato col dubbio: la telefonata con Amato Lamberti, cosa volevi dirgli di così importante da non poterlo dire a telefono? Avevi scoperto altri terribili segreti dei clan più influenti della camorra? Questo non lo saprò mai, ma anche questo velo di mistero affascina un po'la tua storia. Comunque, grazie a te ho capito, non solo che sei stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, svelando i crimini della camorra, ma ho capito anche che noi giovani, a quasi 35 anni dal tuo assassinio, siamo inspirati da te e dalla tua storia, ti consideriamo come un modello di riferimento da seguire, perché in un certo senso hai pulito la nostra terra e ci hai fatto conoscere quello che prima era invisibile. 

Grazie mille Giancarlo per tutto quello che hai fatto. 

Flavio 

Caro Giancarlo, 

sono una ragazza che frequenta il secondo anno di liceo Scienze Umane al Manzoni di Caserta. Abito a Casagiove, a due km dalla Reggia di Caserta, dove abbiamo un oratorio tappezzato di tutte le foto delle vittime innocenti, strappate alla vita, dalla camorra. In una di queste gigantografie ci sei tu. Dopo averti, se così si può dire, studiato a scuola, ho spulciato nella tua breve, ma intensa vita. Ho potuto constatare che sei stato una persona che ci ha “messo la faccia" e si è sporcato le mani, facendoti tante domande in giro, senza, appunto avere paura delle conseguenze, scavando, facendo vigorose denunce ai boss mafiosi che fanno loschi affari che incrementano il “sistema”. Sai il tuo esempio mi dà conforto e deve essere da monito per tutti gli studenti, soprattutto per quelli che hanno perso la voglia di studiare, di migliorare questo mondo avvolto da tanta illegalità, che aleggia in tutti i momenti della nostra vita. Il nostro Paese si fonda sulla democrazia perciò dovrebbe essere normale esporre il proprio pensiero e parteggiare per la legalità, altrimenti le cose non cambieranno mai per la nostra Italia che da parecchi anni è in ginocchio, in piena crisi. Per bloccare il “sistema” dobbiamo avere il coraggio di non restare in silenzio e denunciare come hai fatto tu, tutti insieme, unendosi, tralasciando l'omertà. Poveri illusi, Giancarlo, pensano che con i soldi del pizzo, con quelli dell'immondizia, che stupidi, che interrano sotto le loro ville, con l'inchino processionale di qualche santo, si sentono i padroni del mondo. Tu sì che sei un vero eroe e la tua vita spesa per la legalità non può essere cancellata da dieci proiettili, meriti di essere ricordato sempre. ….

Non mi va di salutarti con un semplice ciao , voglio lasciarti respirando gli odori , i colori e sapori di una pizza preparata da una nota pizzeria , nei pressi della tua residenza, che ultimamente è stata bruciata da questo "cancro", che ha voglia di ripartire insieme a tutto il nostro splendido Paese , per un nuovo viaggio che sembra impossibile , ma da 

affrontare prendendo anche la strada più impervia per poter onorare te e tutti coloro che ti hanno preceduto e succeduto, azzerando queste esecuzioni gratuite. 

Una studentessa motivata 

llaria 

P.S. Giancarlo, non so se sia un caso, ma tu hai lasciato questa terra nello stesso giorno di San Pio da Pietralcina, il quale in una sua celebre frase recita: “«Tanto hai quanto speri. Spera molto, avrai molto». 

Caro Giancarlo, 

Innanzitutto mi presento: mi chiamo Serena, ho quindici anni e vivo a Caserta, qui frequento il secondo anno di liceo delle scienze umane all’istituto Manzoni. Sono una “normale” ragazza, mi piace studiare ed essere a conoscenza di più cose possibili e quest’anno a scuola, sono venuta a conoscenza della tua storia. Mi ha colpito molto come un giovane ragazzo all’apparenza come me e come molti, abbia in realtà affrontato una guerra contro uno dei problemi più gravi presente ai tuoi giorni ma anche oggi. 

E la tua storia mi ha fatto riflettere su quanta omertà purtroppo è presente intorno a noi, su quanto essa sia ingiusta e su quanto sia difficile sconfiggerla. 

Sai, caratterialmente, non basterebbero neanche dieci aggettivi per descrivermi, posso dire però che sono piena di speranze, desideri e sogni, che alla mia mente piace compiere lunghi viaggi, se inizio a pensare difficilmente riesco a fermarmi subito, soprattutto se un pensiero mi colpisce particolarmente.  Ecco, tu con la tua storia rappresenti uno di quei pensieri. 

Ho pensato che se potessi scegliere di realizzare uno di quei tanti desideri che irrompono nella mia quotidianità, sarebbe quello di avere il coraggio. E non parlo del coraggio che serve per fare il primo passo o quello che serve per fare paracadutismo a migliaia di metri di altezza, bensì parlo del tuo coraggio, del coraggio di andare controcorrente. 

Siamo tutti bravi a seguire la massa lungo lo stesso sentiero con una benda sopra agli occhi, come vittime di un grande sistema, ma quanto coraggio ci vuole per riuscire a ribellarsi e cambiare direzione? 

Siamo tutti altrettanto bravi a dire quello che gli altri vogliono sentire, ma a dire ciò che pensiamo? A dire la verità? Non lo è quasi nessuno. Io ti ammiro per questo, per esserti liberato dalla trappola della conoscenza superficiale della verità, in cui siamo tutti incastrati, spesso però per nostra scelta, perché non vogliamo vedere la verità e non riusciamo ad affrontarla, perché si sa, la verità spesso fa molto più male di una bugia. 

Noi sentiamo e parliamo dei problemi che ci circondano come se non ci toccassero, come se stessimo guardando un film al cinema di cui siamo semplicemente gli spettatori e non i protagonisti, tu però questo l’hai saputo capire benissimo, ed hai preso in mano il copione decidendo di riscriverlo, perché a te non stava bene, perché tu volevi testimoniare, raccontare, mettere alla luce, anche a costo i lasciarci la vita, un sistema di illegalità, di violenza e di morte e tramite la tua passione, la scrittura, hai permesso che tutto ciò avvenisse. 

Non volevi altro se non che la realtà della tua città, della camorra, dei clan in conflitto, degli accordi e dei rapporti tra politica e criminalità organizzata fossero conosciuti da tutti e che tutti provassero a combatterla. Ma mettersi dalla parte della giustizia non sempre conviene, e tu con la tua penna definita “scomoda” hai dato fastidio ai criminali della camorra, che sentitosi minacciati non potevano far altro che toglierti la possibilità di continuare a svelare tutti gli intrecci, uccidendoti. 

Però nonostante ingiusta, la tua morte non è stata vana e la tua battaglia ha dato senz’altro un valido contributo alla lotta contro i clan dei tuoi tempi. 

Sicuramente hai lasciato un’impronta indelebile, prova ne è che noi giovani a distanza di oltre trent’anni continuiamo a studiare e a rimanere colpiti dal tuo operato e dalla tua storia. 

Ed io personalmente, se avessi la possibilità di incontrarti adesso, non mi sentirei altro che dirti “grazie”. Grazie della tua forza, della tua tenacia e del tuo sacrificio, grazie perché persone come te sono più che rare, quasi introvabili, ma sono quelle di cui avremmo più bisogno. 

Serena 

Caro Giancarlo 

È difficile scriverti. È difficile scrivere ad un eroe dalla penna scomoda, un eroe che ha lottato per la sua città o per soddisfazione personale, che ha combattuto contro l’ignoranza e contro i cattivi costumi della mafia; eroe perché nessuno si sarebbe sporcato le mani; eroe perché hai impresso un ricordo: quello della legalità. 

Oggi, però, la ricordiamo solo quando la sentiamo nominare o quando ci ritroviamo in un luogo di ambito giuridico e spesso ci chiediamo a cosa serva... Ma esiste? È una domanda a cui è difficile dare una risposta. 

La stessa mafia, che tu hai tanto arduamente combattuto, oggi è diventata così diversa! 

Forse la ragnatela si è spezzata? 

Forse la marcia radice sociale si è scollegata? 

Forse si sono istinti i costruttori di questi orrori? 

Forse la carie sociale è stata sterminata dalla tanta cultura o la cultura è stata conquistata dalla carie sociale? 

Forse siamo protetti da quattro mura di omertà che ci impediscono di rivedere l’equilibrio morale e sociale che dovrebbe circondarci? 

Forse è accaduto qualcos’ altro? 

Forse abbiamo accettato l’abitudine di essere manipolati perché si sono estinti gli eroi che difendevano i nostri diritti? 

O Forse la ragnatela sociale si è infoltita ricavando nutrimento e protezione non dalla pistola puntata alle tempie della verità, ma ricavando nutrimento dalla penna di un politico o un semplice impiegato. La mafia ha cambiato nome, posto, cultura, caratteri .... È cambiata, caro eroe, è cambiata. Siamo diventati deboli, siamo diventati trasparenti, siamo spariti, siamo stati ricalcati da chi ha troppa sete di potere e denaro, da chi si sente il padrone del mondo e da chi si sente vittima. Vittima di che? Vittima delle sue stesse debolezze. Abbiamo resettato ogni nostro diritto e noi siamo contenti. Felici perché per noi è più facile non credere che credere rischiando tutto. Saremmo così diversi, anacronistici, folli a combattere contro l’invisibile corruzione, cosi paranoici se riconoscessimo dove si nasconde la manipolazione. Quindi ci accontentiamo, punto e basta, non se ne parla più, ma parla l’omertà nonostante questa sia in silenzio. Ed è quest’ultima che ci spinge a capire che forse la mafia ha cambiato strategia. …

Allora tu, eroe, hai perso solo tempo e la vita? No, c’era tra la gente che aspettavo un benefattore della verità e tu, Giancarlo, con i tuoi sforzi, hai impresso un ‘ideologia nella nostra coscienza che mai si spegnerà. 

SI, eroe, hai dato un senso a tutto questo, grazie a te perché ci sarà e vivrà qualcosa di te, eroe per la verità che tanto fa male. Ci sarà chi arriverà al cuore della carie sociale, ci sarà chi adotterà le tue idee e la tua determinazione .Ora tu vivi nei pensieri di chiunque ti considera un eroe perché veramente lo sei stato, grazie alle tue idee il silenzio adesso sa parlare . 

Grazie Siani per le tue perle di saggezza, grazie Siani per aver dato un senso a tutti quelli che ti hanno conosciuto, grazie Siani perché hai lottato per noi ragazzi per darci un mondo migliore, grazie Siani per averci dato molte speranze e averci insegnato la grandezza della forza delle idee... 

grazie infinitamente Giancarlo. 

Da Alfonsina 
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