Resti sempre nei cuori
di chi ha creduto in te

Resti sempre nei cuori di chi ha creduto in te
Lunedì 23 Settembre 2019, 00:30 - Ultimo agg. 01:10
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Da Arianna e Diletta della scuola media Merliano-Tansillo di Nola 

ECCO TUTTE LE LETTERE A GIANCARLO SIANI

Caro Giancarlo, 

ti scrivo questa lettera per tenere vivo il ricordo di tutti gli obiettivi che sei riuscito a raggiungere con impegno, forza e dedizione. Sei l’emblema di ciò che significa lottare per poter raggiungere il proprio scopo. Ormai sono passati più di trent’anni dalla tua morte, ma tu resti sempre nei cuori di chi sin dall’inizio ha creduto in te e ti ha sempre sostenuto in questo tuo duro cammino. Non tutti desideravano la tua presenza in questo mondo, così la camorra ha deciso di ucciderti il 23 settembre 1985. Purtroppo non tutti hanno la capacità di comprendere che le idee di una persona restano sempre, anche se la persona che le ha avute non è più in vita, l’importante è saperle sviluppare al meglio, d'altronde non è un caso che il magistrato Giovanni Falcone utilizzava la celebre citazione: «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». 

Tu Giancarlo, non hai mai avuto paura di esprimere la tua opinione e, per questo sei stato, sei e sarai sempre un grande esempio per tutti, grandi e piccini. 

La tua forza di volontà, la tua voglia di dire ciò che pensi senza essere giudicato, il tuo essere te stesso davanti a tutti, la tua voglia di lottare senza mai fermarti, fanno di te una persona degna di essere chiamata con questo nome, una persona che può, anzi deve tenere la testa alta per l’obiettivo che è riuscito a raggiungere. Tu Giancarlo, hai scritto la storia del nostro Paese. Non credo si possa parlare di camorra senza nominarti, senza pensare a tutte le azioni fatte da te. Per questo bisognerebbe darti un riconoscimento speciale. 

Sebbene tu, con i tuoi sforzi e i tuoi sacrifici, sia riuscito a rendere il nostro Paese un luogo migliore, fiero di poter pronunciare il tuo nome a voce alta, ci sono ancora tutti quei camorristi che credono che il loro gesto sia servito a qualcosa, ma la verità è che sono proprio queste persone ad essere le più deboli poiché sono solo in grado di impugnare un’arma e sparare, senza assumersi le proprie responsabilità. 

Ti scrivo questa lettera anche per tenerti aggiornato sulle ultime news di Napoli, magari potresti scrivere qualche articolo anche da lassù, che ne pensi? In ogni caso, ci tenevo a farti sapere che dopo la tua morte sono stati arrestati molti camorristi, giustiziandoti al meglio. 

Ad oggi non si può dichiarare Napoli una città sicura, ma indubbiamente si può affermare che la tua morte ha risvegliato nella coscienza umana, i principi morali dell’onestà, della sincerità e della legalità, che hanno migliorato di molto la vita e la sicurezza in città. Io credo che non basti mai ciò che si fa per migliorare la vita, poiché viviamo in una società composta da buoni e cattivi e non penso si possano eliminare del tutto i cattivi, però penso sia strettamente necessario darsi da fare per migliorare la qualità della loro vita, ad esempio di tutti quei bambini che vivono per strada, che saltano la scuola e che molto probabilmente diventeranno soldati di qualche clan camorristico. È, quindi, fondamentale il contributo di tutti, alfine di coinvolgere questi ragazzi nelle attività scolastiche, sportive e ricreative sottraendo loro il tempo da passare in strada e garantendo un diverso modo di affrontare la vita che gli possa servire per la vita futura. 

Di una cosa son certa confrontando la tu epoca con la mia, che la presenza di sicurezza era una delle maggiori finalità a cui miravi di raggiungere e credo che tu ci sia riuscito come solo e solamente tu potevi riuscirci. Giancarlo, con il tuo modo di fare, hai ispirato moltissime persone e tutt’ora stai spronando altrettanta gente, non ti sei mai fatto mettere a tacere, anche quando eri sul punto di morire ed è per questo che molte persone ti prendono 

come esempio per il proprio principio di vita, esattamente per questo motivo ti stimo in una maniera assoluta. 

Tanti saluti! 

Diletta 

P.S. Spero che da lassù tu possa vedere ciò che sei riuscito a migliorare, perché è fantastico!

Caro Giancarlo, 

non è affatto facile per me, che ho solo dodici anni, scrivere una lettera ad una persona che non ho mai conosciuto, ma in questo caso mi basta ricordare il tuo nome e tutto diventa più semplice. 

Si, perché il tuo nome è entrato nelle case e nelle menti di molti, perché hai avuto il coraggio di raccontare delle amare verità che hanno sconvolto molti equilibri. 

Non ti sei limitato a fare il lavoro di un semplice giornalista, sei andato ben oltre e questo ti è costato caro, molto caro, la tua giovane vita. 

Hai toccato interessi molto forti e, perciò, non hai potuto godere delle gioie che la vita ti avrebbe riservato: carriera, famiglia, amici, viaggi e molto altro. 

Sei un “Grande”, perché - nonostante tutto e tutti – il tuo coraggio continuava ad andare a braccetto con la tenacia, la caparbietà e soprattutto con l’onesta con cui hai svolto il tuo lavoro: sì, perché avevi già intuito che i tuoi colleghi non avrebbero mai scritto di te: “e visse felice e contento!” 

Qualcuno ha deciso di porre fine alla tua vita, bloccando per sempre la strada che tu avevi intrapreso per giungere alla verità per liberare la nostra terra dal male, chiamato camorra. 

Se tu fossi qui, io avrei una carrellata di domande da porti, ma una te la faccio ugualmente: Caro Giancarlo, ma ne è valsa veramente la pena? 

Non era forse meglio sacrificare le tue giornate accompagnando i tuoi figli a scuola, a danza o a calcetto? 

Non era forse meglio essere con loro, mentre spegnevano le candeline del loro compleanno? 

Non era forse meglio aiutare tua moglie a preparare le valige per un meraviglioso viaggio insieme? 

Scusami, se la penso così, ma come ti dicevo, ho solo dodici anni e vedere mio padre la sera che ritorna a casa dopo una lunga giornata di lavoro, mi riempie il cuore di gioia. 

Troppi sono gli episodi di violenza e le organizzazioni criminali che continuano ancora oggi ad agire, infatti proprio mentre io ti sto scrivendo, ad Afragola, è in visita il ministro Salvini che con il suo intervento vuole testimoniare la presenza dello Stato sul territorio partenopeo, ma soprattutto vuole sostenere gli Afragolesi: è lì per dire loro che lo Stato c’è! 

I cittadini di Afragola, difatti, sono fortemente spaventati e preoccupati poiché dei clan camorristici in ventidue giorni hanno fatto scoppiare otto bombe cercando di sfidare lo Stato, al fine di ottenere tangenti o “pizzo” come meglio conosciuto dai commercianti. 

Caro Giancarlo, a mio parere, nel nostro piccolo, dobbiamo contribuire ad aiutare la nostra amata terra a liberarla da questo male chiamato camorra. 

Basta silenzi! Basta arrendersi lo Stato vincerà! 

Anche se risulta molto difficile e rischioso, ci vuole non poco coraggio, ma insieme possiamo farcela. 

Viviamo un presente molto “malato” per cui il futuro senza alcuna prevenzione o cura non potrà di certo brillare. 

Ti ringrazio per tutto quello che hai saputo raccontare e per quello che ancora avresti potuto. Una cosa è certa, la tua vita è stata una grande lezione per i posteri, spero un giorno che anch’io, nel mio piccolo, possa contribuire ad un mondo migliore, operando sempre negli ideali di verità e di onestà. 

Con grande ammirazione e affetto, 

Arianna
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