Controcampo, il presidente del Copasir Adolfo Urso: «Siti No vax convertiti in account filo-Mosca»

«Draghi in Senato? Da FdI niente azioni strumentali, noi coerenti al fianco di Kiev»

Controcampo, il presidente del Copasir Adolfo Urso: «Siti No vax convertiti in account filo-Mosca»
Controcampo, il presidente del Copasir Adolfo Urso: «Siti No vax convertiti in account filo-Mosca»
di Massimo Martinelli e Barbara Jerkov
Sabato 18 Giugno 2022, 00:02 - Ultimo agg. 16:49
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Adolfo Urso, presidente del Copasir, è appena rientrato da una importante missione a Washington. Di cosa avete discusso, presidente? 
«Importante davvero, per il delicato momento storico che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina. Con molti temi sul tavolo, da una migliore cooperazione dell’intelligence atlantica alla cybersicurezza alla sicurezza in materia energetica».
 

Sicurezza energetica: cosa significa?
«Il Copasir già il 13 gennaio scorso, cioè 40 giorni prima dell’invasione russa, ha presentato una relazione al Parlamento chiedendo di liberarci al più presto dalla dipendenza dal gas russo, diversificando le fonti energetiche e producendo più energia nel nostro Paese. Già allora concludevamo che questo piano di sicurezza energetica nazionale fosse necessario diventare finalmente sovrani e autonomi».
Nei giorni scorsi si è parlato molto di una lista di nomi di influencer e opinionisti filo russi attivi nel nostro Paese. Nessuna lista di proscrizione, è intervenuto lo stesso sottosegretario Gabrielli, ma normale attività di monitoraggio. Ci vuole spiegare meglio cosa monitorate esattamente? E perché questi opinionisti possono rappresentare un pericolo per il nostro Paese? 
«Nessuna lista di proscrizione, lo ribadisco qui, nessuna attività di intelligence: soltanto il report che periodicamente redige un tavolo interministeriale con autorità terze come l’Agcom.

Lo ha istituito il governo Conte, quando si trovò a fronteggiare durante la pandemia l’ondata di fake news che anche allora provenivano da Russia e Cina. Peraltro ancor prima, già nel 2015, durante la prima invasione russa della Crimea, anche la Ue ha creato una task force sulle fake news che fino ad oggi ha segnalato quasi 19mila false notizie create dalla propaganda russa attraverso una macchina di troll, social, falsi profili». 


In questi ultimi tre anni avete individuato un filo rosso, una matrice comune, tra i siti che facevano disinformazione sulla pandemia, prima, e ora fanno propaganda filorussa sulla guerra in Ucraina?
«Certamente sì. Già durante la pandemia il Copasir, all’unanimità, deliberò un’inchiesta che allora secretammo, individuando con chiarezza che le macchine della disinformazione erano statuali e facevano capo a Russia e Cina. Era il maggio del 2020. Ebbene, gli stessi siti, gli stessi social, nel giro di una notte hanno cambiato la ragione sociale: dalla propaganda No vax alla bandiera della missione militare speciale russa. Come se qualcuno a Mosca o a San Pietroburgo - non cito a caso queste due città - avesse pigiato un bottone, cambiando l’algoritmo, e tutta la macchina si fosse riposizionata sulla nuova campagna».
Anche i cinesi?
«La Cina ha altri obiettivi, agisce in maniera diversa. La Russia è una minaccia incombente per le mire imperiali che persegue. La Cina vuole diventare l’unica superpotenza globale, e oggi è nelle condizioni di farlo, per la forza del suo sistema produttivo ed economico».
C’è da essere preoccupati?
«E’ giusto esserlo perché questo vuol dire reagire».
Un’ultima domanda più politica, presidente. Martedì il premier Draghi sarà in Senato e M5S potrebbe presentare una mozione contro il sostegno militare all’Ucraina che potrebbe terremotare il governo. Fratelli d’Italia proverà ad approfittare di questo passaggio per mettere in difficoltà l’esecutivo?
«Noi non facciamo mai azioni strumentali, Giorgia Meloni l’ha detto con chiarezza e la sua coerenza le è riconosciuta dagli elettori. Siamo all’opposizione di questo governo, ma abbiamo detto fin dall’inizio che avremmo supportato l’azione unitaria del nostro Paese al fianco della resistenza ucraina con i nostri alleati».

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