Intelligenza artificiale, il futuro parte da Leonardo

Pomigliano, la visita del ministro Urso per il lancio del progetto in 3D Nemesi

Il ministro Urso a Pomigliano
Il ministro Urso a Pomigliano
di Nando Santonastaso
Giovedì 16 Novembre 2023, 23:21 - Ultimo agg. 17 Novembre, 17:05
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Il futuro che c’è, già ha un nome e una scadenza: è la consegna entro metà del prossimo anno della prima fusoliera in 3D realizzata dal Gruppo Leonardo a Pomigliano d’Arco, grazie al progetto Nemesi. Destinazione Tolosa, in Francia, la casa del Consorzio Airbus e dell’Atr 42, l’aereo turboelica regionale del quale volano ormai nel mondo quasi 1.800 esemplari. Il futuro da costruire invece, sempre in Campania, corre da Battipaglia a Flumeri, tra gli stabilimenti di Prysmian Fos e di Industria Italiana Autobus, simboli di vertenze complicate ma che potrebbero seguire la stessa positiva evoluzione dell’ex Whirlpool a Napoli. Due lati della stessa medaglia che ritornano nelle parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in visita ieri mattina allo stabilimento di Pomigliano (ad accoglierlo l’Ad ed ex ministro Roberto Cingolani, il presidente di Leonardo Stefano Pontecorvo, il condirettore generale Lorenzo Mariani e il Capo della divisione Aerostrutture Stefano Bortoli).

Evidente la soddisfazione di Urso per il fortissimo impulso innovativo che arriva dal sito partenopeo, con la digitalizzazione degli impianti e l’intelligenza artificiale come nuovo paradigma di lavoro. Un investimento complessivo di 113 milioni per Nemesi (con ricaduta anche sul sito di Nola) di cui quasi 60 pubblici e per giunta non ancora erogati perché solo a settembre è arrivato l’ultimo via libera da parte della specifica direzione operativa della Commissione europea (bisognava formalizzare la deroga al divieto per gli aiuti di Stato). «Leonardo apre la strada all’industria aeronautica del futuro – dice Urso – e con questo progetto coglie la nuova fase di crescita del settore dopo lo stop imposto dal Covid. Crediamo nel ruolo centrale del Gruppo per gli assetti strategici del Paese e della stessa Unione europea». 

Ma è anche un altro il messaggio che il ministro lancia dai supertecnologici impianti nei quali la trasformazione delle aree manifatturiere è già partita, con la partecipazione anche di 13 piccole e medie aziende in gran parte campane: «La fabbrica nella sua nuova veste digitale dovrà inevitabilmente utilizzare l’intelligenza artificiale, come qui viene fatto come estensione dell’intelligenza naturale e tutti i processi di digitalizzazione che aiuteranno l’uomo a fare di più e meglio in maggiore sicurezza. Ciò accade nell’industria aeronautica e – sottolinea Urso - dovrà accadere in ogni ambito dell’industria italiana. Per questo ci apprestiamo a lanciare il progetto Transizione 5.0: il 2024 e il 2025 saranno i due anni decisivi per l’innovazione ma anche per formare le competenze che possono utilizzare questi nuovi macchinari.

Pensiamo di destinare a questo progetto 12 miliardi di euro nei due anni, quanto cioè serve, perché il pubblico deve stimolare gli investimenti privati». 

Dunque, non solo nuove tecnologie di produzione ma anche tantissima formazione (per Nemesi sono stati previsti da Leonardo corsi di ben 20mila ore con 1.238 partecipanti), a conferma della insostituibile centralità del valore umano: «Il piano Transizione 5.0 deve qualificare o riqualificare coloro che lavorano all’interno del tessuto industriale ma siamo consapevoli che la sfida dell’Intelligenza Artificiale necessita più di qualunque altro processo industriale di riaffermare il valore dell’uomo» spiega il ministro. Non a caso, nel G7 a guida italiana del prossimo anno il governo organizzerà una sessione di studio e approfondimento su una normativa in grado di gestire al meglio l’utilizzo dell’IA. Si tratta di evitare la perdita di posti di lavoro ma nel caso di Leonardo è l’Ad Cingolani a rassicurare: «Siamo un gruppo molto ampio e possiamo ricollocare eventuali “eccedenze” di lavoro», dice.

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C’è poi il prudente realismo per il futuro che può e dovrebbe arrivare. «Penso di tornare nel giro di poche settimane in Campania per la soluzione della vertenza di Industria Italiana Autobus di Flumeri, in Irpinia, sulla quale stiamo attivamente lavorando e che dobbiamo riportare ai livelli del passato», annuncia Urso. Dopo il tavolo dell’altro giorno al ministero con i sindacati e la disponibilità di ulteriori 22 milioni, si attende che le aziende interessate a entrare nel capitale della società formalizzino i loro intendimenti a Invitalia, rimasta il punto di riferimento dell’operazione mentre Leonardo sembra ormai pronta a rinunciare alla sua quota.
Spiragli si aprirebbero poi anche per Prysmian Fos, l’azienda che a Battipaglia produce fibre ottiche ma sul cui futuro si addensano nuvole molto nere. È l’assessore regionale Antonio Marchiello (che riconosce ad Urso un fortissimo impegno ai tavoli di crisi) ad annunciare che al ministero delle Imprese si è avviato un percorso importante per uscire dall’impasse: i dettagli restano riservati ma per le 300 famiglie interessate alla vertenza sembra esserci finalmente qualcosa di concreto su cui sperare. 

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