Accoltella il fratello: «Basta con la Playstation». La 17enne: «Faceva troppo rumore e io dovevo finire i compiti»

Lui, 16 anni, è finito in ospedale perché lei, un anno più grande, gli ha conficcato un coltello da cucina nella schiena

Accoltella il fratello: «Basta con la Playstation». La 17enne: «Faceva troppo rumore e io dovevo finire i compiti»
Accoltella il fratello: «Basta con la Playstation». La 17enne: «Faceva troppo rumore e io dovevo finire i compiti»
di Riccardo Lo Verso
Giovedì 8 Febbraio 2024, 00:04 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 08:45
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Il volume della PlayStation al massimo, gli inviti inascoltati ad abbassare la voce, la lite. Una scena che si ripete ogni giorno in chissà quante case italiane, ma il 2 febbraio scorso a Favara, in provincia di Agrigento, è sfociata in un dramma. È la storia di un fratello e una sorella che litigano. Lui, 16 anni, è finito in ospedale perché lei, un anno più grande, gli ha conficcato un coltello da cucina nella schiena. Adesso è indagata a piede libero per tentato omicidio dalla Procura per i minorenni di Palermo, competente anche per i fatti che accadono nell’Agrigentino. Il ragazzo è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Le sue condizioni a distanza di giorni restano critiche: la lama è arrivata in profondità, fino a conficcarsi in un punto fra cuore e polmone. Qualche centimetro in più e sarebbe accaduto l’irrimediabile. 

LE INDAGINI

Sono i carabinieri del comando provinciale di Agrigento e della tenenza di Favara a indagare.

Gli elementi finora raccolti sono scarni. Attorno ai minorenni c’è una rete di protezione. Si resta con il fiato sospeso e in attesa del bollettino medico giornaliero che arriva dall’ospedale. Nel fascicolo ci sono il racconto della ragazza e dei familiari. Quel che conta, al momento, è monitorare le condizioni del sedicenne. La priorità è che si riprenda, poi ci sarà tempo e modo di ascoltare la sua versione. 

LA RICOSTRUZIONE

Ci sono dei punti fermi nella ricostruzione. Il fratello sta giocando in soggiorno. Il volume della PlayStation è alto. Ci si mettono pure le urla che accompagno le fasi del gioco a rendere impossibile la concentrazione della sorella che sta studiando. O almeno ci sta provando. «Adesso finiscila, abbassa il volume, smettila subito», gli ripete. Non è la prima volta che litigano. Sembra il ripetersi di normali screzi fra fratelli, che capitano quasi con cadenza quotidiana. L’adolescente non dà troppo peso alle parole della sorella, che diventa insistente e perde il controllo. Si alza, si sposta in cucina e si arma con un coltello di quelli affilati che si usano per tagliare la carne. Lo affonda contro la schiena del fratello che, colto di sorpresa, non riesce ad evitare il colpo.

L’AGGRESSIONE

Un solo fendente viene scagliato con la forza sufficiente per penetrare oltre lo strato di pelle, fino a fermarsi fra il cuore e il polmone, in un punto delicatissimo. Ad accorgersi per prima di quello che è successo è la madre dei due giovani, anche se non è ancora chiaro se fosse in casa al momento del fatto o se sia rincasata poco dopo. Trova il coltello con la lama ancora sporca di sangue. All’inizio sembra un taglio curabile senza troppi rischi annessi, ma in ospedale i medici si rendono subito conto che la ferita è molto più grave del previsto. Ha anche provocato un versamento di liquido. Diventa necessario sottoporre il ragazzo ferito a un delicato intervento chirurgico. Ogni ora che passa è importante, ma al momento la prognosi resta riservata. Si sa solo che il sedicenne è ancora in pericolo di vita. I sanitari come da prassi, appurata la modalità del ferimento, allertano i carabinieri che avvisano la Procura per i minorenni di Palermo e scattano le indagini.

L’ACCUSA

L’ipotesi investigativa è pesante: tentato omicidio, ma la diciassettenne resta indagata a piede libero. Si tratta di una ragazza incensurata che vive in una famiglia che non ha mai avuto problemi giudiziari. Secondo gli investigatori, è stato un gesto d’impeto. Da qui la scelta di non applicare alcuna misura cautelare da parte della Procura dei minori, che ha subito mobilitato i servizi sociali per sostenere la famiglia e la ragazza. Poi si dovrà capire se ci fossero stati dei segnali, degli episodi che potessero fare scattare l’allerta. Se le voci che la giovane avesse mostrato problemi psichici tanto da rendere necessario ricorrere all’assunzione dei farmaci siano, appunto, solo voci o se ci sia del vero. Al momento non c’è traccia della circostanza nel fascicolo aperto a Palermo.

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