Lo si legge nell'ordinanza d'arresto dell'operazione Tulipano, compiuta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma e che due giorni fa ha portato a 61 arresti tra i due clan camorristici. Il progetto del delitto, concepito per contrasti tra membri delle diverse organizzazioni, non venne realizzato tra le altre cose per l'arresto di Senese, Pagnozzi e Casamonica in altre inchieste. Un delitto che avrebbe potuto scatenare una guerra, vista la caratura di mandanti e vittima.
In alcune intercettazioni telefoniche - secondo gli investigatori diretti dal colonnello Lorenzo Sabatino -, emerge l'origine del contrasto nel business della sicurezza per i locali notturni tra Casamonica e Massimiliano Alfano, detto Mazinga, vicino a Senese e Pagnozzi. Se ne parla in una conversazione tra Pasquale De Martino e Domenico Di Giovanni.
De Martino: Ma che ha detto più il parente (Michele Senese, ndr) quando gli ha detto il fatto di Peppe, lo... zingaro là (Giuseppe Casamonica, ndr)? Di Giovanni: Ha detto che il Paese (Domenico Pagnozzi, ndr) ha detto che ci pensa lui...[incomprensibile] un paio d'ore?
In seguito venne anche individuato il killer di Giuseppe Casamonica in Mario Adamo, detto Mariettiello.
Ma Di Giovanni non condivideva la scelta fatta da Pagnozzi. Di Giovanni: E ... dice che il Paese (Pagnozzi) ha detto a quel Mariettiello che se non spara a quello è meglio che se ne va di mezzo. Allora già se ne è andato! Quello non spara a nessuno!.