Flussi dei corsi d'acqua dimezzati. Laghi ai livelli minimi. Precipitazioni carenti - o assenti - da mesi. La neve, sulle montagne, insufficiente a garantire il necessario potenziale idrico. Un sensibile aumento di incendi, specie al Nord: da inizio anno i roghi risultano più che quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2021. E così via, di regione in regione, e, soprattutto, per quanto riguarda il clima nel nostro Paese, di anomalia in anomalia. La siccità avanza - anche in inverno - e si teme per la primavera.
Clima, l'anno della siccità
«Dal 2000 ogni cinque anni, in Italia, si verifica una siccità - dice il climatologo Bernardo Gozzini, direttore Lamma-Cnr - l'ultima è stata nel 2017. Bisognerà attendere l'evolversi della situazione meteorologica, ma questo potrebbe essere l'anno, i segnali ci sono e le previsioni non sembrano annunciare precipitazioni di rilievo».
I NUMERI
A misurare situazione e rischio sono i numeri di una serie di mancanze.
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Le cause delle tante anomalie di questo inverno sono da ricondurre ai cambiamenti climatici in atto. «L'anticiclone sta diventando sempre più presente anche nei mesi di gennaio e febbraio - spiega Gozzini - è un mutamento che impone una diversa gestione della risorsa idrica. Lo scorso dicembre è stato piovoso, al di sopra della media, ma poi le precipitazioni sono state molto poche, specie al Centro-Nord. In Piemonte non piove da due mesi. La distribuzione delle precipitazioni sta subendo modifiche dovute proprio ai cambiamenti climatici». Il tema non è solo la quantità ma la tipologia di piogge. «Si verificano sempre meno quelle di due o tre giorni - prosegue - e ci sono più fenomeni di precipitazioni intense, con grandi quantitativi d'acqua caduti in poche ore. In quest'ultimo caso, anche se la quantità di pioggia è alta, il terreno non la trattiene. A ciò si aggiunge la presenza di meno neve sulle montagne, dunque di un minore potenziale di risorse idriche derivate dal suo scioglimento. Tutto ciò porta problematiche a cascata, come i roghi, ad esempio. Le temperature più alte della norma, inoltre, stanno anticipando la fioritura, con i rischi che questo può comportare per le coltivazioni, in caso di gelate successive, come quelle che si sono verificate lo scorso anno».
LE COLTIVAZIONI
Intanto, la siccità già mette a rischio alcune coltivazioni: «Nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno, come orzo, frumento e loietto, iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità», dichiara Coldiretti. Si teme anche per i prati destinati all'alimentazione degli animali e per la semina del mais, prevista tra due settimane. «La siccità secondo l'Associazione è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana, con danni stimati in media in un miliardo di euro all'anno, soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti». Occorre intervenire con urgenza. «Andrebbero creati piccoli invasi artificiali distribuiti sul territorio - conclude Gozzini - ed esiste la tecnologia per ricaricare artificialmente le falde. Bisogna pensare anche alle città, con asfalti e rotonde drenanti, verde urbano e bioarchitettura. Le strategie vanno studiate fin da ora».