Carceri, tre morti in 24 ore. La mamma della detenuta (28 anni) suicida: «Era molto preoccupata»

Detenute suicide a distanza di poche ore, il ministro Nordio in visita al carcere delle Vallette di Torino
Detenute suicide a distanza di poche ore, il ministro Nordio in visita al carcere delle Vallette di Torino
Sabato 12 Agosto 2023, 11:33 - Ultimo agg. 13 Agosto, 14:34
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Tre morti in 24 ore nelle carceri italiane. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è entrato poco dopo le 11.30 nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, dopo che ieri due donne sono morte, una suicidandosi e l'altra dopo un periodo di rifiuto di alimentarsi. «Ogni suicidio in carcere è un fardello che ci angoscia ogni volta». Così il ministrro della Giustizia, Carlo Nordio, ha iniziato la sua conferenza stampa nel carcere di Torino, dopo la morte ieri di due donne. «Stamane abbiamo ascoltato tutte le proposte. Cercheremo quella che vorrei chiamare una detenzione differenziata tra i detenuti molto pericolosi e quelli di modestissima pericolosità sociale. C'è una situazione intermedia che può essere risolta con l'utilizzo di molte caserme dismesse e che hanno spazi meno afflittivi», ha detto. «Costruire un carcere è costoso. Usare strutture dismesse con ampi spazi secondo me è soluzione su cui bisogna iniziare a lavorare e ci stiamo lavorando con risultati che saranno forse immediati», spiega Nordio.

Detenuto trovato morto in Calabria, ipotesi suicidio

Un detenuto di 44 anni, originario di Lamezia Terme (Catanzaro), è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Rossano, in Calabria.

Secondo quanto si è potuto apprendere l'uomo si sarebbe tolto la vita. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Castrovillari che avrebbe anche disposto il sequestro della salma. Il quarantaquattrenne si trovava nel carcere di Rossano dallo scorso febbraio perché coinvolto nell'operazione Svevia, operazione antidroga condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro.

La tragedia

«A poche ore dalla morte di Susan John, la donna di 42 anni che si è lasciata morire di fame, un'altra detenuta si è tolta la vita nella sezione femminile del carcere di Torino. È una donna italiana che era stata trasferita a fine luglio da Genova, al carcere di Torino. Si chiamava Azzurra Campari. Si è impiccata. È ormai da anni che diciamo che nessuna sezione del carcere può essere adeguata a persone che vivono una condizione di sofferenza psicologica e psichiatrica, che è vitale lavorare sulle pene alternative per decongestionare le strutture detentive e prendersi cura davvero di tutti i casi delicati, a cominciare dai detenuti più giovani». A dichiararlo in una nota è il parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

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L'allarme

«Mesi fa abbiamo chiesto al Ministro Nordio, con un'interrogazione, di ripristinare l'ampliamento dei colloqui telefonici dei detenuti con i propri cari deciso in fase pandemica, anche per ridurre il rischio suicidario. In tutta risposta il Ministro rimanda alle decisioni delle Direzioni carcerarie. Analogamente, sull'impressionante frequenza dei suicidi, la nota di Nordio rinvia all'impegno del DAP, al lavoro interdisciplinare con le ASL regionali per la prevenzione e, in generale, alle varie articolazioni regionali». «È stato chiesto ai Provveditorati di verificare se nei Distretti di competenza siano stati stipulati i Piani regionali di prevenzione. Ma il Ministero è a conoscenza dei dati su quanti territori ne dispongono? Sono state ripartite fra i Provveditorati le risorse aggiuntive per gli esperti che lavorano alla prevenzione nelle strutture. Quanti le hanno utilizzate e come?», chiede Grimaldi. «Tutto questo non può essere sufficiente. Lo veda finalmente con i suoi occhi e ne parli con la garante comunale dei detenuti Monica Gallo, convochi le Regioni a partire dal Piemonte per le responsabilità sanitarie. È la polizia penitenziaria stessa a mandare continui allarmi sulla carenza di personale e lo stress a cui sono sottoposti gli agenti, che si trovano continuamente a sventare tentativi di suicidio e atti di autolesionismo», prosegue il parlamentare. «E finché non si accetterà di convertire in pene alternative tante detenzioni insensate, come quelle per reati minori o quelle che riguardano persone con patologie psichiatriche, non si agirà mai sul sovraffollamento delle carceri e sul disagio di detenuti e operatori», conclude.

La mamma della detenuta (28 anni) suicida: «Era molto preoccupata»

«Aspettavo di incontrarla al colloquio la prossima settimana». È quanto ha detto al proprio avvocato la madre della giovane di 28 anni (rpt: 28 anni) che ieri si è suicidata in carcere a Torino, come riporta Repubblica on line. «Ero molto preoccupata - si legge sul quotidiano delle parole della mamma - per le sue condizioni: l'ultima volta che ci siamo parlate in video chiamata mi aveva detto: »Mamma non ce la faccio più«. È la quinta persona che muore in carcere, a Torino, dall'inizio dell'anno.

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