Eredità Agnelli, la vita in Italia di Marella: i diari della segretaria smentiscono gli Elkann

Sequestrato il diario intitolato "una vita di spostamenti": nel 2015 la nonna è stata nel nostro Paese per 298 giorni

Eredità Agnelli, la vita in Italia di Marella: i diari della segretaria smentiscono gli Elkann
di Valeria Di Corrado
Sabato 9 Marzo 2024, 00:05 - Ultimo agg. 10 Marzo, 17:32
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Quell’agendina impolverata era stata dimenticata e forse sottovalutata. Ma a mettere nei guai i tre fratelli Elkann, John, Ginevra e Lapo, oltre allo storico commercialista della famiglia Gianluca Ferrero e Urs Robert von Gruenigen, il notaio svizzero che curò la successione testamentaria di una delle famiglie più ricche d’Italia, potrebbe essere proprio il diario di appunti della segretaria di Marella Caracciolo.

Eredità Agnelli, dopo John Elkann indagati anche il fratello Lapo e la sorella Ginevra

La nonna degli Elkann, la cui eredità è al centro della contesa familiare sfociata in un’inchiesta per evasione fiscale e ora anche truffa ai danni dello stato.

Un quaderno dove sono stati annotati in modo schematico appuntamenti e, soprattutto, spostamenti della vedova dell’avvocato Gianni Agnelli tra l’Italia e la Svizzera. Si tratta di un documento che la Procura considera fondamentale, perché, a quanto sembra, potrebbe dimostrare che l’anziana ha trascorso molto più tempo nel nostro paese invece che all’estero. Ma il resoconto degli spostamenti non è un dettaglio, perché l’accusa degli inquirenti a carico degli indagati, che da due giorni sono diventati cinque, è proprio quella di aver costruito «una residenza estera fittizia» in Svizzera per la Caracciolo. Con due finalità: «Da un lato, sotto il profilo fiscale, evitare l’assoggettamento a tassazione in Italia di ingenti cespiti patrimoniali e redditi derivanti da tali disponibilità; dall’altro, sotto il profilo ereditario, sottrarre la successione» della vedova dell’Avvocato «all’ordinamento italiano». Parole precise, scritte nel nuovo decreto di sequestro agli atti dell’inchiesta per «dichiarazioni fraudolente» dei redditi. E tra le carte c’è anche una nuova ipotesi di reato: «truffa aggravata ai danni dello Stato e di ente pubblico», cioè l’Agenzia delle entrate.


GLI SPOSTAMENTI
Per quanto riguarda il diario della segretaria, gli inquirenti annotano che la parte fondamentale è un documento di quattro pagine «riepilogante in forma schematica i giorni di effettiva presenza in Italia di Marella Caracciolo». Emerge che nel 2015 la moglie di Agnelli sarebbe stata «in Svizzera meno di due mesi», mentre sarebbe rimasta in Italia per 298 giorni. Nel 2018 sarebbe rimasta nel nostro Paese per 227 giorni, mentre solo 138 li avrebbe trascorsi all’estero. E agli occhi dei finanzieri è sembrato molto indicativo anche il titolo in testa all’ultimo foglio: «Una vita di spostamenti». Per chi indaga, «tale documento, oltre a confermare la fondatezza delle contestazioni mosse, postula l’estensione delle stesse quantomeno anche agli anni 2015, 2016, 2017, non ancora coperti da prescrizione». C’è anche un altro documento considerato importante che è stato trovato nel corso di una perquisizione: in un faldone dello scantinato del commercialista Ferrero è saltato fuori un manoscritto, una specie di manuale, con indicazioni dettagliate su come agire in caso di morte della Caracciolo. Istruzioni, forse, per portare avanti il raggiro.


I BENI
Tra i beni in questione, finiti al centro dell’inchiesta ci sarebbero 734 milioni di euro, «derivanti dall’eredità di Marella Caracciolo», e la presunta truffa riguarda il mancato pagamento della tassa di successione. 
La quota che gli Elkann avrebbero dovuto versare all’erario, dunque, oscilla tra i 42 e i 63 milioni di euro. Ma c’è altro: negli atti si legge che «appare ipotizzabile l’integrazione della base imponibile sottratta a tassazione, già costituita dalla rendita vitalizia, con l’ulteriore significativa somma di 30 milioni di euro di redditi derivanti dalle disponibilità offshore di Marella Caracciolo e generati in ognuna delle annualità contestate: 2015, 2016, 2017,2018, parte del 2019», periodo nel quale gli inquirenti ritengono Marella vivesse a stabilmente a villa Frescot, sulle colline torinesi. Quindi sui guadagni si sarebbe dovuta versare l’Irpef in Italia.


IL RIESAME
Pochi giorni fa il tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso delle difese, ha ordinato il dissequestro del materiale preso in consegna dalla Finanza con le perquisizioni dell’8 febbraio. I pm, però, sono riusciti a trattenere quasi tutto, compresi i telefonini, i server e gli altri device, firmando un decreto che quasi certamente sarà impugnato dagli avvocati. 
 

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