Il mondo dell'alpinismo piange la scomparsa di Ermanno Salvaterra, scalatore e guida alpina trentina, noto a livello internazionale per le sue imprese sulle Dolomiti di Brenta e sulle montagne della Patagonia. Salvaterra, di 68 anni, è morto nel primo pomeriggio di oggi mentre percorreva, assieme ad un cliente, la via Hartmann/Krauss, sulla cresta occidentale del Campanile Alto.
Morto un alpinista super esperto
L'alpinista, conosciuto come «l'uomo del Torre» per le sue numerose spedizioni sul gruppo del Cerro Torre, tra Argentina e Cile, era primo di cordata quando ha perso l'appiglio, probabilmente a causa di un cedimento di roccia, precipitando per una ventina di metri, a una quota di circa 2.750 metri di altitudine. I soccorritori sono stati allertati poco dopo le 14, mentre gli operatori del Soccorso alpino del Trentino sono stati trasferiti in quota con l'elicottero e calati con il verricello direttamente sul luogo dell'incidente. I tecnici di soccorso non hanno potuto fare altro che constatare il decesso e recuperare la salma, trasferita poi a Madonna di Campiglio.
Illeso il compagno di cordata
Il compagno di cordata è stato invece recuperato e trasportato, illeso a valle.
Il dolore di Messner
«Eravamo sempre in contatto. Lui ha aperto definitivamente tutte le pagine vuote della storia del Cerro Torre. Sono molto triste: è una morte che mi tocca molto. Sono anche preoccupato perché ultimamente abbiamo perso dieci dei più grandi alpinisti viventi», ha detto Messner, sentito dall'ANSA. Cordoglio per la morte di Salvaterra è stato espresso anche dal mondo dell'alpinismo locale. «Ci lascia una grande persona», ha scritto la Società degli alpinisti tridentini