«È inutile girarci intorno: sono stata io, ero io che guidavo l’auto, ero io al volante. Mi dispiace per la bambina». Poche parole, scandite nitidamente di fronte agli agenti della polizia locale del X Gruppo Mare che hanno raccolto la sua confessione trasmettendola poi in Procura dove era stato già aperto un fascicolo per omicidio stradale e lesioni e lei era stata iscritta sul registro degli indagati.
Pur senza la sua diretta ammissione, le prove contro Sonsirie Betti, classe 1990, al volante della Golf che sabato notte si è schiantata non lontano dalla Laurentina, sarebbero arrivate a stretto giro. Questione di tempo: le impronte raccolte sul volante e le tracce di sangue sulla parte del posto guidatore non avrebbero fatto altro che confermare come fosse lei, quella notte, e non la madre di Gaia alla guida del veicolo. Si chiude così la ricostruzione del terribile incidente in cui una bambina di solo 13 anni - Gaia Menga - ha perso la vita sabato notte, di ritorno con la madre e quella amica, da un ristorante di Anzio.
LE PERIZIE
Il pubblico ministero Margherita Pinto ha comunque disposto una doppia perizia: con la prima affidata a un consulente si dovrà stabilire la velocità a cui viaggiava la Golf, con la seconda, invece, si dovrà accertare che il manto stradale non fosse compromesso.
L’auto non apparteneva a nessuna delle due donne: era stata affittata con un noleggio a lungo termine da un amico della Betti che sabato gliel’aveva prestate per andare a cena a mare nonostante il maltempo. Sul posto, la notte di sabato, la prima pattuglia dei vigili urbani è arrivata alle 2.40 ma quella deputata ai rilievi, ossia la pattuglia incidenti (ogni notte ce ne è una soltanto in servizio per le strade della Capitale) è arrivata sulla Laurentina partendo da Ostia dopo quasi due ore. Questo inevitabilmente ha ritardato alcuni esami: entrambe le donne sono risultate negative al drug-test ma una delle due, la Betti, non è risultata negativa al test alcolemico. Il livello in fase di analisi è risultato di poco sopra la soglia consentita ma appunto è stato prelevato diverse ore dopo l’incidente e questo fa supporre che alle due, quando l’auto si è ribaltata, fosse invece molto più alto. Sul corpo della piccola Gaia sarà svolta l’autopsia. Il suo cuore ha smesso di battere sull’ambulanza prima di raggiungere l’ospedale, molto probabilmente (questa è la triste speranza) non si è accorta di nulla.