Processo Expo, Sala condannato a sei mesi: «Ma resto sindaco di Milano»

Giuseppe Sala condannato a sei mesi per Expo
Giuseppe Sala condannato a sei mesi per Expo
Venerdì 5 Luglio 2019, 13:23 - Ultimo agg. 6 Luglio, 07:20
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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex ad di Expo, è stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45 mila euro, nel processo milanese in cui era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l'assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell'Esposizione Universale del 2015. La sentenza è stata emessa dai giudici della decima sezione penale.

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, è stato condannato nel processo sulla cosiddetta Piastra, ma questo «Non produrrà effetto sulla mia capacità di essere sindaco», dice il primo cittadino lasciando l'aula del tribunale di Milano. «Sono resistente», aggiunge piuttosto amareggiato.

LE REAZIONI
«Nel rispetto dell'operato della magistratura, confermo la stima per l'uomo e per il sindaco Beppe Sala. A lui si deve il successo di Expo, a lui si deve la sfida vinta per le Olimpiadi 2026». Lo scrive il segretario regionale del Pd lombardo Vinicio Peluffo il quale aggiunge che il sindaco di Milano «ha sempre operato nell'interesse pubblico, per amore di questa città. A lui Milano e i milanesi devono molto. Saremo al suo fianco nei prossimi anni di mandato».

«Oggi il »condannato del giorno nel Pd« è... il sindaco di Milano, Beppe Sala! Sembra una lotteria, invece è la triste realtà. Ormai abbiamo perso il conto di tutti gli indagati e condannati del Partito democratico. L'ultimo, in ordine temporale, è Sala, importante esponente del Pd e renziano doc, condannato per falso ideologico a una pena di 6 mesi di reclusione (convertita in 45.000 euro di multa)». Lo scrive il Movimento 5 Stelle sul suo profilo Facebook parlando del sindaco di Milano, che tuttavia non è iscritto al Pd. «Ancora una volta ci ritroviamo a fare la solita domanda al segretario del Pd Nicola Zingaretti: caccerai, o meno, dal tuo partito un condannato? E siccome immaginiamo già la (non) risposta di Zingaretti, facciamo notare a Sala che se vuole veramente bene ai milanesi dovrebbe mollare subito la sua poltrona. Pochi giri di parole, in questi casi c'è solo una cosa da fare: dimettersi da sindaco di Milano. E dovrebbe farlo anche velocemente! Il Pd tra indagati e condannati nelle ultime settimane ha superato ogni record. Ma Zingaretti tace. Davvero imbarazzante, altro che rispetto delle regole, in casa Pd quello che conta è occupare i posti di comando. Cambiano i segretari ma il Partito democratico rimane sempre lo stesso! E domani chi sarà il »condannato del giorno nel Pd«?, concludono.

Nessuna speculazione politica sulla sentenza, ma prosegue la battaglia contro il «pessimo operato di questa giunta»: questa la reazione del capogruppo di Forza Italia in Regione Lombardia, Gianluca Comazzi, alla condanna del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per falso ideologico e materiale. «Dispiace apprendere della condanna inflitta al sindaco di Milano nel processo per la 'piastra Expò - dice Comazzi -.

Non è nel mio stile personale né fa parte della cultura del mio partito speculare politicamente su vicende come questa, considerando che si tratta pur sempre del primo grado di giudizio». Forza Italia, spiega il capogruppo di Fi in Lombardia, è sempre stata garantista, «senza distinzioni dettate dall'ideologia o dal partito di appartenenza». «Detto questo - prosegue - continueremo a batterci con tutto il nostro impegno per contrastare il pessimo operato di questa giunta: l'insensato aumento delle tariffe Atm, lo stato di degrado in cui versano i quartieri periferici, l'insicurezza diffusa in città. I cittadini meritano un'amministrazione più attenta alle loro esigenze».

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