La fine orrenda di Sarah in diretta Tv
Lo zio: l'ho strangolata e violentata
La cugina Sabrina: «Papà deve pagare»/ Video

La fine orrenda di Sarah in diretta Tv Lo zio: l'ho strangolata e violentata La cugina Sabrina: «Papà deve pagare»
Mercoledì 6 Ottobre 2010, 23:28 - Ultimo agg. 15 Marzo, 22:23
6 Minuti di Lettura
TARANTO (7 ottobre) - L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era gi mort: i carabinieri, certamente abituati a racconti choc, non nascondono una smorfia di repulsione nell'ascoltare le parole di Michele Misseri, zio di Sarah per parte materna, pap di quella cugina che per Sarah era pi di una sorella. E lo stesso assassino, nei giorni vorticosi delle ricerche, aveva detto ai cronisti: Sarah la mia terza figlia. Sempre secondo le dichiarazioni dell'uomo, la ragazza sarebbe stata strangolata nel garage di casa Misseri. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, Misseri l'ha denudato e ha successivamente bruciato i vestiti.



«Mio padre deve pagare per quello che ha fatto»: così Sabrina Misseri, figlia dell'uomo che ha ucciso Sara Scazzi, cugina della ragazza, ha risposto al citofono di casa ai giornalisti che volevano parlare con lei. «Non abbiamo nulla da dire - ha risposto Sabrina - mio padre deve pagare per quello che ha fatto».



La mamma di Sarah, Concetta Serrano, ha appreso ieri sera delle ricerche del corpo della figlia mentre era in collegamento in diretta con il programma di Rai 3 «Chi l’ha visto» (video) al quale partecipava proprio dall’abitazione di Michele Misseri, lo zio della giovane scomparsa e che è tuttora trattenuto nel comando provinciale dei carabinieri di Taranto. Quando le voci sulla colpevolezza dello zio si sono fatte insistenti la conduttrice, Federica Sciarelli, ha chiesto alla donna se non preferisse allontanarsi dalla casa. Concetta ha risposto: «È meglio», e accompagnata da uno dei suoi avvocati ha lasciato l'abitazione.





Sarebbe crollato dopo ore di interrogatorio e dopo essere caduto più volte in contraddizione: «Sono stato io: l'ho strangolata» ha detto ai carabinieri Michele Misseri, zio materno di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni scomparsa il 26 agosto. E l'ha anche violentata, post mortem. I carabinieri hanno cercato per due ore il cadavere della ragazzina nelle campagne di Avetrana sulla base delle indicazioni fornite proprio da Michele Misseri.



I carabinieri, in serata, hanno soltanto ammesso, dopo l'iniziale riserbo, che effettivamente «diverse unità sono in azione per localizzare il cadavere di Sarah Scazzi, ma ancora senza esiti». Sarebbe stato lo stesso Misseri a guidare i carabinieri nelle ricerche del corpo della nipote. Alle ricerche hanno preso parte anche i vigili del fuoco che hanno fornito le fotoelettriche per illuminare la zona.



Sara Scazzi è stata uccisa dallo zio, Michele Misseri, il giorno stesso della scomparsa, il scomparsa il 26 agosto. La ragazza sarebbe stata strangolata nel garage dell'abitazione dello zio, i suoi vestiti bruciati, il cadavere occultato in campagna. Il movente resta tuttora sconosciuto. È questa la sintetica ricostruzione della vicenda di Sarah, secondo quanto è stato possibile apprendere da fonti investigative.



Le ricerche dei carabinieri per trovare il cadavere di Sarah Scazzi, coordinate in loco dal procuratore aggiunto Piero Argentino e dal pm inquirente, Mariano Buccoliero, si sono concentrate in campagna in un luogo nella zona dove fu trovato il cellulare, in località Tumani. Una via interpoderale è stata transennata per bloccarne l'accesso: è una strada perpendicolare rispetto alla provinciale Nardò-Avetrana, un “tratturo” tra i campi all'incrocio per Erchie (Brindisi) della strada provinciale che da Avetrana porta a San Pancrazio Salentino (Brindisi). L'area dista pochi chilometri dall'abitato di Avetrana.



Michele Misseri è trattenuto in caserma da questa mattina e sarebbe indagato per la scomparsa della nipote: in tarda serata è stata formalizzata l'accusa: omicidio volontario. È stata smentita, per il momento, la notizia che vi sarebbe una seconda persona indagata, anch'essa sottoposta a fermo di polizia giudiziaria perché indiziata di reato.



In serata numerosi carabinieri, con unità cinofile, sono partiti dal comando provinciale di Taranto alla volta delle campagne di Avretana. I militari hanno recintato un'ampia zona alla quale è interdetto l'accesso agli estranei. Sembra che le ricerche siano concentrate tra una sorta di capanna e un pozzo. È arrivato un nucleo di sommozzatori nella zona dove si sono accentrate le ricerce della ragazza. Questo confermerebbe che il cadavere è in un pozzo. In campagna, tra la gente in attesa di notizie, c'è anche Sabrina, la cugina del cuore di Sara e figlia di Michele Mizzeri.



La moglie di Michele Misseri, Cosima Spagnolo, e la figlia maggiore, Valentina, sono uscite poco l'una dal comando provinciale dei carabinieri a bordo di una vettura civile dell'Arma, che si è allontanata dalla zona. Qualche minuto prima un militare in borghese era salito sull'Opel Astra di colore celeste di proprietà dello zio di Sarah Scazzi, parcheggiata da stamani dinanzi alla caserma, portandola via.



Per l'intera giornata gli inquirenti hanno trascorso ore e ore ad ascoltare per l'ennesima volta, e confrontarle tra di loro, le dichiarazioni dello zio di Sarah Scazzi, Michele Misseri, di sua moglie, Cosima Spagnolo, e della loro figlia Valentina, sorella maggiore di Sabrina, la cugina che la quindicenne di Avetrana doveva incontrare per andare al mare il 26 agosto scorso e nella casa della quale non è mai arrivata. Gli investigatori stanno cercando di trovare un indizio concreto in grado di portare sulle tracce della ragazzina. I tre componenti della famiglia Misseri, convocati quali persone informate sui fatti, sino a stasera erano ancora nelle stanze del comando provinciale dei carabinieri di Taranto.



Ad ascoltare i loro racconti ci sono il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e i pm titolari dell'inchiesta, il procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e il sostituto procuratore Mariano Buccoliero. Michele Misseri, contadino, è colui che la mattina del 29 settembre scorso ha trovato casualmente il cellulare di Sara, parzialmente bruciacchiato e privo di batteria e di scheda Sim, vicino alle stoppie alle quali aveva dato fuoco la sera prima in un podere nel quale aveva lavorato per conto terzi. E quando fu intervistato dalle televisioni, si mise anche a piangere (video).



Un ritrovamento che gli investigatori in prima istanza hanno fatto credere di ritenere un depistaggio, con l'intenzione forse di mettere in difficoltà lo zio di Sara: perchè quel cellulare la sera prima non è stato notato, perchè chi lo ha messo, e non gettato, in quel podere lo ha collocato in modo da non distruggerlo, vicino alle stoppie ma non all'interno. Ma letto nella valutazione complessiva dei parametri che costituiscono la vicenda della scomparsa, sembra assumere la connotazione dei più classici messaggi dell'autore del crimine. Una sorta di atto accusatorio di chi, disorganizzato e disfunzionale, non riesce a reggere lo stress della sua azione, né riesce a mantenerne il controllo e si mette in mostra fino a vestire i panni del «buon samaritano», che si sottopone alla gogna del paese per il fine supremo di voler collaborare con le autorità di polizia.



La svolta alle indagini era nell'aria, proprio all'indomani di quel misterioso ritrovamento del cellulare. Ed ha una strategia investigativa la contemporanea convocazione di zii e cugina di Sara, tenendoli insieme non nel familiare ambiente domestico, ma in quello senza dubbio “ostile” della caserma dei carabinieri, che provoca disagio, specialmente nell'attesa degli eventi. C'è ancora da verificare la presunta seconda testimonianza di una persona che, verso le 14,30 del 26 agosto, mentre era ferma in via Pirandello, avrebbe visto un'auto imboccare lentamente via Sanzio e via Kennedy e, pochi attimi dopo, percorrere quest'ultima strada a tutta velocità in direzione della litoranea.



Per tutta la giornata, intanto, sono proseguite le ricerche della quindicenne. Con l'ausilio di un elicottero, di nuclei specializzati, anche di sommozzatori, e di unità cinofile sono state setacciate, nonostante la pioggia battente, alcune zone di campagna tra Porto Cesareo e Nardò, in provincia di Lecce, al confine col Tarantino, con esito negativo. Poi in serata, come tempesta annunciata, la svolta nelle indagini (video) e il macabro ritrovamento di Sarah, nella vasca di raccolta delle acqua pluviali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA