Un milione e 200 mila euro. E' quanto vale - secondo la compagnia di assicurazione della fabbrica tessile di via Garigliano a Montemurlo - la vita di Luana D'Orazio, l'operaia di di 22 anni madre di un bambino che oggi ne ha 6, morta lo scorso 3 maggio a Prato inghiottita da un macchinario tessile. Il risarcimento, offerto ai familiari della vittima, è stato però rifiutato. «Questa storia di denaro sbandierato ai quattro venti come se la morte di mia figlia avesse un prezzo mi fa stare male. Il dolore non si quantifica e non si mercifica e comunque queste cose vanno fatte nelle sedi opportune, perché per me, gettarmele addosso, sono come pugnalate al cuore». Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, Emma Marrazzo, la mamma di Luana.
L'assicurazione ha tenuto conto delle tabelle previste per legge nei casi di infortunio mortale liquidando ai parenti stretti della giovane la somma massima di 336.500 euro ciascuno alla mamma di Luana, al padre e al figlio.
Luana D'Orazio, morta stritolata. «Macchinario manomesso per produrre l’8% in più»
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