Medici precari, contratti in scadenza per 54mila eroi del Covid: servono due miliardi

Medici precari, contratti in scadenza per 54mila eroi del Covid: servono due miliardi
di Lorenzo Calò
Venerdì 5 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 6 Novembre, 07:06
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Ricordate quando nel 2020, nel pieno dell'emergenza Covid, li chiamavano eroi, angeli della corsia, salvatori dell'umanità? Sono quei camici bianchi (medici, infermieri, personale socio-sanitario) chiamati in tutta fretta con contratti a termine e spediti nella trincea sanitaria nazionale per fronteggiare l'aggressione dell'epidemia. Bene, oggi sono un peso e rischiano di essere buttati fuori. Tutti. O quasi tutti. Sono infatti 54mila gli operatori della sanità (tra medici, infermieri, socio-sanitari) che - assunti in via d'urgenza nella fase cruciale della pandemia - oggi chiedono di essere stabilizzati. Di questi 9mila sono medici che, a scadenza di contratto, potrebbero lasciare sguarniti i reparti in cui lavorano ormai da un anno e mezzo assicurando turni e presenze. 

Certo, la legge di bilancio ne prevede in teoria l'assunzione nel 2022 ma il processo di assorbimento è tutt'altro che automatico. Nello specifico nell'ambito del personale sanitario avrebbero diritto alla stabilizzazione tutti quegli operatori che hanno lavorato almeno 6 mesi tra gennaio 2020 e giugno 2021. Ma la scelta è demandata alle Regioni che però hanno due problemi fondamentali con cui doversi confrontare: uno, non sforare i tetti di spesa, in alcuni casi definiti su parametri addirittura del 2004; due, fare i conti con la carenza di fondi visto che la stessa Conferenza della Regioni ha chiesto al governo altri 2,2 miliardi per coprire le spese dell'emergenza Covid del 2020.

Un cane che si morde la coda visto che dall'inizio dell'epidemia sono state reclutate con modalità straordinarie 66mila unità di personale con contratti flessibili, utilizzate per rispondere alla crisi sanitaria in attività come l'assistenza ospedaliera, il contact tracing, l'incremento del numero di tamponi e la campagna di vaccinazione. La platea di personale che potrebbe però in teoria essere stabilizzata - eliminando medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e il personale collocato in quiescenza ma richiamato con incarichi di lavoro autonomo - sarebbe di circa 54mila unità di cui circa 9mila medici, 23mila infermieri e 22mila di altro personale. Per ora il governo ha solo parzialmente risposto all'appello delle Regioni e ha spalmato per il 2021 alcuni fondi «premiali», assegnati cioè in base a parametri oggettivi con cui la sanità territoriale ha saputo far fronte alla pressione dell'emergenza Covid. Si tratta di 390,5 milioni di cui 104 accordati alla Campania (seconda migliore performance dopo la Liguria che ne ha avuti 108). Lo scorso aprile, con l'accordo della Conferenza delle Regioni, erano state stabilite le quote totali del riparto: 116,27 miliardi (tra fondo ordinario e somme premiali) oltre a ulteriori 554 milioni a titolo di «ristoro» per l'abolizione del superticket. «Per tutelare la salute dei cittadini evidenzia la Conferenza delle Regioni - abbiamo messo in campo una macchina sanitaria senza precedenti, compresa la più grande vaccinazione di massa di cui si abbia memoria. Ciò portando avanti anche tutte le attività sanitarie no Covid, che nel 2021 vedono volumi di prestazioni eccezionali, anche per le tante visite rimandate dai cittadini nel 2020. Pensare che tutto questo possa essere affrontato con fondi ordinari, con le stesse risorse di prima, non è verosimile. Per questo è necessario che il Governo dia subito risposte immediate e concrete alle Regioni». 

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Quanto alla «lista» dei precari della sanità in attesa di essere stabilizzati (attualmente sono in servizio grazie a contratti di sei, nove e dodici mesi), Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Lazio guidano la classifica delle Regioni con il più alto numero di rapporti di lavoro a termine. In Campania i precari della sanità assunti per l'emergenza sono 5.565 di cui 834 medici, 2.978 infermieri e 1.753 operatori socio-sanitari che, sommati ad altro personale aggregato nei reparti (medici in quiescenza richiamati, specializzandi e in attesa di abilitazione), portano a 7.240 il numero complessivo di camici bianchi arruolati nella fase di emergenza. 

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