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Messina Denaro, la donna del boss si presenta ai carabinieri: «Ero la sua amante, ma non sapevo chi fosse»

Lei è una donna del mistero (e forse neppure l'unica) di qualche anno più giovane, siciliana

Tutti gli identikit di Matteo Messina Denaro
Tutti gli identikit di Matteo Messina Denaro
di Riccardo Lo Verso e Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 30 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. : 11:41
4 Minuti di Lettura

Forse l'ha incontrata per strada, un giorno qualunque che né lui né lei ricorderebbero con precisione. Forse, come spesso accade, è bastato un sorriso, una battuta, quel niente capace di accendere una conversazione da cui poi è nata una liaison. Ed è così che una donna si è presentata alla stazione dei carabinieri. Aveva qualcosa di scottante da rivelare. È stata l'amante di Matteo Messina Denaro. «Ho avuto una relazione con quell'uomo visto in televisione», avrebbe detto più o meno così. 

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L'uomo è il padrino trapanese. Lei è una donna del mistero (e forse neppure l'unica) di qualche anno più giovane, siciliana. Ha precisato subito che non avesse idea della reale identità della persona con cui ha intrattenuto il rapporto clandestino. Non poteva immaginare di avere perso la testa per l'uomo più ricercato del pianeta. Non è stato facile per lei uscire allo scoperto, ma ha capito che non poteva tenersi dentro un segreto simile. Prima o poi sarebbe venuto a galla, probabilmente dall'analisi dei telefonini sequestrati a Messina Denaro. E allora meglio presentarsi spontaneamente. Chi fosse il suo amante lo avrebbe capito solo il giorno che la foto di Messina Denaro è finita su tutti i media. Una versione che non convince del tutto, ma al momento la donna non è indagata. È ancora presto, però, per capire se si tratti dell'ennesimo tassello di una distrazione di massa che appare inverosimile, specie se gli incontri, come nel loro caso, siano stati ripetuti e in intimità. Messina Denaro gli ultimi anni della sua trentennale latitanza li ha trascorsi come un uomo qualunque vizi e malanni inclusi - ad una manciata di chilometri dalla sua Castelvetrano. Il capomafia corleonese, stragista, sanguinario, spietato carnefice di uomini, donne e bambini andava al supermercato e al ristorante come se nulla fosse. E molto probabilmente ha incontrato così, per caso, questa donna del mistero. Si è anche spostato in auto fino a Palermo per trattare l'acquisto di una nuova vettura, un'Alfa Romeo Giulietta. Insomma, nulla faceva per nascondersi. Nel covo in vicolo San Vito, ex via Cb31, le tracce del passaggio femminile sono evidenti. Indumenti, una parrucca, sembrerebbe anche dei cosmetici.

 

Di donne nella sua vita ne ha avute diverse. Fin dai primi anni della sua latitanza trafisse i cuori di molte ragazze e signore, alcune delle quali accusate e condannate poi per favoreggiamento. Tra loro una delle prime fu Maria Mesi, classe 1965. La donna ha pagato il suo conto con la giustizia e da tempo è libera ma a metà degli anni Novanta mise a disposizione di Denaro diversi appartamenti due dei quali si trovavano a Bagheria, in via Puglisi 10 e in via Mattarella 65. I contratti di fornitura dei servizi, che poi furono chiusi nel 1995 e nel 1996, erano stati formalmente intestati ad un'amica della Mesi, senza che quest'ultima abitasse di fatto in questi immobili. Fu scoperta per le lunghe lettere d'amore scritte a Denaro ma in sede processuale non confessò mai il suo legame con quello che all'epoca era già un super latitante e di cui conosceva perfettamente l'identità. In questo ultimo caso, invece, non si sa quale nome Messina Denaro avesse scelto per portare avanti la relazione con la 50enne trapanese.

Potrebbe essere una delle cinque emerse dalla perquisizione della casa rifugio dove sono state trovate altrettante carte d'identità che si aggiungono a quella del geometra Andrea Bonafede, utilizzata per visite, cure ed operazioni all'ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo e alla clinica La Maddalena di Palermo. La donna si è fatta avanti, mentre su altre due i carabinieri del Comando provinciale hanno eseguito degli accertamenti dopo avere raccolto le insistenti voci del paese. Il chiacchiericcio si mescola alla realtà. Non sono stati trovati riscontri alla loro frequentazione con Messina Denaro, tanto che le loro abitazioni non sono state perquisite. Per colei che ha confessato la relazione, invece, sono in corso delle verifiche. Nel frattempo si ingrossa il fascicolo di coloro che si presentano per dire di avere incontrato il latitante senza essersi resi conto della sua reale identità. Negozianti, ristoratori, pazienti della clinica, semplici cittadini che vivono a Trapani, a Campobello di Mazara e nei paesi vicini: il timore di essere sospettati di collusione è forte. Dopo trent'anni di silenzio in tanti hanno ritrovato improvvisamente la memoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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