Strage del Mottarone, Leitner risarcisce famiglie vittime della funivia: chiesto il processo per 8 dirigenti

Per pm catena di omissioni e negligenze

Strage del Mottarone, Leitner risarcisce famiglie vittime della funivia: chiesto il processo per 8 dirigenti
Martedì 12 Settembre 2023, 20:30 - Ultimo agg. 13 Settembre, 09:03
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Mentre la Procura di Verbania ritiene sia necessario un processo per stabilire chi siano i responsabili della catena di omissioni, a cui si aggiungono negligenza e imperizia, che si ritiene siano alla base dell'incidente della funivia del Mottarone, Leitner, il gruppo altoatesino che con i suoi vertici figura tra gli imputati, sta procedendo a risarcire le famiglie delle vittime: alcuni degli accordi sono stati già chiusi, altri sono in via di chiusura.

 

I risarcimenti alle famiglie delle vittime

Secondo quanto scrive l'agenzia LaPresse, sono in corso da mesi le trattative tra Leitner e i familiari delle vittime della strage del Mottarone e sarebbero arrivate a un accordo per alcuni parenti, mentre per altri si stanno ancora definendo le cifre. Entro la fissazione dell'udienza preliminare potrebbero essere definiti tutti gli accordi. Le richieste di alcune famiglie, secondo quanto si apprende da fonti informate, sono "molto elevate". Per il momento, in termini di risarcimenti, l'assicurazione di Ferrovie del Mottarone, Reale Mutua, aveva messo a disposizione il massimale e alcuni familiari avevano ricevuto gli acconti (circa 10 milioni di euro), compresa la famiglia del piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto alla strage. Leitner e Ferrovie del Mottarone figurano tra gli 8 indagati (6 persone e 2 società) per i quali la procura di Verbania ha depositato oggi la richiesta formale di rinvio a giudizio.

Leitner ha fatto sapere oggi di ritenere di aver "sempre operato in modo corretto".

Chiesto il rinvio a giudizio

Con l'istanza di rinvio a giudizio depositata oggi dal pm Laura Carrera e dal procuratore Olimpia Bossi, la tragedia che il 23 maggio 2021, con 14 morti, ha listato a lutto l'Italia, entra in una nuova fase processuale. Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, il gruppo incaricato della manutenzione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service, e le due stesse società, da indagati diventano imputati. Per loro, tra qualche settimana, si ipotizza tra la fine ottobre e la prima metà di novembre, si aprirà l'udienza preliminare. Accusa e difesa caleranno le loro carte davanti a un gup, al quale spetterà decidere: non è da escludere che qualcuno sceglierà un rito alternativo.

 

Ipotesi di reato

Le ipotesi di reato a vario titolo sono attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime e solo per Tadini (l'unico ad essere finito ai domiciliari) e Perocchio anche il falso. Secondo inquirenti e investigatori le cause per cui il cavo traente della funivia si è spezzato e la cabina numero 3, con 15 turisti a bordo - solo il piccolo Eitan si è salvato - è precipitata al suolo, sono da ricondurre a parecchie omissioni e gravi leggerezze: come si evince dagli atti di indagine e dalle perizie discusse con la formule dell'incidente probatorio, si va dai mancati controlli, innanzitutto sulla fune ammalorata che poi si è tranciata, alle anomalie e piccoli incidenti spia nascosti e mai annotati sui registri dell'impianto. E ancora dai mancati o insufficienti investimenti, anche sul personale, pur di risparmiare fino alla malaugurata consuetudine - contestata in particolare a Tadini, Perocchio e Nerini - di inserire i 'forchettonì per evitare che le cabine si bloccassero all'improvviso in piena corsa, per via dei freni di emergenza, costringendo a manovre dispendiose per far scendere i passeggeri. Una ricostruzione che dovrà essere vagliata dal giudice e che le difese respingono in gran parte.

Il collegio di legali dei dirigenti di Leitner e della stessa società, hanno infatti ribadito la «totale estraneità» dell'azienda e dei suoi vertici, «rispetto alle cause determinanti il tragico evento che, come emerso nelle indagini, è stato direttamente riconducibile alla deliberata manomissione dei presidi di sicurezza presenti sull'impianto e perfettamente funzionanti». Comunque il gruppo di Vipiteno «ha già assunto concrete iniziative per assicurare, sin da subito, ancor prima della celebrazione del processo e a prescindere dalla propria estraneità, il pieno e integrale risarcimento del danno» alle famiglie. Si parla, è trapelato, di una cifra complessiva tra i 10 e i 15 milioni di euro da versare ai parenti delle vittime. Ciò da un lato dovrebbe comportare la revoca della loro costituzione di parte civile e la loro uscita dal procedimento, e dall'altro sarebbe una mossa da far valere dalle difese per chiedere il non luogo a procedere per i loro assistiti.

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