Di Maio, vigili a caccia di abusi edilizi nei terreni del papà nel Napoletano

Di Maio, vigili a caccia di abusi edilizi nei terreni del papà nel Napoletano
di Gigi Di Fiore
Martedì 27 Novembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 16:27
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Inviato a Mariglianella

Non c'era nessuno. Chiuso il cancello, chiusa la struttura in lamiera e mattoni dove sono tenuti alcuni attrezzi edili, chiuso il deposito, non accessibile il campetto di calcio. E per questo, gli agenti della polizia locale del comune di Mariglianella non hanno potuto eseguire gli «accertamenti urbanistici» disposti dal sindaco Felice Di Maiolo. È il terreno di proprietà al 50 per cento del geometra Antonio Di Maio, padre del vice premier Luigi. L'altra metà è di Giovanna Di Maio, sorella di Antonio. Tutto regolare nell'acquisizione e titolarità della proprietà, se non fosse che i manufatti non risultano registrati alla conservatoria dell'Agenzia del territorio. Abusivi, almeno è questa l'ipotesi che deve verificare la polizia locale che per stamattina ha convocato Antonio Di Maio proprio qui, in via Umberto 69, per potere accedere nella proprietà e svolgere gli accertamenti sulle strutture. La convocazione è stata naturalmente inviata, sempre con pec mail, anche a Giovanna Di Maio, che vive a Reggio Emilia.
 
Proprio sui terreni di Mariglianella di Antonio Di Maio risulta un'ipoteca di Equitalia, per un debito e una multa che ammonterebbe ad una somma complessiva di 172mila euro. Spiega Felice Di Maiolo, il sindaco di Mariglianella: «Quelli di via Umberto sono immobili vecchissimi e diroccati. Abbiamo disposto le verifiche necessarie, dopo avere avuto la notizia dell'assenza di registrazioni al catasto. Ho incontrato Antonio Di Maio una volta sola in vita mia».

Il Comune ha avviato la procedura di verifica, anche perché all'ufficio tecnico non risultano licenze edilizie su quel terreno dove è stato costruito anche il campetto di calcio che è impianto realizzato nel rispetto dell'indicazione del piano regolatore che parla di area per «strutture scolastiche o edifici di interesse sportivo e collettivo». Ma come mai Equitalia ha ipotecato questo terreno e non ha invece avviato azioni di recupero credito partendo dalla società edile Ardima srl, con sede sempre a Mariglianella, da sempre gestita nella sua attività da Antonio Di Maio? La risposta si ricava probabilmente dalle quote societarie e dalla proprietà.

La ditta edile di famiglia ha avviato l'attività il 25 maggio del 2006. «Demolizione di edifici e sistemazione del terreno - posa in opere di coperture e costruzione di tetti - tinteggiatura e posa in opera di vetri - lavori generali» vengono indicate nell'atto costitutivo come attività dell'impresa. La proprietaria della ditta era Paolina Esposito, mamma di Luigi Di Maio, che è direttrice scolastica. Il 30 dicembre del 2013, l'azienda viene donata dalla signora Esposito ai figli Luigi e Rosalba. Sono passati nove mesi dall'elezione in Parlamento di Di Maio. E, probabilmente, per evitare interferenze tra le due cose, passano appena sei mesi dalla cessione e la ditta viene trasformata in Ardima srl, con amministratore il fratello di Luigi Di Maio. Operazioni proprietarie che non toccano l'attività imprenditoriale, che è stata sempre seguita sin dall'inizio da Antonio Di Maio. Nel 2013, all'Inps risulta nell'Ardima una media di due dipendenti.

Antonio Di Maio affianca l'attività lavorativa ad un impegno politico speso sempre, in quel periodo, nel Msi. Nel 1972, il padre del vice premier è tra i fondatori di una sezione missina a Pomigliano, insieme con un gruppo di amici di cui fa parte Guglielmo Giuntoli, ingegnere e funzionario della Regione, che è stato anche candidato alle elezioni locali. Proprio in quota Msi, Antonio Di Maio ha fatto parte da tecnico esterno della commissione edilizia e della commissione condono del comune di Pomigliano.

«Ogni uomo può commettere un errore - commenta Lello Russo, sindaco di Pomigliano - ma come padre penso che ad Antonio Di Maio, che è una brava persona, le parole del figlio siano state una pugnalata al cuore. Gli avranno fatto più male di tutto il resto». Il riferimento è alle dichiarazioni di Luigi Di Maio, a commento della denuncia delle «Iene» sui dipendenti in nero nella ditta edile di famiglia. Ha ripetuto il vice premier, anche su Fb: «Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. Abbiamo avuto un rapporto difficile».

Restano gli interrogativi, che partono dalla vicenda di Mariglianella: come mai, nell'impresa edile di famiglia, Antonio Di Maio, che pure la gestisce e ne è il vero dominus, non possiede neanche una quota? Da cosa sono nate le ipoteche dell'Equitalia sui terreni di Mariglianella, per un credito che supera i 170mila euro? Antonio Di Maio, l'interessato, a telefono taglia corto: «Tra qualche giorno, avrete tutta la documentazione e le risposte. Per ora vi auguro una buona serata».

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