Incendio ospedale Tivoli nella notte: 3 morti, 2 pazienti gravemente intossicati e 200 evacuati

Allestito ospedale d'emergenza nella palestra

Tivoli, vasto incendio in ospedale: evacuati due reparti, grande paura tra i pazienti
Tivoli, vasto incendio in ospedale: evacuati due reparti, grande paura tra i pazienti
di Alessia Marani ed Elena Ceravolo
Venerdì 8 Dicembre 2023, 23:57 - Ultimo agg. 9 Dicembre, 15:02
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Incendio nell'ospedale a Tivoli: 3 morti (Una quarta persona sarebbe invece deceduta poco prima che scoppiasse il rogo), molti intossicati e 200 evacuati. Emergenza nella grande struttura alle porte di Roma, con i malati intubati bloccati nel letto mentre fuoco e fumo avanzavano nei corridoi. In piena notte, dopo tre ore di paura e angoscia, Adriano De Acutis, comandante provinciale dei vigili del fuoco, fa un primo punto della situazione: «Lo scenario non è ancora completamente sotto controllo, l’incendio è spento, ma il fumo resta nei locali. Inoltre ci sono alcuni pazienti che non possono essere portati fuori: una trentina è stata sistemata in zone della struttura non raggiunte dalle fiamme».

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Tutto l'ospedale rimarrà chiuso per un periodo imprecisato perché le linee elettriche sono fuori uso e non è possibile garantire i servizi. Una tegola per la sanità laziale, un disagio enorme per il quadrante est della provincia romana. In giornata è atteso il sopralluogo degli ispettori del Nia dei vigili del fuoco che condurranno le indagini sulle cause dell'incendio. Il rogo sarebbe divampato dal piano meno tre quello dove, tra l'altro, ci sono i rifiuti speciali. In poco tempo le fiamme si sono propagate ma è stato soprattutto il fumo a invadere l'intero edificio di otto piani. Ma come e perché è tutto da chiarire. La Procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta e il pm, sul posto per coordinare le indagini, ha disposto l'autopsia su tutte e quattro le vittime. 


Le vittime sono tutte anziane, una, un  uomo rivoerato della cardiologia, sarebbe morto per cause nauturali poco prima del divampare delle fiamme.

Il primo bilancio

Quattro morti, due uomini e due donne,  alcuni pazienti sono intossicati di cui uno molto grave e intossicata è anche un’infermiera. Evacuati 250 pazienti alcune decine dei quali sistemati nella palestra mentre all'alba inizierà l'allestimento di un tendone-ospedale da campo.

Preoccupazione perché alcuni anziani dipendono dalle bombole di ossigeno che si stavano scaricando e mancava la corrente, il generatore portava energia solo in terapia intensiva dove malati molto gravi però non potevano essere spostati. Si è fatto di tutto per mettere in salvo le sacche di sangue per l’emodialisi. La parte più colpita è l’ala che si affaccia su via Roma.

Ora c’è una fetta importante della provincia romana che si ritrova senza un ospedale agibile e molte domande a cui dare una risposta. Ma appena scoccata l'emergenza è stata impressionante la macchina dei soccorsi e dei volontari arrivati da tutti i comuni limitrofi per mettere in salvo i degenti e per trasferire tutto ciò che fosse utile per l'allestimento della palestra-punto di raccolta che ha operato come un reparto di degenza, dalle lettighe alle  flebo, dai medicinali e ogni presidio sanitario e macchinario necessario per chi ha bisogno di cure. I volontari e le squadre dell'Ares 118 hanno fatto arrivare le bombole di ossigeno cariche, molti cittadini si sono riversati in strada per portare coperte o prestare aiuto nei soccorsi.  

L'emergenza ossigeno

Una gran parte dei pazienti evacuati ha bisogno di ossigeno e allora è scattata una corsa contro il tempo per recuperare bombole da altri ospedali dal Lazio. Per tutta la notte un viavai di ambulanze e "automediche"  ha illuminato la zona. Decine le ambulanze che hanno fatto la spola con gli altri ospedali della provincia, almeno venti i mezzi dei vigili del fuoco intervenuti e sessanta i pompieri. Numerose le volanti della polizia e i carabinieri. 

L'esercito dei volontari ha lavorato senza tregua. Sono arrivati anche medici e infermieri "in borghese": non c'è stato bisogno di richiamarli in servizio, si sono presentati appena hanno saputo della situazione drammatica. 

I parenti dei malati

Intanto i familiari dei pazienti cercano informazioni: i medici hanno stilato una lista su cui hanno preso nota dei trasferimenti. Non sono mancati momenti di tensione. "Vorrei avere notizie di mia nonna, sono le 3 e ancora non sappiamo nulla", urla un ragazzo mentre una dottoressa spiega: "Stiamo lavorando al limite, appena sarà possibile verrà informato". 
 

 

Le fiamme


Sono da poco trascorse le 22.30 quando all’ospedale di Tivoli, San Giovanni Evangelista, scatta l’allarme. Al piano meno 3 si alzano delle lingue di fuoco, il fumo invade i reparti vicini. Testimonianza di un infermiere che lavorava al piano meno 2: «A un certo punto abbiamo sentito un forte odore di bruciato, poi abbiamo visto le fiamme, non si è capito più niente». I reparti sono affollati, ci sono oltre duecento pazienti, in buona parte non autosufficienti. La struttura ha anche sei posti di terapia intensiva. Molti sono in trappola, per quanto medici e infermieri si affannino per evacuare l’ospedale. I vigli del fuoco arrivano con numerosi mezzi, ci sono anche tre autoscale. L’obiettivo è portare fuori tutti «ma non è semplice - racconta un vigile del fuoco - i pazienti della terapia intensiva non possono essere spostati». Una donna incinta viene portata in salvo con l'autoscala. 

Nel cortile dell’ospedale, in una drammatica corsa contro il tempo si vedono uscire rapidamente camici bianchi che spingono lettighe con i pazienti, aiutati dai carabinieri, uno alla volta nel minore tempo possibile, per metterli al sicuro. Polizia e carabinieri sono schierati anche all’entrata dell’ospedale e con i pennarelli segnano quali pazienti sono stati portati in salvo, in modo da avere un quadro preciso alla fine. I vigili urbani sgomberano le strade perché i mezzi di soccorso procedano spediti. 

I bambini

I bambini della Pediatria vengono trasferiti nella palazzina del Cup (il centro prenotazioni) in attesa di lasciare l'area ospedaliera. Fuori ad aspettare in ansia decine di parenti. Un ragazzo che era ricoverato in Ortopedia, appoggiato a una stampella, dice: «È stato terribile, sono ancora sotto choc, è successo tutto all’improvviso». Diversi pazienti raccontano: «L’aria era diventata irrespirabile, c’era tantissimo fumo, era difficile allontanarsi».

Secondo i primi riscontri, ma servirà una lunga indagine per avere conclusioni certe, l’incendio è partito dal deposito dove sono conservati rifiuti speciali ospedalieri. Ma non è una spiegazione, perché la conservazione di questo materiale per il successivo smaltimento rientra nella normale attività di un ospedale. Accorre anche Andrea Urbani, direttore generale della Sanità della Regione Lazio: «Il 118 si è mobilitato con le ambulanze, i posti letto negli altri ospedali ci sono». Il pensiero di molti va a un’altra storia che ha interessato Tivoli: cinque pazienti oncologici di età compresa tra i 40 e i 55 anni hanno fatto causa alla Asl Roma 5 dopo essere stati contagiati dall’epatite C mentre facevano chemioterapia nell’ospedale di Tivoli tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.

Gli ultimi pazienti, una trentina, rimasti all'interno vengono fatti uscire che è mattina. 

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