Revenge porn su Telegram, «Diletta Leotta tra le vittime»: tre denunciati, uno è un 17enne

Revenge porn su Telegram, «Diletta Leotta tra le vittime»: tre denunciati, uno è un 17enne
Revenge porn su Telegram, «Diletta Leotta tra le vittime»: tre denunciati, uno è un 17enne
Giovedì 30 Aprile 2020, 09:54 - Ultimo agg. 13:43
4 Minuti di Lettura

«La Bibbia 5.0», «Il Vangelo del Pelo», addirittura «Stupro tua sorella 2.0»: si chiamavano così tre canali Telegram con migliaia di iscritti su cui giravano foto offensive, video a luci rosse e immagini denigranti di ogni genere, compreso materiale da revenge porn. Tre le vittime ci sarebbero anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui la conduttrice e giornalista sportiva Diletta Leotta, afferma il quotidiano La Stampa.

Leggi anche Daniele Scardina, quarantena con Diletta Leotta: «Facciamo tutto quello che si può fare stando a casa...»

La Polizia Postale ha denunciato gli amministratori dei tre canali: uno di loro, un 29enne bergamasco, è stato anche indagato per averli utilizzati per revenge porn nei confronti della sua ex compagna. In corso perquisizioni e sequestri: l'operazione, chiamata 'Drop the Revenge!' ha consentito l'identificazione e la denuncia degli admin dei tre canali su Telegram, l'applicazione di chat istantanea tra le più diffuse al mondo insieme a WhatsApp.

Tra i tre denunciati c'è anche un 17enne, che risultava amministratore di uno dei canali. Il minorenne, mettendo in vendita alcune immagini pornografiche, era riuscito a raccogliere 5.000 euro. Un altro denunciato è un 35enne della provincia di Nuoro che è stato pizzicato al «lavoro» su Telegram dagli agenti della polizia postale durante l'accesso alla sua abitazione. A consentire agli investigatori di risalire ai canali diffamatori sono stati anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo, che hanno deciso di esporsi in prima persona per dimostrare l'importanza di denunciare questo tipo di fatti.

I CONSIGLI DELLA POSTALE Dopo l'operazione 'Drop the Revenge!', che ha portato alla denuncia degli amministratori di tre canali telegram contenenti le immagini più denigranti e i commenti più offensivi, la Polizia postale e delle Comunicazioni ribadisce i consigli per difendersi dal revenge porn. «La migliore prevenzione consiste nell'evitare di documentare la propria intimità - sottolinea la Polizia Postale - L'invio di foto e filmati anche al solo partner rappresenta un anello debole nella 'catena di custodià di tali contenuti ed espone a eventuali ricatti o vendette in caso di un'eventuale interruzione della relazione; qualora si decida di documentare i rapporti intimi, è bene tutelarsi usando dispositivi non connessi alla rete e memorizzando immagini e video su supporti esterni ben custoditi, accessibili tramite password».

«L'interessato può chiedere ai social network di rimuovere il contenuto che lo riguarda - ricorda la Polizia Postale - qualora non sia possibile la rimozione, si può ricorrere al diritto all'oblio, eliminando la de-indicizzazione e le conseguenti attività risarcitorie, mediante dedicata richiesta all'Autorità Garante per la Protezione dei dati personali. Ciò comporta che il materiale non venga eliminato dalla rete, ma rimosso dai motori di ricerca. In tal modo, senza conoscere la url esatta del contenuto, questo non sarà raggiungibile dalla mera ricerca delle parole chiave».

«È opportuno che la vittima presenti tempestivamente la querela, in quanto i contenuti pubblicati online si diffondono velocemente e, quando si ottengono i provvedimenti dell'autorità giudiziaria, il danno subito dalla vittima è ormai irreparabile - osserva la Polizia Postale - Infatti, le indagini svolte dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in tale ambito sono finalizzate non soltanto a identificare e punire il responsabile del reato, ma anche a intervenire tempestivamente per far rimuovere i contenuti dal web o, quantomeno, limitarne la divulgazione massiva».

«Infatti, considerato il cosiddetto 'effetto tam tam' della rete, che determina la diffusione dei contenuti pubblicati online in tempi rapidissimi e in modo pervasivo, a volte virale, risulta difficile riuscire a eliminare in maniera definitiva il materiale video/fotografico oggetto delle querele, in quanto, anche qualora si riesca a ottenerne la cancellazione dal social/sito che l'ha ospitato, nel frattempo è verosimile che abbia iniziato a girare su altre piattaforme del web, in modo incontrollabile e incontrollato - conclude la Polizia Postale - In ogni caso, la Polizia Postale e delle Comunicazioni è sempre presente grazie al commissariato di P.S. Online, consultabile per ogni tipo di informazione e utile per eventuali segnalazioni o richieste di aiuto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA