«È morto Pipistrello». La voce è girata in un lampo a Sabaudia. Fabrizio Moretto era a terra in via Tartaruga accanto al suo scooter. L’allarme è stato lanciato da un residente che ha visto l’uomo accasciarsi a terra. Subito la chiamata al 118 e poi l’intervento dei carabinieri: la vittima non era stata coinvolta in un incidente stradale, come inizialmente ipotizzato, ma era stata colpita da almeno un colpo di arma da fuoco alla schiena. Fabrizio Moretto, 50 anni, abitava a Sabaudia e procedeva sullo scooter nella frazione di Bella Farnia, una zona rurale poco distante dalla città delle dune.
In tarda serata le indagini erano in pieno svolgimento, con perquisizioni e verifiche immediate per arrivare ai responsabili di quello che appare come un agguato ben organizzato messo a segno con un’arma di piccolo calibro, come hanno confermato gli inquirenti. Sul posto nel giro di pochi minuti sono arrivati i carabinieri del nucleo investigativo guidati dal maggiore Antonio De Lise perché, anche per loro, il nome del morto non è un nome qualunque. Fabrizio Moretto era indagato per un’altra inchiesta per omicidio che all’inizio sembrava anche quella una indagine per incidente stradale. La vittima era Erik D’Arienzo, nome noto a Sabaudia ma anche a Latina: suo padre negli anni Ottanta era rimasto coinvolto in alcune indagini su celebri rapine.
La strada dove è avvenuto l’omicidio è in aperta campagna.
Sin dall’inizio la versione dei fatti fornita proprio da Moretto, secondo la quale quella notte i due amici avrebbero avuto un incidente con lo scooter e D’Arienzo sarebbe rimasto ferito, non aveva convinto gli investigatori e i dubbi erano stati confermati dall’esito degli esami medico legali.
D’Arienzo aveva infatti riportato gravissime ferite alla testa e a un braccio, segni sul corpo della vittima non compatibili con un incidente così come raccontato da Moretto.
L’ipotesi sulla quale stanno lavorando i carabinieri è quella di un pestaggio. Ora l’omicidio di uno dei due indagati stravolge completamente la dinamica delle indagini.
In queste ore i militari sono impegnati in interrogatori a tappeto per chiudere il cerchio attorno ai responsabili