Avellino, omicidio Aldo Gioia: Giovanni Limata condannato a 18 anni, pena ridotta ad Elena

Riduzione di pena per i due imputati accusati del caso

Avellino, omicidio Aldo Gioia
Avellino, omicidio Aldo Gioia
di Alessandra Montalbetti
Martedì 16 Aprile 2024, 09:50
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Riduzione di pena per i due imputati accusati dell'omicidio di Aldo Gioia, il 53enne ucciso a coltellate durante il sonno nell'appartamento familiare nell'aprile 2021. Giovanni Limata ed Elena Gioia, ristretti nel carcere di Bellizzi Irpino, hanno ottenuto una riduzione da 24 a 18 anni di reclusione. A Giovanni Limata - presente al momento della lettura del dispositivo di sentenza i giudici della V sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, hanno riconosciuto un vizio parziale di mente, riducendo la condanna a 18 anni di reclusione, ma è stata anche comminata la misura di sicurezza di tre anni di libertà vigilata. Per Elena Gioia i giudici della Corte di Assise di Appello di Napoli hanno rigettato il vizio parziale di mente, riconoscendo solo le attenuanti generiche sulle aggravanti.

Ora gli avvocati Rolando Iorio e Livia Rossi presenteranno ricorso in Cassazione dopo il deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado, previsto tra sessanta giorni. «L'importante è che non sia stato riconosciuto il vizio parziale di mente per Elena Gioia, sarebbe stata un'ulteriore offesa per mio fratello. Diciotto anni di reclusione sono tanti». Questo il commento di Giancarlo Gioia, fratello di Aldo presente in aula alla lettura del dispositivo emesso in secondo grado.

A commentare la riduzione di pena anche l'avvocato Brigida Cesta, legale di parte civile dei fratelli Giancarlo e Gaetano Gioia: «La partecipazione dei miei assistiti al processo, per quanto scelta dolorosa, è stata sempre determinata dal desiderio di proteggere il ricordo del fratello Aldo, uomo "perbene" e padre amorevole, la cui assenza dolorosa non potrà essere colmata da alcuna pena.

Aldo è stato assassinato brutalmente e per questo noi avevamo chiesto la conferma delle statuizioni di primo grado, in quanto ritenevamo ed ancora riteniamo che sia stata ampiamente dimostrata sia la responsabilità che l'imputabilità dei due giovani.

Oggi però, la Corte, ha ritenuto di concedere, comunque, delle attenuanti; attendiamo il deposito delle motivazioni per esprimere un parere naturalmente giuridico sulla coerenza e correttezza della decisione». Soddisfatto il legale di Giovanni Limata, l'avvocato Rolando Iorio che ha incentrato l'appello su un unico motivo, il vizio parziale di mente: «È stato accolto facendo affidamento su altre consulenze i giudici della Corte di Assise di Appello hanno riconosciuto il vizio parziale di mente dandogli anche una prevalenza per consentire la riduzione di pena. In questa prospettiva presenteremo ricorso in Cassazione».

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Per i due imputati, il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli, Della Pietra aveva chiesto la conferma della condanna inflitta ai due dal tribunale di Avellino, 24 anni di reclusione. Il 53enne fu sorpreso sul divano di casa, mentre dormiva e gli furono inferti i colpi mortali da Giovanni Limata, residente a Cervinara, dopo che sua figlia aveva lasciato aperto il portone a Giovanni con la scusa di andare a conferire l'immondizia. I due salirono insieme, ma Elena rimase davanti alla porta, mentre Giovanni lo colpiva con un coltello. L'uomo cercò anche di difendersi con le gambe, allontanando Giovanni Limata che sorpreso dalla reazione dell'uomo, non potette portare a termine il piano. L'omicidio di Aldo Gioia ad avviso dei giudici di primo grado fu organizzato dalla figlia della vittima, Elena e dal suo ex fidanzato, Giovanni Limata, in una settimana. È quanto emerso dalle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado inflitta ai due giovani.

I giudici nelle motivazioni scrivono che «il 17 aprile del 2021 i due avevano già maturato il proposito criminoso che, nel suo momento iniziale, effettivamente contemplava l'eliminazione fisica dell'intero nucleo familiare di Elena Gioia».

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