Avellino playoff Serie C: Patierno, l'uomo-simbolo che serviva per il sogno Serie B

A trentatré anni continua la corsa verso il destino

Patierno, l'uomo-simbolo che serviva per il sogno Serie B
Patierno, l'uomo-simbolo che serviva per il sogno Serie B
di Marco Festa
Lunedì 29 Aprile 2024, 10:15 - Ultimo agg. 10:16
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Se all'Avellino manca tremendamente la Serie B difesa sul campo e persa nelle aule di tribunale nella sciagurata estate del 2018, alle nuove generazioni serviva un idolo che gli permettesse di imparare a sognare. Un beniamino in cui identificarsi. Un uomo simbolo che li avvicinasse ai colori biancoverdi trascinandoli allo stadio.

Cosimo Patierno si è preso l'onore e l'onere di rappresentarlo riuscendo a compiere un'impresa che non si può quantificare come i 20 gol in 28 partite di campionato che gli hanno consegnato, in condominio con Murano, il titolo di capocannoniere del girone C di Serie C. Qualcosa di cui può e deve essere più orgoglioso del record di marcature stagionali. E sì perché il numero 9, che ha viaggiato al ritmo di un gol ogni 99 minuti, ha fatto molto più di non deludere le aspettative, che già di per sé non un dettaglio o qualcosa di scontato come soprattutto il recente passato ha insegnato.

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Patierno si è posizionato a metà tra un passato sbiadito e un futuro potenzialmente radioso diventando un'icona. Le sue fotografie, circondato da decine e decine di bambini a caccia di un autografo o di un selfie davanti ai cancelli della Tribuna Terminio al termine di Avellino-Crotone, sono le istantanee che rappresentano la massima sintesi visiva di un momento che profuma di un amore pronto a rifiorire, manco a farlo apposta a primavera.
Le sue splendide figlie, Clelia e Matilde, prese per mano e accompagnate a festeggiare sotto la Curva Sud sotto gli occhi emozionati di mamma Conny, portavano stampato sul volto il sorriso di tutti i bambini che sono il futuro dell'Avellino.

Gli angeli custodi di una passione che si tramanda di generazione in generazione. In Patierno gli avellinesi hanno trovato il vero e tanto agognato “giocatore da Avellino”.

Leadership tecnica ed emotiva. Un punto di riferimento in grado di trasmettere sicurezza e meritare fiducia. Amici e parenti del bomber, arrivati direttamente da Bitonto, hanno condiviso con la gente irpina un pomeriggio memorabile per l'Avellino e Patierno: così carismatico da far passare in secondo piano che per gol realizzati solo Biancolino, l'ultimo centravanti dell'Avellino a prendersi lo scettro dei goleador con 24 centri nel girone B di Serie C 2006/2007, ha fatto meglio di lui in un singolo campionato; così totale nel suo modo di stare in campo da farsi amare per l'atteggiamento più che per quell'essere implacabile che gli ha permesso di staccare pure De Vena, che nel 2019 con 19 sigilli contribuì al ritorno nei professionisti.

Patierno è stato strepitoso perché ha posto le basi per rendere di nuovo l'Avellino una grande famiglia. Come la sua con cui ha celebrato la felicità di far parte un club in cui ha voluto fortemente giocare fin da quando, il 10 luglio scorso, ha salutato la Virtus Francavilla declinando le offerte di Catania e Vicenza.

A trentatré anni continua la corsa verso il destino iniziata scegliendo di misurarsi con una realtà complicata e con un contesto particolare, che gli hanno dato la riprova di essere stato il vero limite di sé stesso in una carriera che è a uno snodo cruciale per imboccare i binari di una seconda giovinezza. Presto la palla tornerà a Patierno, che sabato ci ha messo il cuore e li ha mandati con ampi cenni delle mani a quello che è diventato il suo popolo costringendo i suoi compagni di squadra, terrorizzati di una eventuale ammonizione che gli avrebbe fatto saltare l'andata dei quarti di finale dei playoff, a portarlo via di forza. Palla al centro e via alla disperata ricerca del ventunesimo gol prima di essere sostituito: altro spot di mentalità vincente di chi non sa cosa significhi cullarsi sugli allori.

Il punto da cui ripartire lo ha indicato proprio Patierno, che ha cominciato a riannodare i fili con il passato; che fa venire da mangiarsi le mani pensando a dove l'Avellino sarebbe potuto arrivare se non ne avesse dovuto farne a meno per qualche settimana di troppo pagando dazio alla sfortuna sotto forma di noie muscolari. Ma il passato è il passato e con Patierno è tempo di guardare al futuro.

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