Soumahoro, agli arresti la moglie e la suocera. «Gioielli con soldi pubblici». Si allarga l’inchiesta sulla coop di Latina

La decisione del gip di Latina: ai domiciliari Liliane Murekatete e Marie Therede Mukamatsindo

Soumahoro, la moglie e la suocera agli arresti domiciliari: sotto accusa per il caso delle coop che gestiscono i migranti
Soumahoro, la moglie e la suocera agli arresti domiciliari: sotto accusa per il caso delle coop che gestiscono i migranti
Lunedì 30 Ottobre 2023, 10:25 - Ultimo agg. 2 Novembre, 09:32
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I migranti arrivati in Italia vivevano in case fatiscenti, tra sporcizia e infiltrazioni d’acqua, con poco cibo a disposizione. Mentre loro, i vertici della cooperativa “Karibu”, incassavano dallo Stato fiumi di denaro utilizzato per vestiti, gioielli, viaggi e costose cene al ristorante. Il tribunale di Latina ha disposto gli arresti domiciliari per Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, rispettivamente moglie e suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro, già travolte lo scorso anno da un’indagine simile legata ai reati fiscali. 
Ora invece la Procura di Latina ha accorpato altri due procedimenti, contestando reati ancora più gravi che vanno dalla frode nelle pubbliche forniture, alla bancarotta fraudolenta patrimoniale fino all’autoriciclaggio. Ieri all’alba la Guardia di Finanza ha eseguito le misure cautelari: arresti domiciliari per Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, obbligo di dimora per l’altro figlio di Mukamitsindo, Michel Rukundo, residente ad Alessandria. 

Arrestate la moglie e la suocera di Soumahoro. Le carte dell'accusa: «Soldi per i migranti spesi in vestiti, gioielli e ristoranti»

SOLDI IN RUANDA

Secondo il giudice Giuseppe Molfese l’attività della “Karibu” era stata organizzata sostanzialmente con l’obiettivo di «distrarre i fondi pubblici», un fiume di denaro, circa 28 milioni di euro arrivati nelle casse della cooperativa in cinque anni, dal 2017 al 2022.

Buona parte di questi soldi, secondo l’accusa, venivano usati per spese personali oppure investiti all’estero, in particolare in Ruanda, dove vive un altro figlio di Marie Therese Mukamitsindo che, anche grazie al denaro arrivato dall’Italia, ha aperto un supermercato e poi un ristorante sotto l’insegna “Gusto Italiano”. La Guardia di Finanza ha infatti individuato diversi movimenti bancari a favore di una società di diritto inglese, con sede a Kigali, che formalmente si occupa di escursioni in Ruanda, Uganda, Kenya e Tanzania.

Solo una parte del denaro pubblico veniva impiegato realmente per l’accoglienza dei migranti che richiedevano protezione internazionale e che venivano affidati alla cooperativa attraverso la Prefettura di Latina. Per risparmiare, i vertici della coop non si facevano scrupoli a tenere i migranti in situazioni disagiate, ospitati in appartamenti senza adeguata manutenzione, con infiltrazioni d’acqua, muffa alle pareti, ma soprattutto con poco cibo a disposizione e in alcuni casi di qualità pessima, come riferito da molti stranieri. E’ lo stesso giudice a definire le condizioni di accoglienza «gravemente lesive della dignità e offensive dei diritti degli uomini e delle donne». 

 

IL PARLAMENTARE

«Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane, null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio», ha commentato Soumahoro dopo la diffusione della notizie degli arresti. Oltre alle misure personali, la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro preventivo di circa 1,9 milioni euro finalizzato alla confisca per equivalente. L’interrogatorio di garanzia per i tre indagati (per i quali i pm Miliano e D’Angeli avevano chiesto il carcere) è fissato per venerdì 3 novembre, lo stesso giorno in cui è prevista l’udienza preliminare per l’inchiesta principale che ha coinvolto la cooperativa Karibu e il Consorzio Aid. In questo caso l’accusa riguarda reati fiscali, mancati versamenti e false fatture.

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