Un vero e proprio incubo quello che stanno vivendo gli studenti italiani rimasti bloccati a Malta in quarantena obbligatoria dopo esser stati coinvolti nel focolaio di Covid. I ragazzi, costretti a trascorrere il periodo d'isolamento in una struttura a Saint Julian, riconvertita a hotel speciale per gestire l’emergenza, hanno denunciato una grave carenza di assistenza ma persino di vettovaglie e acqua.
A riferirlo è stato il Comitato Cura Domiciliare Covid-19, contattato da alcuni genitori per fornire supporto medico e farmacologico ai giovani, circa 120. «Il numero di contagiati è salito, alcuni ragazzi spiegano di ricevere solo due bottigliette di acqua al giorno ma niente cibo» spiega l'avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato. «Non abbiamo cibo, per favore ricaricatemi il cellulare», è il messaggio inviato da un giovane di Tricase (Lecce) alla madre che si è rivolta al Comitato.
Malta, l'incubo degli studenti in quarantena
Il figlio è partito da Roma per un viaggio studio a Malta il primo luglio attraverso 'Study tours' insieme con altri ragazzi da Milano: «Da ieri lui e gli altri due compagni di stanza sono in isolamento perché positivi», riferisce la donna al Comitato.
Malta blocca 120 ragazzi (alcuni già vaccinati). La resa della Farnesina: «Siamo impotenti»
Il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 si è attivato e così un medico volontario, come spiega la stessa mamma del giovanissimo, «ha già fatto una ricetta per alcuni farmaci, ma se la reception dell'albergo non glieli consegna non sappiamo come farglieli arrivare». «Continuiamo a ricevere richieste, il numero dei contagiati sale e noi rispondiamo», ha concluso Grimaldi.