Stuprata e spinta al suicidio, arrestati quattro familiari: volevano costringerla a ritirare le accuse ai figli di boss delle ‘ndrine

Palmi, in manette fratello, sorella e rispettivi compagni di una vittima di violenza sessuale

Stuprata e spinta al suicidio, arrestati quattro familiari: volevano costringerla a ritirare le accuse ai figli di boss delle ‘ndrine
di Bruno Palermo
Giovedì 21 Dicembre 2023, 22:26 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 14:53
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Una storia che nemmeno il più truce dei giallisti forse avrebbe nemmeno immaginato di scrivere. Prima la violenza sessuale, poi le violenze psicologiche in famiglia e le vessazioni affinché ritirasse la denuncia e quanto riferito all’autorità giudiziaria e, infine, “l’invito” a suicidarsi. È quanto accaduto a Seminara, nella piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, dove sono finiti in manette i familiari di una giovane vittima di violenza sessuale. Si tratta di quattro persone, due donne e due uomini, indagati con l’ipotesi di reato di violenza o minaccia per costringere a commettere reato ed intralcio alla giustizia, commessi in concorso tra loro. 

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L’INCHIESTA
L’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Tribunale di Palmi, è stata eseguita nella notte tra mercoledì e giovedì dagli agenti della Polizia del Commissariato di Palmi, coadiuvati da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria.

L’attuale attività investigativa, condotta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, è strettamente collegata alla recente “Operazione Masnada” che il 15 novembre scorso aveva portato all’arresto di tre giovani, tutti legati da parentela a vari esponenti di vertice di cosche di ‘ndrangheta, e all’individuazione di un quarto soggetto, legato da vincoli di parentela a un amministratore locale, accusati di aver compiuto violenze sessuali di gruppo ai danni di due ragazze minorenni, reiterate nei confronti di una delle vittime ed almeno in un’occasione nei confronti dell’altra, avvenute tra l’estate 2022 e quest’anno.

Nel corso della stessa operazione il personale della Polizia di Stato aveva eseguito sedici decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di altrettanti indagati per il medesimo reato in concorso tra loro (tra i quali quattro minorenni), durante i quali sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici, informatici e di telefonia mobile. Continuando a indagare su questa vicenda, i poliziotti hanno potuto accertare tanti e reiterati episodi di vessazione subìti da una delle due giovani vittime da parte dei propri familiari. A portare avanti tali condotte sarebbero stati, secondo gli inquirenti, il fratello e la sorella della giovane vittima e i rispettivi compagni, finiti tutti agli arresti.


LE PRESSIONI
Dalle indagini sarebbe emerso come questi familiari della vittima, contrari alla sua scelta di denunciare, abbiano costantemente tentato di ostacolare la collaborazione della giovane con gli investigatori, tentando in svariati modi di farle ritrattare quanto già dichiarato all’autorità giudiziaria. In diverse occasioni gli investigatori hanno potuto accertare come la vittima sia stata invitata a compiere atti suicidari. Gli arrestati avrebbero anche disattivato la scheda telefonica in uso alla giovane e tentato di costringere la ragazza a sottoporsi ad una visita psichiatrica, con il chiaro intento di ottenere una certificazione medica che ne attestasse la non capacità di intendere e di volere, rendendo così inutilizzabili ed inattendibili le sue dichiarazioni. 


Gli agenti hanno eseguito anche a carico delle persone arrestate perquisizioni personali e locali che, anche in questo caso, hanno consentito di sequestrare dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari. I magistrati che hanno in mano il fascicolo continueranno ad indagare per accertare eventuali ulteriori condotte atte a screditare o impedire l’accertamento della verità di quanto contenuto negli atti dell’Operazione Masnada. Le indagini a carico dei quattro arrestati dell’altra notte continuano anche per capire se su di essi ci siano state pressioni esterne oppure se si sia trattato di una loro iniziativa. Anche a questo chi indaga cercherà di dare una risposta, per capire se siano intervenute altre “forze” per impedire alla ragazza di testimoniare contro i suoi aguzzini. 
 

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