Trasfusione di sangue infetto alla nascita, ottiene il risarcimento dopo 45 anni

Trasfusione di sangue infetto alla nascita, ottiene il risarcimento dopo 45 anni
di Giovanni Del Giaccio
Lunedì 7 Agosto 2017, 12:00 - Ultimo agg. 16:54
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La sentenza del Tribunale di Roma è stata notificata questa mattina, la donna che con una trasfusione di sangue era stata infettata alla nascita riceverà il risarcimento dopo 45 anni.  La signora, residente a Latina ma all'epoca dei fatti trasfusa in Veneto, riceverà 140.000 euro.  

Solo 10 anni fa la donna aveva scoperto di essere stata contagiata dall’epatite C e si era rivolta allo studio dell'avvocato Renato Mattarelli per cercare - come tanti nelle sue condizioni - di avere un minimo di giustizia. La signora è caduta anche in una grave depressione. 

«Non è facile accettare la condizione di infettato quando si hanno 60/70 anni, la  media in cui si manifestano le epatiti o l’hiv post-trasfusionale - spiega il legale - ma è praticamente impossibile accettarla a 35 anni, quando si è nel pieno della vita».

La sentenza del giudice Carmen Bifano «valorizza principalmente il danno psichico alla vita di relazione patito dalla giovane piuttosto che il danno fisico epatico». Chi scopre di avere l'epatite C   cambia, le abitudini igieniche a  alimentari, il rapporto con il marito e i figli, teme  di contagiare gli altri.

La trasfusione alla nascita per la signora era probabilmente necessaria, ma allora non c'erano i controlli di oggi (tanto che si parla dello scandalo del sangue infetto, sia per l'uso di plasma umano sia per quello di emoderivati fino agli anni '90) tanto che il Centro nazionale sangue ribadisce che da dieci anni non si verificano infezioni post-trasfusionali.
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