Biden contro l'invasione di terra a Gaza: «Meglio raid mirati». L'incontro segreto con i leader musulmani americani

Un'invasione in piena regola metterebbe a rischio le trattative per il rilascio degli ostaggi, molti dei quali hanno il passaporto Usa

Biden contro l'invasione di terra a Gaza: «Meglio raid mirati». L'incontro segreto con i leader musulmani americani
Biden contro l'invasione di terra a Gaza: «Meglio raid mirati». L'incontro segreto con i leader musulmani americani
di Marta Giusti
Sabato 28 Ottobre 2023, 20:25 - Ultimo agg. 29 Ottobre, 18:35
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Ora per l'America sta diventando più difficile trattare con l'alleato Israele. Non sono bastati i moniti a non cedere al desiderio di vendetta e a non commettere gli stessi errori in cui sono incappati gli Stati Uniti dopo l'11 settembre. L'amministrazione americana ha fatto sapere che sarebbe preferibile optare per un'operazione chirurgica con aerei e forze speciali per raid mirati contro target e infrastrutture di Hamas. Sono dunque contrari a un'invasione di terra  in grande stile che si annuncia a brevissimo. Senza contare che un'invasione in piena regola metterebbe a rischio le trattative per il rilascio degli ostaggi, molti dei quali hanno il passaporto Usa. 

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Segnali di insuccesso

Ora Biden ha meno tempo a disposizione per far desistere gli israeliani dal condurre la sanguinosa campagna via terra, peraltro già parzialmente avviata. E perciò emerge un cambio di strategia che farebbe intuire che Israele non ha più carta bianca. «C'è stato un cambio dal "faremo quello che volete" al "dovete ripensare la vostra strategia"», riferiscono fonti dall'amministrazione, senza commentare l'operazione in corso di Israele, e citate dal WP. Che il governo Netanyahu non abbia più un appoggio totale lo dimostra anche la partenza del generale James Glynn, il super esperto in operazioni di guerriglia urbana che Biden aveva inviato come consigliere a Tel Aviv. Glynn ha lasciato Israele. Chiaro segnale, scrive la CNN, che le decisioni sulle operazioni militari sono prese solo ed esclusivamente da Israele. Anche David Satterfield, l'inviato speciale di Biden per la situazione umanitaria a Gaza, è stato in Israele l'intera settimana per cercare di spuntare progressi sugli aiuti e l'uscita da Gaza di chi ha il doppio passaporto.

Ma, anche lui, non ha riportato grandi successi.

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L'incontro segreto con i leader dei network musulmani

I canali diplomatici, anche quelli più trasversali, rimangono aperti. Giovedì Biden ha ospitato nell'ala ovest un incontro con alcuni leader musulmani. La Casa Bianca non ha annunciato l'incontro pomeridiano in anticipo né ha nemmeno confermato che è accaduto ma Nbcnews lo riporta citando quattro fonti. 

Una persona - scrive la testata americana - che ha partecipato alla riunione ha detto che avrebbe preferito che la Casa Bianca rendesse pubbliche le riflessioni del presidente. Sentimento condiviso da diversi partecipanti tra cui anche un esponente americano palestinese che ha poi tenuto una conferenza stampa: si tratta di Rami Nashashibi. Anche lui ha chiesto al presidente di mostrare più empatia nei confronti dei palestinesi. 

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Chi sono i leader dei network musulmani americani che ha incontrato Biden

«È stata una discussione franca, sincera ed emotiva, abbiamo insistito nel bisogno di vedere la causa della Palestina umanizzata e il riconoscimento delle loro perdite», ha detto una persona che ha partecipato all'incontro citata da Nbc.

Oltre a Nashashibi, secondo le fonti citate da Nbc, tra gli ospiti c'erano Keith Ellison, che era stato il primo musulmano eletto al Congresso e ora è procuratore generale del Minnesota; Wa'el Alzayat, l'amministratore delegato di Emgage, un gruppo di mobilitazione degli elettori musulmani, Suzanne Barakat, presidente del consiglio di Our Three Winners, che mira a frenare i pregiudizi contro i musulmani; e l'imam Mohamed Magid, della All Dulles Area Muslim Society.

L'incontro arriva in un momento in cui la Casa Bianca sta intensificando la sua azione di sensibilizzazione verso gli arabi, palestinesi e musulmani americani in tutto il paese e all'interno del governo federale. Un passaggio strettissimo in cui comunque non fa mancare il suo voto contro la risoluzione Onu giordana (insieme a soli altri 13 Paesi fra i quali Israele).

Intanto, la seconda portaerei americana, l'Eisenhower, è ormai vicina Cipro e, secondo indiscrezioni, attraverserà lo stretto di Hormuz e resterà nel Golfo Persico. Ci sono già state schermaglie e raid americani in Siria contro gruppi di militanti sostenuti da Teheran dopo ripetuti attacchi - 20 in 11 giorni - alle truppe statunitensi nella regione. Ma Biden vorrebbe disperatamente farle rimanere schermaglie ed evitare un allargamento del conflitto. Anche perché, in vista, c'è una campagna elettorale non facile. 

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