Controffensiva ucraina, cosa ha funzionato (poco) e cosa no: riconquiste e flop, da Mariupol alla Crimea

Controffensiva ucraina, ecco cosa ha funzionato e cosa no: le riconquiste (e i flop) di Kiev nel 2023 e cosa accadrà
Controffensiva ucraina, ecco cosa ha funzionato e cosa no: le riconquiste (e i flop) di Kiev nel 2023 e cosa accadrà
di Marta Giusti
Martedì 26 Dicembre 2023, 17:32 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 08:49
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Non ha ottenuto i risultati sperati la tanto attesa controffensiva ucraina del 2023. Nonostante le vittorie nel Mar Nero e il logoramento dell'esercito russo, infatti, l'operazione di Kiev non ha avuto successo, al punto che le città di Melitopol, Berdyansk e Mariupol sono ancora tutte in mano russa, così come la Crimea è lontana dal fronte. Tra errori di valutazione, scelte sbagliate e colpe addossate ad altri, ripercorriamo un altro anno di guerra tra Russia e Ucraina.

Il resoconto di Zelensky

«La controffensiva non ha ottenuto i risultati sperati». Con queste parole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato l'operato dell'ultimo anno del suo esercito, che avrebbe dovuto annientare gli uomini di Putin, ma che invece al momento è in stato di stallo.

Nonostante le vittorie nel Mar Nero e le perdite dell'esercito russo, infatti, l'operazione di Kiev non ha avuto un grande successo, portando anche il presidente Zelensky ad ammettere la realtà dei fatti.

Gli obiettivi mancati

Molti gli obiettivi mancati dall'esercito ucraino. Nonostante gli aiuti arrivati da tutto il mondo, Kiev non è riuscita a riconquistare con armi e carri armati le città di Melitopol, Berdyansk e Mariupol, ancora in mano russa, e la Crimea, lontana ormai dal fronte. Secondo il «New York Times», a settembre l'Ucraina aveva infatti riconquistato solamente 233 chilometri quadrati di territorio. Un dato molto basso, soprattutto in relazione alle aspettative del presidente Zelensky. 

Le "colpe"

Secondo il presidente Zelensky, la colpa dei risultati deludenti della controffensiva sarebbe però degli alleati. In un'intervista alla CNN lo scorso luglio, il capo dell'esercito ucraino ha infatti puntato il dito contro gli Stati Uniti: «Sono grato agli Stati Uniti in quanto leader del nostro sostegno. Ma ho detto a loro e ai leader europei che vorremmo iniziare la nostra controffensiva prima, e che abbiamo bisogno di tutte le armi e i materiali per farlo. Perché? Semplicemente perché se iniziamo più tardi, andrà più lentamente. Volevo che la nostra controffensiva avvenisse molto prima, perché tutti capivano che se la controffensiva fosse scoppiata più tardi, una parte più grande del nostro territorio sarebbe stata minata. Diamo al nostro nemico il tempo e la possibilità di piazzare più mine e preparare le sue linee difensive». 

Gli sforzi (inutili) di Kiev

Sono stati due gli sforzi principali dell'esercito ucraino: la spinta meridionale nel "ponte terreste" russo a sud di Orikhiv, nell'oblast' di Zaporižžja, e l'insediamento di Velyka Novosilka, a Donetsk. Inoltre, gli uomini di Zelensky hanno continuato anche un'offensiva più graduale intorno alla città di Bakhmut, conquistata dai russi a maggio. Nonostante un primo successo in tutte e tre le aree, però, l'esercito ucraino è stato rallentato dai campi minati e dilaniato dall'artiglieria russa, dalle armi anticarro e dai droni. Come emerso dalle mappe pubblicate dall'Institute for the Study of War su Twitter, infatti, in nessuna delle località l'avanzata ucraina si è tradotta in una penetrazione vera a propria della rete difensiva russa.

Cosa ha funzionato

Se gli sforzi dell'esercito ucraino a est sono stati quasi inutili, quello che ha funzionato è stato invece l'attacco lungo il fiume Dnepr. Le truppe ucraine sono infatti riuscite a garantire alcuni punti d'appoggio sulla sponda orientale del fiume, bloccando i tentativi della Russia di spostarli.

I timori per capodanno

L'esercito russo ha lanciato un potente attacco aereo contro l'Ucraina il giorno di Natale, quindi gli ucraini dovrebbero stare in allerta anche per il nuovo anno. Lo ha detto il capo ufficio stampa del coordinamento delle forze ucraine Sud Natalya Humenyuk, citata da Unian. «Siamo in uno stato di guerra, sappiamo che il nemico insidioso può colpire in qualsiasi momento, in qualsiasi direzione. È ovvio che anche la Notte Santa non ha fermato gli attacchi, che sono stati potenti. Pertanto, dobbiamo stare all'erta per proteggerci. Se sentite un allarme aereo, non trascuratelo», ha sottolineato. Secondo Humenyuk, una caratteristica degli attacchi aerei russi è che si sono rivolti principalmente alle infrastrutture civili. A dicembre, ad esempio, le infrastrutture portuali e le strutture di stoccaggio del grano sono state prese di mira da attacchi di droni e missili, così come sono stati danneggiati molti edifici residenziali sulla linea del fronte.

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