Fukushima, la Cina contro lo sversamento delle acque: «Se non fa male bevetela voi»

Fukushima, la Cina contro lo sversamento delle acque: «Se non fa male bevetela voi»
di Erminia Voccia
Giovedì 15 Aprile 2021, 18:00
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«L'Oceano Pacifico non è la fogna del Giappone», il mare non è la «pattumiera» del Governo di Tokyo. Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, risponde con veemenza alla decisione del premier giapponese Suga di sversare nell'oceano oltre un milione di tonnellate di acqua decontaminata utilizzata per raffreddare il combustibile nucleare fuso della centrale di Fukushima Daiichi a seguito della tragedia di 10 anni fa. «Se quell'acqua non fa male, allora, per cortesia, bevetela», ha twittato sprezzante Zhao Lijian conosciuto per lo stile diplomatico a dir poco diretto. 

Il vice primo ministro giapponese, Taro Aso, aveva dichiarato poco prima che le acque, trattate e filtrate, si possono tranquillamente bere, difendendo il piano che secondo il Governo nipponico sarebbe la scelta più razionale per risolvere una questione annosa. Il piano approvato da Tokyo martedì scorso ha avuto l'ok anche dall'l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea), che lo supervisionerà, perché prevede la rimozione degli isotopi radioattivi considerati pericolosi e l'adeguamento agli standard internazionali stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. A seguito di questo procedimento, resta solo il trizio, che secondo l'Iaea è nocivo soltanto in grandi quantità. Tuttavia, per Greenpeace Japan, quelle acque sono un pericolo perché potrebbero danneggiare il dna degli umani e di altri organismi.

Le associazioni dei pescatori, che temono un ulteriore grave danno di immagine per i loro affari, hanno promesso battaglia. Mentre il Governo statunitense ha espresso comprensione per la decisione del premier giapponese Suga, guadagnandosi le critiche del presidente sudcoreano Moon. 

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La Cina è stata tra i primi Paesi a reagire con fermezza all'approvazione del piano. Pechino considera la decisione dannosa per la salute pubblica e ha accusato Tokyo di estrema irresponsabilità per aver predisposto lo smaltimento delle acque reflue nucleari senza mostrare il minimo riguardo per i dubbi e per l'opposizione manifestati sia in Giappone che all'estero. La Cina ha assicurato che «continuerà a seguire da vicino gli sviluppi insieme alla comunità internazionale», riservandosi il diritto di fornire «ulteriori risposte».

La discussione sui media giapponesi si è ora spostata sulla centrale nucleare di Daya Bay, in Cina, dalla quale sono state sversate in mare grandi quantità di trizio. La centrale, fa notare l'emittente nipponica Nhk, non è certo diversa dall'impianto giapponese. Lo stesso discorso vale per la centrale nucleare di Callaway, negli Stati Uniti, o per quella canadese di Darlington, si difendono i giapponesi. «Non si possono fare paragoni», ha detto Zhao Lijian.

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