Germania, sondaggio choc: un ragazzino su due non sa collocare in quale periodo c'è stato il nazismo

Germania, sondaggio choc: un ragazzino su due non sa collocare in quale periodo c'è stato il nazismo
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 17:30 - Ultimo agg. 18:02
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Per i sopravvissuti alla Shoah i risultati del sondaggio effettuato in Germania in questi giorni sulla generazione Z è stato un autentico choc. Un ragazzo su due di età compresa tra i 16 e i 25 anni non sa dire correttamente in che periodo va collocato il governo nazista (1933-1945). Inoltre, un giovane su cinque è a conoscenza di una sola categoria di vittime della persecuzione nazista, se non addirittura di nessuna. Come se i libri di scuola fossero incapaci di trasmettere compiutamente la memoria storica di un passato terribile. 


 
«Purtroppo i ragazzi sono praticamente ignari delle singole categorie di vittime» ha fatto sapere la Fondazione Memoria, Responsabilità e Futuro (EVZ) facendo presente che meno della metà degli intervistati ha indicato i malati e i disabili come categoria di vittime, e meno di un terzo ha nominato i Sinti o i Rom.

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L'Università di Bielefeld che ha condotto lo studio intervistando online circa 3.500 persone di età compresa tra i 16 e i 25 anni nel settembre/ottobre 2021 è restata di stucco davanti agli esiti finali. Un totale di 838 degli intervistati ha risposto poi una seconda serie di domande nel settembre 2022. L'elaborazione complessiva non ha offerto di certo un quadro felice.
 
Nonostante la scarsa conoscenza dei fatti, il nazionalsocialismo e la Seconda guerra mondiale restano però punti di riferimento centrali nella cultura del ricordo dei giovani, anche se poi, scavando in profondità, le consocenze sono risultate piene di lacune.
 

MEMORIA

Proprio in questi giorni lo scrittore tedesco Ulrich Trebbin ha chiesto di esporre la ghigliottina utilizzata nella prigione di Monaco-Stadelheim fino al 1945. A suo parere il divieto di esporre la ghigliottina, in vigore dal 2014, equivale a "censura", ha dichiarato Trebbin in un'intervista all'agenzia di stampa cattolica tedesca (KNA). La ghigliottina era stata utilizzata per giustiziare i membri del gruppo di resistenza studentesca antinazista "La Rosa Bianca".
 
In totale, tra il 1855 e il 1945 sono state eseguite almeno 1.323 condanne a morte con la ghigliottina. Il libro di Trebbin "Die unsichtbare Guillotine" (La ghigliottina invisibile) sarà pubblicato da Friedrich Pustet Verlag il 22 febbraio, nell'ottantesimo anniversario dell'esecuzione dei fratelli Hans e Sophie Scholl e di Christoph Probst.
 
L'autore si è imbattuto per caso nella ghigliottina alcuni anni fa nel deposito del Museo Nazionale Bavarese di Monaco. Quando ne ha reso pubblica l'esistenza, nel 2014 l'allora ministro bavarese dell'arte e della scienza ha nominato un comitato consultivo composto da parenti dei membri della Rosa Bianca. Esporre la ghigliottina è ancora un tabù. Lo scrittore ha affermato che le argomentazioni addotte (di proteggere le vittime e non ferire i sentimenti delle famiglie) non reggono: «secondo questa logica, tutti i memoriali dei campi di concentramento dovrebbero essere chiusi».
 
Trebbin ha suggerito una mostra permanente che contestualizzi la ghigliottina. «Bisognerebbe spiegare che nel Terzo Reich c'erano oltre 40 reati punibili con la morte.

Oltre ai combattenti della resistenza, venivano giustiziati anche piccoli criminali, 'asociali' o lavoratori forzati per reati banali».

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Allo stesso tempo, una mostra dovrebbe mostrare il percorso intrapreso dalla Germania dopo il 1945. «Abbiamo la libertà di parola, la separazione dei poteri e non abbiamo più la pena di morte. Possiamo essere orgogliosi di questo e dobbiamo proteggerlo».
 

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