Ilaria Salis, Meloni sente il premier Victor Orban. Farnesina chiederà misura alternativa al carcere. Lollobrigida: «Non ho visto le immagini»

Tajani: «Non vogliamo intervenire nella giustizia altrui, ma siamo nell'Unione europea e ci sono diritti dei cittadini da rispettare»

Ilaria Salis, il padre: «Incatenata in tribunale già altre 4 volte e l'Ambasciata lo sapeva». Tajani: «Stavolta si è ecceduto»
Ilaria Salis, il padre: «Incatenata in tribunale già altre 4 volte e l'Ambasciata lo sapeva». Tajani: «Stavolta si è ecceduto»
Martedì 30 Gennaio 2024, 10:43 - Ultimo agg. 23:52
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Meloni sente Orban

In vista del Consiglio Ue straordinario del 1° febbraio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban. Il Presidente del Consiglio ha altresì, nel pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura ungherese, portato l'attenzione del primo ministro Orban sul caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto. 

Tajani: «Orban non c'entra, suo governo non decide processi»

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando del caso Ilaria Salis lasciando palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, ha dichiarato: «Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c'entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente».

«Il problema - spiega il titolare della Farnesina - è vedere se sono state rispettate le regole prima o dopo, non è che noi possiamo intervenire, l'Ungheria è uno Stato sovrano. Noi possiamo soltanto fare delle proteste» sulle modalità di trattamento dei detenuti.

«Su mia istruzione, ne abbiamo parlato con la presidente del Consiglio, è stato convocato oggi l'incaricato d'affari ungheresi a cui abbiamo ribadito un forte messaggio di condanna per il trattamento degradante ed umiliante riservato alla Salis. Catene, lucchetti e vigilanti in tenuta antisommossa appaiono sproporzionati rispetto alle esigenze procedurali e non in linea con la direttiva comunitaria sul trattamento dei detenuti in attesa di giudizio. Abbiamo richiamato anche l'esigenza di un pieno acceso alle prove, inclusi i video su cui si basa l'accusa».

Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, ha invece evitato la questione affermando di non voler parlare di qualcosa che non conosce a fondo: «Non ho visto le immagini, vado a vederle.

Non commento cose che non ho visto». 

 

Ilaria Salis, il padre: «Incatenata già altre 4 volte»

Ilaria Salis era stata portata in aula con le catene già altre volte? È quanto sostiene Roberto Salis, padre della donna in carcere a Budapest, ai microfoni di Agorà Rai Tre: «Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria».

Ilaria Salis, il padre: «Mia figlia è stata torturata per 35 giorni, lasciata senza carta igienica né sapone»

L'uomo ha aggiunto: «Oggi abbiamo l'appuntamento con l'ambasciatore (italiano in Ungheria ndr). Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l'ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia».

Il legale: «Ambasciatore appoggerà richiesta domiciliari»

«C'è stato un primo incontro con l'ambasciatore e per la prima volta c'è un concreto interesse ad appoggiare la nostra richiesta che Ilaria torni a casa e sia liberata. E questo si può realizzare con la misura dei domiciliari in Italia». Eugenio Losco, uno dei legali italiani di Ilaria Salis, da 11 mesi detenuta in Ungheria con l'accusa di aver partecipato all'aggressione a due estremisti di destra, ha spiegato all'Ansa in questo modo il faccia a faccia avuto oggi con l'ambasciatore Manuel Jacoangeli, insieme al padre di Ilaria. «Oggi l'ambasciatore ha un primo incontro al ministero della Giustizia ungherese che affronterà il caso».

«L'ambasciatore - ha spiegato Losco - ha dato la sua solidarietà anche umana», un intervento il suo «un pò tardivo ma speriamo risolutivo» ha aggiunto. «Si è impegnato ad informare il ministero degli Esteri e il ministero della Giustizia e lo faremo anche noi. Soprattutto il ministero della Giustizia - ha aggiunto - può dare rassicurazioni» sulla fattibilità dei domiciliari, sui controlli e sul fatto che Ilaria non si sottrarrà al processo. Questo «potrebbe far cambiare l'atteggiamento fino a qui molto duro delle autorità ungheresi». Per presentare una nuova richiesta di domiciliari (una prima è stata rifiutata a giugno «aspettiamo che ci siano questi contatti», ha concluso.

 

Farnesina: «Chiederemo all'Ungheria misura alternativa a carcere»

Su istruzioni del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato questa mattina al Ministero degli Esteri l'incaricato d'Affari della Repubblica di Ungheria. «Nel ribadire la protesta del Governo italiano per le condizioni» in cui Ilaria Salis è detenuta e viene trattenuta nelle udienze, Guariglia «ha espresso la ferma aspettativa del Governo» affinché alla Salis sia accordato «al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere».

Roberto Salis, padre di Ilaria: «Incatenata già altre 4 volte e l'ambasciata italiana lo sapeva»

L'ambasciatore Guariglia ha richiamato i principi cardine previsti dalla normativa europea e internazionale relativi al rispetto delle garanzie a tutela della dignità delle condizioni detentive, incluse le modalità di traduzione degli imputati in tribunale e delle garanzie di un equo processo. Il segretario Generale si è inoltre soffermato sull'assoluta necessità che «alla signora Salis e ai suoi legali siano garantiti l'accesso alla traduzione in italiano degli atti di accusa, come già richiesto dalla difesa, e la visione del video di sorveglianza alla base dell'imputazione, per assicurare il pieno godimento del diritto alla difesa e un equo processo». Guariglia ha infine confermato che l'Ambasciata a Budapest continuerà ad assicurare ogni assistenza alla Signora Salis e ai suoi familiari, in collaborazione con i suoi legali.

 

Sevizio carceri Ungheria: «Falsità su condizioni Salis»

«Le accuse mosse dai media italiani e ungheresi» sulle condizioni della detenzione di Ilaria Salis «sono false e l'organizzazione carceraria le respinge con forza». Lo si legge in una nota del servizio statale penitenziario ungherese che bolla come «triste e immorale il fatto che queste calunnie siano riportate dalla stampa senza consultare la controparte».

La nota cita le accuse di Carmen Giorgio, ex compagna di cella di Salis, che ha raccontato di letti pieni di cimici, topi, maltrattamenti e uso di catene da parte del servizio carcerario di Budapest. Il sistema penitenziario ungherese è sotto supervisione del ministero dell'Interno.

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