Davanti al giudice in catene, ammanettati i polsi e anche le caviglie, tenuta al guinzaglio da due agenti in mimetica e giubbotto antiproiettile: «come un animale» ha commentato il padre di Ilaria Salis quando l’ha vista comparire in aula ieri a Budapest. Ilaria invece ha voluto mantenersi stampato in faccia il sorriso, soprattutto quando ha rivolto lo sguardo al padre Roberto, che non vedeva da sette mesi. Si è seduta sul banco degli imputati, dove è rimasta per tre ore e mezza sempre immobilizzata, sfregandosi ogni tanto i posti feriti dall’acciaio delle manette, per poi sentire in pochi minuti la decisione del tribunale: udienza aggiornata al 24 maggio. Ha potuto soltanto pronunciare la frase: «Sono innocente». Resta in carcere, in una cella di meno di tre metri e mezzo, con i «topi e le cimici».
L’ARRESTO
L’11 febbraio sarà un anno dall’arresto.
LE REAZIONI
Ieri è tornato a far sentire la sua voce il ministro degli Esteri Antonio Tajani che su X ha chiesto «al governo Ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti previsti dalle normative comunitarie della cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta in attesa di giudizio». Insegnante 39enne in una scuola di Monza, vicina al movimento anarchico milanese, Ilaria era a Budapest quando le strade vicino a piazza Fovam furono teatro di violenze e scontri durante la manifestazione neonazista, non autorizzata, ma tollerata dal governo di Viktor Orban. Il ministro Tajani ha dato disposizioni al segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, di convocare l’ambasciatore ungherese a Roma «per un passo di protesta». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, davanti a quella che definisce «una fotografia molto dura», spiega: «Ci stiamo attivando attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta». Uno spiraglio si è aperto anche da parte dell’Unione Europea: ieri il commissario alla Giustizia Didier Reynders ha fatto sapere che «la Commissione è sempre disponibile ad aiutare nel quadro dei contatti bilaterali presi dall’Italia con l’Ungheria».
L’UDIENZA
In aula in tribunale era presente all’udienza anche un funzionario dell’ambasciata, mentre oggi Roberto Salis e l’avvocato di sua figlia dovrebbero essere ricevuti dall’ambasciatore. «Mia figlia viene trattata come un animale e i politici, il governo e i giornali fanno finta di non vedere» ha denunciato Salis quando hanno riportato via sua figlia in manette e catene. «Quando Ilaria è stata arrestata anche dei nazifascisti avevano attaccato degli antifascisti, solo che furono liberati in due giorni. Gli antifascisti in Ungheria non sono graditi e vengono colpiti in modo impari». E ancora: «Mia figlia è stata torturata per 35 giorni, è stata lasciata con dei vestiti sporchi che le sono stati consegnati in questura, è stata otto giorni in cella di isolamento senza carta igienica, sapone e assorbenti. E in quei giorni ha avuto anche il ciclo», ha aggiunto Salis a “Quarta Repubblica”. «Prima che l’ambasciata riuscisse a consegnare un pacco che era già disponibile da parecchio tempo sono passati 35 giorni», ha proseguito, «in cui mia figlia doveva utilizzare uno dei capi di abbigliamento che aveva addosso per asciugarsi dopo la doccia perché non aveva a disposizione un asciugamano».
Duro anche il commento del legale: «È stato scioccante, un’immagine pazzesca. Ilaria ci aveva raccontato che viene trasferita sempre in queste condizioni, ma vederlo con i nostri occhi ci ha fatto davvero impressione. Sorrideva perché ha visto i familiari e anche alcuni amici venuti a sostenerla, ha potuto parlarci per la prima volta brevemente senza un vetro o uno schermo in mezzo».