Ilaria Salis, via al processo in Ungheria: rischia 11 anni

«È una situazione incredibile e ingiusta», ha commentato Roberto Salis che sente la figlia quasi tutti i giorni

Ilaria Salis, via al processo in Ungheria: rischia 11 anni. Il papà: «È innocente». In carcere con topi e cimici, ha paura di restarci per sempre
Ilaria Salis, via al processo in Ungheria: rischia 11 anni. Il papà: «È innocente». In carcere con topi e cimici, ha paura di restarci per sempre
Lunedì 29 Gennaio 2024, 10:00 - Ultimo agg. 18:51
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Si apre oggi a Budapest il processo a Ilaria Salis, l'insegnante 39enne di Monza rinchiusa da 11 mesi in Ungheria con l'accusa di aver partecipato all'aggressione nei confronti di due neonazisti. La donna sarà portata in aula per l'udenza preliminare e rivedrà papà Roberto, che sta provando con tutte le forze a riportare la figlia a casa. L'udienza preliminare sarà «Interlocutoria» ha spiegato il padre di Ilaria. Lei si dichiarerà non colpevole «così - ha aggiunto Magyar il cui studio legale è noto in Ungheria per l'impegno nei diritti umani - è sicuro che il processo continuerà con udienze di merito».  

Per Salis la Procura, nell'atto di rinvio a giudizio, lo scorso novembre ha chiesto 11 anni di carcere mentre è dello scorso giugno il no dei giudici ai domiciliari. «È una situazione incredibile e ingiusta», ha commentato Roberto Salis che sente la figlia quasi tutti i giorni. «Le comunicazioni che facciamo sono operative. È un momento in cui parliamo delle cose che servono per farla uscire», ha spiegato aggiungendo che dall'Italia «quello che si può fare è firmare la petizione per la sua liberazione».

Al momento sono oltre 48mila le firme raccolte su change.org per riportare in Italia Ilaria che «è trattata come un terrorista internazionale pericoloso» ha osservato Magyar ricordando la «detenzione sotto stretta sorveglianza, l'impedimento per molto tempo dei contatti con la famiglia e le autorità italiane». 

Meno di una settimana fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato a Bruxelles il suo omologo ungherese Peter Szijjarto a cui ha chiesto per Salis «un trattamento rispettoso delle regole e della dignità della persona, eventuali soluzioni alternative alla detenzione».

Roberto Salis ha poi incontrato il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Resta per lui la preoccupazione e l'amarezza per una «situazione incredibile e ingiusta». «In quei giorni ci sono stati attacchi di nazifascisti contro antifascisti e persone che si trovavano sulla loro strada. Però - ha osservato - sono stati liberati in due giorni. Gli antifascisti in Ungheria non sono graditi e vengono colpiti in modo impari».

«All'udienza di lunedì (oggi, ndr), Ilaria dirà di non aver commesso gli atti gravi che le sono imputati e che comportano sanzioni così pesanti. È in dubbio lo stesso fatto che fosse presente alle aggressioni in questione, o che sia intervenuta incontrando i neonazisti. L'atto di rinvio della Procura - ha concluso l'avvocato difensore - è privo di fondamento e non ci sono prove nemmeno per il concorso in associazione per delinquere, presenteremo le nostre prove». 

«Topi, piccioni, cimici, catene, maltrattamenti e botte, lì dentro abbiamo visto di tutto, è un posto fuori dal mondo pieno di cose storte. E lei ha paura di restarci per sempre». Lo spiega Carmen Giorgio, 43 anni, bresciana, che per tre mesi è stata la compagna di cella di Ilaria Salis, in un carcere di Bucarest, in un'intervista a Repubblica. Domani inizia il processo per Ilaria Salis, lei «è sempre più giù e sempre più magra. All'inizio pensava come me che fosse uno scherzo, che ci avrebbero fatte uscire. Poi ha capito che volevano fargliela pagare. Per sei mesi non le hanno concesso telefonate - racconta - . Studiava tutto il giorno, ma lì ti trattano da cani, le guardie sono quasi tutti uomini, ti urlano in faccia, ti portano in giro legata mani e piedi a un cinturone che l'agente tiene con una specie di guinzaglio. L'ultima volta che l'ho vista, una settimana fa, le si leggeva in faccia la paura di restare».

Il cibo non è meglio, «lo danno una sola volta al giorno, a pranzo, una specie di zuppa d'acqua sporca, immangiabile. A cena solo conserve e marmellate. Se provi a metterti qualcosa da parte, lo buttano via. Ilaria aveva chiesto altro per allergie alimentari, le davano riso bianco freddo - conclude -. I piatti li puliscono con uno straccetto. Ilaria aveva il terrore delle malattie. Lei ha avuto una reazione allergica per le cimici, io ho problemi con la tiroide, abbiamo chiesto pasticche o la visita di un medico: nulla».

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