Iran, così Pompeo ha convinto Trump a uccidere Soleimani

Iran, così Pompeo ha convinto Trump a uccidere Soleimani
di Luca Marfé
Venerdì 10 Gennaio 2020, 18:00 - Ultimo agg. 19:49
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Era l’ossessione di Mike Pompeo. Ora, non è più.

C’è l’ombra del segretario di Stato dietro alla decisione di Donald Trump di uccidere il generale Qasem Soleimani.

La mossa, che definire azzardata è un eufemismo, considerato che ha posto il mondo intero sul ciglio di un conflitto, era nella testa, nei sussurri e infine nella richiesta di via libera di Pompeo, da almeno dieci anni.

Laureato all’Accademia Militare di West Point, e circondato da una schiera di amici ancora oggi operativi in Medio Oriente, già da deputato del Kansas aveva provato a recarsi in Iran con indosso le mentite spoglie di osservatore elettorale, sotto le quali in realtà si celava il falco agguerrito e ardentemente ansioso di incontrare faccia a faccia colui che percepiva quasi come una sorta di rivale personale.

Di sicuro, un’enorme spina nel fianco degli Stati Uniti.

Il visto gli fu negato, ma le intenzioni non sono cambiate mai.
 


Questo fino a una manciata di giorni fa, fino alla “luce verde” del presidente, fino alla morte del genio del male, le cui oscure manovre sarebbero costate, secondo lo stesso Pompeo, «centinaia e centinaia di vite di soldati americani e delle coalizioni internazionali» nonché «il ferimento di altre svariate migliaia di persone».

Un potentissimo uomo ombra su cui erano puntati, però, i riflettori dell’ex direttore della CIA. Che addirittura avrebbe dichiarato a un confidente:
«Non mi ritirerò dai miei pubblici doveri di ufficiale fino a quando Soleimani sarà sul campo di battaglia».

Un’aggressività che sarebbe potuta costare carissima all’America e al mondo intero che tuttavia sembra premiare la scelta indotta dal numero uno della diplomazia (quasi ci vorrebbero le virgolette) Usa.

Usa che mettono a segno un colpo epocale, in buona sostanza senza subirne alcuno.

Missione compiuta, dunque.

Da parte dell’uomo, forse l’unico, di cui Trump attualmente si fidi per davvero.

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