LA GUERRA

Israele, Onu: raid a Jabalia può costituire crimine di guerra. Tajani: «Quattro italiani via da Gaza, stanno bene»

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Gaza, strage nei campi profughi: decine di morti. Israele rivendica l’azione: «C’erano terroristi»
Gaza, strage nei campi profughi: decine di morti. Israele rivendica l’azione: «C’erano terroristi»
Martedì 31 Ottobre 2023, 23:53 - Ultimo agg. 2 Novembre, 06:43

Onu, raid a Jabalia potrebbe costituire crimine di guerra

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha affermato che il bombardamento da parte di Israele del campo profughi palestinese a Jabalia, nella Striscia di Gaza, potrebbe costituire un crimine di guerra. «Dato l'elevato numero di vittime civili e l'entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia, temiamo seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra», ha scritto l'agenzia Onu su X

Tajani: ho parlato con i 4 italiani, stanno bene

«Ho appena parlato con i connazionali e con il funzionario dell'ambasciata al Cairo che li sta assistendo. Stanno tutti bene». Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Continuiamo a lavorare adesso per gli altri italiani e congiunti che sono ancora nella Striscia. Contiamo di farli uscire con le prossime aperture, programmate da domani e per i prossimi giorni».

Primi 4 italiani lasciano la Striscia di Gaza da Rafah

Quattro italiani, volontari di Ong internazionali, uno dei quali con moglie palestinese, che nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base Unrwa a Rafah, hanno attraversato il valico e sono ora in Egitto, assistiti da personale dell'Ambasciata d'Italia al Cairo. «Sono felice di confermare che un primo gruppo di italiani che avevano intenzione di lasciare Gaza è uscito dalla Striscia» ha dichiarato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Onu: a Jabalia un'altra atrocità

Il capo degli affari umanitari dell'Onu Martin Griffiths ha denunciato il bombardamento del campo profughi di Jabalia che ha provocato decine di morti, descrivendolo come «l'ultima atrocità che ha colpito gli abitanti di Gaza». Nella Striscia - ha aggiunto - «i combattimenti sono entrati in una fase ancora più terrificante, con conseguenze umanitarie sempre più spaventose». Griffiths ha deplorato il fatto che «il mondo sembra incapace, addirittura riluttante, ad agire per porre fine a questa guerra».

Capo Hamas: per rilascio ostaggi serve cessate il fuoco

Per il rilascio degli ostaggi è necessario «un cessate il fuoco» a Gaza. Lo ha detto - citato dai media - Ismail Haniyeh capo di Hamas aggiungendo di aver informato in questo senso i mediatori dei negoziati. Secondo Haniyeh, gli ostaggi israeliani nella Striscia sono sottoposti alla «stessa morte e trattamento» che i palestinesi fronteggiano. Il capo di Hamas ha poi detto ai mediatori che «il massacro» deve finire ed ha poi fatto appello alla gente di continuare a protestare.

Haaretz: di nuovo colpito campo profughi Jabalia

Il campo profughi di Jabalia a Gaza è stata di nuovo colpito da attacchi dell'aviazione israeliana. Lo riporta Haaretz secondo cui vengono segnalati numerosi morti.

Nuovo raid israeliano su campo profughi Jabalia

Nuovo raid aereo delle forze militari israeliane contro il campo profughi di Jabalia. Vi sono numerose vittime, rende noto al Jazeera, descrivendo il bombardamento come «intenso e indiscriminato». Sarebbero centinaia le persone intrappolate sotto le macerie degli edifici rasi al suolo. Prima del raid, erano stati lanciati volantini in cui si sollecitavano i civili a lasciare il sito.

Arrestati in Cisgiordania 46 ricercati, 30 di Hamas

L'esercito ha fatto sapere di aver arrestato in Cisgiordania 46 palestinesi ricercati, e che 30 di questi sono operativi di Hamas. Secondo il portavoce militare, 4 dei ricercati sono stati arrestati nel villaggio di Tubas e 11 in quello di Bidu. Dall'inizio del conflitto, sono stati arrestati circa 1.180 ricercati in Cisgiordania e di questi almeno 740 sono membri di Hamas.

Colpita base americana in Siria

Una base militare statunitense nella Siria meridionale al confine con Iraq e Giordania è stata presa di mira da almeno due droni armati. Lo riferisce la «Resistenza islamica in Iraq», una coalizione di gruppi armati iracheni filo-iraniane e vicini agli Hezbollah libanesi, secondo cui gli aerei senza pilota hanno colpito la base militare di Tanf, a sud-est di Damasco. 

Sud Libano, 15enne ucciso da fuoco israeliano

Un ragazzo di 15 anni nel sud del Libano è stato ucciso nelle ultime ore dal fuoco israeliano. Lo riferiscono fonti mediche libanesi secondo cui il ragazzo, Hussein Kurani, è stato colpito a morte durante un bombardamento israeliano nella zona di Bint Jbeil, a ridosso della Linea di demarcazione tra i due Paesi.

Media, esercito Israele preme su Gaza city da tre lati

L'esercito israeliano stringe Gaza City dai tre lati terrestri: nord, centro e sud. Lo ha riferito la radio pubblica Kan, aggiungendo che l'accerchiamento avviene nella politica di espansione dell'offensiva di terra. I militari, ha precisato, sono impegnati nella ricerca di postazioni di Hamas e nelle neutralizzazione dei suoi miliziani. Il portavoce militare Daniel Hagari ha riferito che l'esercito è attestato ai bordi della città.

Tajani, aperto Rafah, spero presto escano primi italiani

«In mezzo a tante sciagure stamani è stato aperto il corridoio di Rafah e sono iniziate ad uscire le prime persone, e mi auguro che oggi possano iniziare a uscire anche i primi italiani. La nostra ambasciata al Cairo è già pronta ad accogliere i nostri connazionali che usciranno». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo all'inaugurazione di Lucca Comics&games a Lucca. «Inizieranno a entrare i tir con gli aiuti umanitari - ha aggiunto -, e mi auguro anche quelli inviati dallo Stato italiano che sono stati consegnati alla Mezzaluna rossa».

BBC: lasceranno Gaza prima i feriti gravi poi gli stranieri

Lasceranno la Striscia di Gaza prima 88 feriti gravi e poi gli stranieri, 500 al giorno, scrive la Bbc, citando cinque funzionari palestinesi per il controllo dei passaporti, in anticipo sull'apertura del valico di Rafah annunciata per oggi. Sono 7mila i palestinesi con doppia cittadinanza a Gaza. L'Egitto deve approvare l'elenco di tutte le persone pronte a lasciare la Striscia in attesa dall'alto lato del confine prima che possano iniziare a muoversi.

Kim Jong-un ordina di assistere i palestinesi

Kim Jong-un ha ordinato ai suoi funzionari di elaborare misure per dare assistenza globale alla Palestina. «Sembra che Pyongyang stia cercando di trarre vantaggio dalla guerra tra Israele e Hamas in diversi modi», ha detto alla Yonhap il deputato Yoo Sang-bum del People Power Party, dopo l'audizione parlamentare dell'agenzia d'intelligence sudcoreana.

La scorsa settimana, l'ambasciatore di Israele a Seul Akiva Tor ha detto che gli israeliani sanno che Hamas usa armi di Pyongyang. «Voci infondate», ha replicato l'ambasciatore del Nord all'Onu Kim Song: Usa «vogliono scaricare la colpa della guerra su Paesi terzi».

Netanyahu: "È la guerra più giusta, avanti fino alla vittoria"

«I nostri soldati sono caduti in una guerra, nessuna delle quali è più giusta: la guerra per la nostra casa»: lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, commentando la morte di 12 militari nei combattimenti di ieri a Gaza.

«Sarà una guerra dura, e sarà lunga», ha osservato, nell'esprimere cordoglio alle famiglie dei caduti. «Io prometto ai cittadini di Israele: porteremo a compimento l'opera, continueremo fino alla vittorià», ha sottolineato. 

Gaza, uscite dal valico di Rafah 450 persone con doppia cittadinanza

Circa 450 persone stanno lasciando Gaza attraverso il valico di Rafah. Secondo quanto riferiscono i media panarabi, l'evacuazione è avvenuta a seguito di un accordo raggiunto dal Qatar.

 

Centinaia di persone sono stipate al terminal di Rafah, in attesa di passare nel territorio egiziano. Lo riferiscono fonti locali secondo cui si tratta di persone, palestinesi e non, che detengono una cittadinanza straniera.

In parallelo dall'Egitto si vedono camion in ingresso, con aiuti umanitari destinati alla striscia di Gaza. Sul versante egiziano ci sono ambulanze pronte ad accogliere feriti palestinesi in uscita da Gaza.

 

 

Commando Usa in Israele per aiutare liberazione ostaggi

Decine di commando statunitensi sono giunti in Israele negli ultimi giorni per aiutare nelle operazioni di liberazione dei 240 ostaggi catturati da Hamas e trattenuti a Gaza. Lo ha riferito la scorsa notte la televisione pubblica Kan citando fonti nel Pentagono. La emittente ha aggiunto che l'Fbi, il Dipartimento di Stato ed esperti Usa in trattative su ostaggi sono già in contatto con la controparte israeliana per offrire consigli.

Qatar trova accordo per liberare altri ostaggi

Il Qatar ha raggiunto un accordo con Egitto, Israele e Hamas - in coordinamento con gli Stati Uniti - per la liberazione dalla Striscia di Gaza, tramite il valico di Rafah con l'Egitto, di un numero imprecisato di ostaggi con doppia nazionalità e altri in gravi condizioni di salute. Lo riferiscono media panarabi citando fonti vicine ai negoziati in corso tra le parti.

Undici soldati israeliani uccisi nel nord della Striscia

Undici soldati israeliani sono morti nel nord della Striscia di Gaza in seguito all'esplosione di un missile anti carro. Le vittime hanno da 18 a 24 anni di età. Sempre ieri, altri due soldati israeliani sono rimasti uccisi in operazioni, di cui non sono stati forniti dettagli, nella Striscia.

Gaza di nuovo senza internet

La società di telecomunicazioni palestinese Paltel ha fatto sapere su X che c'è un'altra «completa interruzione di tutte le comunicazioni e dei servizi Internet con la Striscia di Gaza».

«Cari cittadini della nostra amata patria, - si legge nel post - siamo spiacenti di annunciare la completa interruzione di tutte le comunicazioni e dei servizi Internet con la Striscia di Gaza, a causa della nuova interruzione delle rotte internazionali precedentemente ricollegate. Gaza ha perso l'accesso a Internet venerdì scorso ma le linee erano state successivamente ripristinate.

"Truppe di Israele a sud di Gaza City"

A sud della città di Gaza le truppe israeliane stanno ancora cercando di tagliare l'autostrada principale di Gaza e la strada parallela lungo la costa mediterranea. Lo riferiscono alcuni testimoni, secondo quanto riporta il Guardian. Zaki Abdel-Hay, un abitante della zona, ha detto all'Associated Press che le persone hanno paura di avventurarvisi. «La gente è molto spaventata. I carri armati israeliani sono ancora vicini», ha detto al telefono, aggiungendo che vicino alla strada si sentiva «il fuoco costante dell'artiglieria». L'esercito israeliano ha poi pubblicato su Telegram delle foto relative all'operazione di terra in atto.

Nelle immagini i crateri sono evidenti. Il campo profughi di Jabalya, nel Nord della Striscia di Gaza, nel pomeriggio è stato bombardato da un attacco aereo. Un testimone alla Cnn: «Stavo aspettando in fila per comprare il pane quando all’improvviso sette-otto missili sono stati lanciati da un F-16 sul quartiere di al-Yafawiya nel campo profughi». Il Ministero della Sanità palestinese accusa l’esercito israeliano e parla di 50 vittime e 350 feriti. Nei video diffusi si vedono i soccorsi, la disperazione, i feriti portati nel vicino ospedale indonesiano.

SCENARI

Il pensiero va subito al precedente dell’ospedale al-Ahli: inizialmente Hamas aveva parlato di 500 morti, quando il giorno successivo sono state diffuse le foto è stato chiaro che l’esplosione aveva interessato il parcheggio (dove comunque c’erano molti rifugiati) e la cifra è stata ridimensionata; soprattutto, ha preso forza la tesi che a causare i morti sia stato un errore nel lancio di un razzo della Jihad islamica. Su quanto successo al campo profughi di Jabalya però lo scenario sembra differente. Premessa: Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen non certo amico di Hamas, annuncia una «giornata di rabbia» in Cisgiordania dopo il bombardamento. Nel tardo pomeriggio l’Idf (forza armate israeliane) non ha negato di avere agito nell’area, ma ha fornito un’altra versione: «Sotto il comando della Brigata Givati abbiamo preso il controllo di una roccaforte militare di Hamas nella parte occidentale di Jabalya, nel Nord della Striscia di Gaza. Nelle operazioni di terra sono stati eliminati circa 50 terroristi». Secondo gli israeliani le strutture erano utilizzata dal battaglione “Hamas Jabalya” per l’addestramento in preparazione alle operazioni terroristiche. «Sul posto sono presenti infrastrutture di tiro e tunnel del terrore che vengono utilizzati, tra le altre cose, per consentire ai terroristi di spostarsi verso la zona costiera. Contengono anche molte armi. Le forze sul campo hanno localizzato e distrutto pozzi di tunnel, armi ed equipaggiamento militare». Ibrahim Biari, comandante del battaglione Jabalya di Haamas, coinvolto nell’omicidio di 13 israeliani, è stato ucciso. Successivamente però è stato ammesso che tra le vittime ci sono anche molti civili. Un portavoce dell’Idf, Richard Hecht, alla Cnn: «Il comandante di Hamas che abbiamo eliminato si nascondeva, come fanno loro, tra i civili. Questa è la tragedia della guerra, per questo ripetiamo l’appello a spostarsi a Sud». Prima della guerra nel campo di Jabalya vivevano in 116mila, in un’area di 1,4 chilometri quadrati. Ieri è stata diffusa anche la notizia di un altro campo profughi bombardato, a Nuseirat: lo scrive l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che parla di 15 vittime. I civili palestinesi stanno vivendo in condizioni disperate, sotto assedio. Ogni giorno rischiano di essere vittime in una guerra che ormai si combatte strada per strada ma anche caratterizzata dai bombardamenti israeliani. Ecco, ieri è stata molto discussa una dichiarazione di un dirigente di Hamas. In Israele, quando da Gaza (come sempre succede ogni giorno dal 7 ottobre) lanciano razzi, i cittadini corrono nei rifugi e si mettono al sicuro. Sotto la Striscia c’è una rete di 500 chilometri di tunnel costruiti da Hamas: perché non vengono usati per proteggere i civili palestinesi quando ci sono i bombardamenti?
La risposta di Abu Marzook, alto funzionario di Hamas, a una tv non certo ostile (la russa Rt) è un manifesto del cinismo dell’organizzazione: «Abbiamo costruito questi tunnel per Hamas, per proteggerci da attacchi o uccisioni.

I civili? Ci deve pensare l’Onu». «Ci sono feroci combattimenti strada per strada. Combatteremo nei tunnel, nei vincoli, ovunque sia necessario» ripetono dall’Idf. L’avanzata delle forze armate israeliane via terra ormai sta puntando anche alla città di Gaza, dunque sta entrando nel cuore della parte settentrionale della Striscia. L’obiettivo è di fatto tagliare in due il territorio, dividendo il Nord dal Sud. Spiegano i funzionari della Difesa: nella Striscia sono entrati centinaia di carri armati e veicoli blindati, due divisioni corazzate e di fanteria, si avanza anche con i bulldozer per abbattere le postazioni di Hamas. Secondo il corrispondente di Al Jazeera (canale del Qatar) Aj Safwat Kahlout, «i tank israeliani sono dentro Gaza City, hanno attraversato il villaggio di Beit Lahiya. Ora si stanno posizionando su al-Nazr Street, una delle strade principali di Gaza City». Le vittime tra i palestinesi sono oltre 8mila, molti civili, molti minori. Ci sono perdite anche tra i soldati israeliani, ufficialmente 317: ieri è stata diffusa la foto di due militari ventenni caduti a Gaza, il sergente Lavi Lipshitz, e il sergente maggiore Roei Wolf. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant: «L’esercito sta ottenendo significativi risultati ma sta pagando un duro prezzo».

ALLARGAMENTO

A Sud, vicino al valico di Rafah, l’Egitto ha posizionato diversi tank. L’obiettivo è evitare un flusso di rifugiati palestinesi dalla Striscia di Gaza, anche se sarà consentito curare i feriti. Ma una nuova minaccia per Israele arriva dall’estremità meridionale della penisola araba: lo Yemen. I ribelli filo iraniani Houthi hanno rivendicato i lanci di razzi e droni contro Israele (uno è caduto in Giordania). Il portavoce militare Houthi Yahya Saree ha detto in tv «che ci saranno altri attacchi simili per aiutare i palestinesi a vincere». Di fatto i ribelli Houthi, che controllano la Capitale yemenita, hanno dichiarato guerra a Israele. Il portavoce del Consiglio di sicurezza americana, John Kirby: «Non vogliamo che il conflitto si allarghi».
 

Mauro Evangelisti
 

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