Libano, esplosione a Rmeish: feriti tre osservatori Onu e un interprete. Italiani trasportano in elicottero il più grave a Beirut

Ai militari italiani impegnati lì nella missione Unifil è stato chiesto anche di indagare sull'accaduto

Gli osservatori dell'Untso supportano l'Unifil nell'attuazione del suo mandato
Gli osservatori dell'Untso supportano l'Unifil nell'attuazione del suo mandato
Sabato 30 Marzo 2024, 14:39 - Ultimo agg. 16:45
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C'è stata un'esplosione stamattina nel sud del Libano nell'area Rmeish, lungo la Blue Line (il confine conteso tra Libano e Israele). Nell'esplosione, probabilmente provocata da un drone, sono stati feriti tre osservatori Onu e il loro interprete libanese. In quella zona, infatti, sono presenti i militari della missione Unifil che hanno il compito di mantenere la pace tra i due Stati. Ci sono anche 1.300 soldati italiani: gli stessi a cui ha fatto visita pochi giorni fa la premier Meloni.

Mentre gli osservatori pattugliavano l'area, si è verificata un'esplosione. Nessuno è ferito in modo grave. Si tratta di tre osservatori Onu della missione di supervisione della tregua (Untso) - un norvegese, un australiano e un cileno - e del loro interprete libanese. 

Uno dei feriti, quello più in difficoltà, è stato caricato su un elicottero italiano per essere trasportato all'ospedale di Beirut. È stato richiesto un supporto del Genio dell'esercito per indagare su quanto accaduto.

Lo riportano Tg1 e Huffpost. 

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Esplosione in Libano, feriti osservatori Onu: Israele smentisce coinvolgimento

Si sta indagando sulle cause e la dinamica dell'esplosione. La reazione dell'Unifil è stata di condanna: «Prendere di mira i peacekeeper è inaccettabile», scrivono in una nota sottolineando che «tutti gli attori hanno la responsabilità, sulla base del diritto umanitario internazionale, di evitare di prendere di mira non combattenti, tra cui peacekeeper, giornalisti, personale medico e civili».

Chi ha preso di mira gli osservatori? Il pensiero è andato alle Forze di difesa israeliane (Idf) che però hanno smentito che un loro drone avrebbe colpito il veicolo Onu. «Al contrario di quanto riportato, stamane le Idf non hanno attaccato un veicolo dell'Unifil nell'area di Rmeish», si legge in una nota in risposta alle notizie diffuse dai media libanesi.

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Il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, ha parlato con il comandante dell'Unifil Aroldo Lozaro, condannando il «bersaglio» e il ferimento del personale ONU. Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Joanna Wronecka, ha dichiarato di essere «rammaricata» nell'apprendere dei feriti e e che l'incidente è servito come «un altro promemoria dell'urgente necessità di tornare alla cessazione delle ostilità nella Linea Blu». Dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, in ottobre, Israele e gli Hezbollah, alleati di Hamas e con sede in Libano, si fronteggiano attraverso il confine e accendono di volta in volta i timori di una più ampia escalation regionale. Anche ieri (venerdì 29 marzo, ndr) Israele ha colpito obiettivi di Hezbollah in Siria e Libano.

Cos'è la missione Untso

Gli osservatori dell'Untso supportano l'Unifil nell'attuazione del suo mandato. L'Untso è la più vecchia missione di peacekeeping dell'Onu. Istituita con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del maggio 1948, effettua sia il controllo del rispetto del trattato di tregua, concluso separatamente tra Israele, Egitto, Giordania e Siria nel 1949, sia il controllo del cessate il fuoco nell'area del Canale di Suez e le alture del Golan conseguente la guerra arabo-israeliana del giugno 1967. Opera in quattro dei cinque Paesi storicamente interessati al conflitto mediorientale (Israele, Egitto, Siria e Libano) ma i suoi contatti coinvolgono anche la Giordania. Grazie agli accordi di pace tra Israele ed Egitto prima (1979) e la Giordania poi (1994), nonché all'attuale situazione «di stallo» militare in Libano e Siria, Untso - si legge sul sito della Difesa - è una missione numericamente contenuta: al momento è composta da circa 150 Ufficiali osservatori appartenenti a 23 Paesi. La missione è articolata su un comando situato a Gerusalemme (Israele) e quattro differenti Out Stations: Ogl (Gruppo Osservatori in Libano) a Naqoura in Libano; Ogg-t (Gruppo Osservatori Golan) a Tiberiade in Israele; Ogg-D (Gruppo Osservatori Golan) a Damasco in Siria e Oge (Gruppo Osservatori Egitto) a Ismalia in Egitto. Dal 26 marzo 2015 non ci sono più rappresentanti italiani all'interno della missione.

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