Maradona, prime accuse: «Grave incuria dei medici», Luque rischia più di tutti

Maradona, prime accuse: «Grave incuria dei medici», Luque rischia più di tutti
di Pino Taormina
Domenica 6 Dicembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 16:11
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Luque, il medico di Maradona, non finisce in carcere solo perché «non esiste pericolo di fuga». Ma le indagini sulla morte di Diego Armando Maradona hanno portato alle prime ipotesi da parte della Procura di San Isidro. E i risvolti sono inquietanti: «C’è stato un comportamento colpevole dei medici, un caso di grave incuria». Dunque, in Argentina i giudici che indagano sulla scomparsa del Pibe de oro iniziano a ipotizzare l’omicidio colposo. Nella relazione dei giudici si legge che Maradona «non era monitorato e sottoposto a continuo controllo medico come le sue condizioni dovevano richiedere». Chiaro a tutti che sul banco degli imputati c’è Leopoldo Luque, identificato come medico personale del Pibe: innanzitutto non era stato lui - sebbene lo avesse fatto intendere - ad operare al cervello l’ex calciatore lo scorso 3 novembre ma faceva solo parte dell’equipe medica di supporto. Inoltre sarebbe stato sempre Luque, col direttore sanitario della clinica Olivos, a firmare la lettera di dimissioni nonostante Swiss Medical suggerisse di andare avanti con un trattamento psichiatrico, clinico e riabilitativo in una struttura idonea a ospitare un paziente in queste condizioni anche di instabilità mentale.  

Maradona è invece tornato a casa appena sette giorni dopo l’intervento e la sua assistenza, scrivono ancora i giudici nella relazione «si svolgeva in totale disorganizzazione». Tanto che Luque si fece convincere a licenziare la prima infermiera Gisela Madrid, che non piaceva a Maradona: ma, secondo i giudici, un paziente deve «essere curato secondo prassi anche contro la sua volontà». L’inchiesta definisce Luque «innamorato del Pibe, stravedeva per lui e voleva passare alla storia come il medico che aveva salvato Maradona, che aveva fiducia cieca in lui».

Il giudice Diaz non ha richiesto l’arresto del medico perché «non si ravvisa un pericolo di fuga» ma è evidente che lo scenario descritto in questa prima parte dell’inchiesta lascia davvero a bocca aperta. 

 

La stampa argentina racconta ancora che la morte di Diego viene tenuta nascosta a Carlos Salvador Bilardo che ha sempre considerato Maradona come uno dei suoi figli adottivi, il capitano di Messico ‘86 e Italia ‘90. Da mercoledì 25 l’ex allenatore della Nazionale argentina guarda solo Netflix o ascolta alcuni temi musicali del suo ritmo preferito, la cumbia. Suo fratello Jorge ha assicurato che hanno spento la televisione e gli ha detto che «il cavo è stato tagliato». Bilardo ha 82 anni e ha la sindrome di Adam-Hadkim, una malattia neurodegenerativa. 

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A “Domenica in” condotto da Mara Venier è stato dedicato ampio spazio alla morte di Diego, con gli interventi di suo fratello Hugo da Napoli, di Ciro Ferrara da Torino e di Giampiero Galeazzi da Roma. Hugo Maradona, tra le lacrime, ha ricordato la telefonata che gli fece Diego domenica 22 novembre, tre giorni prima di morire: «Mi chiamò alle tre di notte e mi disse: “Turco, stai dormendo?”. Diego è stato per me più di un fratello: un padre. Ha aiutato tutti noi perché era un uomo buono e, se ha fatto del male, lo ha fatto soltanto a se stesso». Ha difeso le nipoti Dalma, Gianinna e Jana: «Sono state accanto a Diego, andavano a trovarlo una volta al giorno. Non è vero che era stato abbandonato, c’erano persone al suo fianco. Su quanto è accaduto avremo un’idea chiara con i risultati degli accertamenti disposti dalle autorità sanitarie di Buenos Aires. Chi ha sbagliato, è giusto che paghi. Inutile parlare adesso. A mio avviso, dopo l’operazione, Diego doveva restare in clinica ma presto capiremo cosa è accaduto. Ciò che adesso chiedo è che vi sia rispetto nei confronti di mio fratello». 

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