Meloni in Usa: «Legame stretto», incontro con Biden nello Studio Ovale: «Insieme
oltre i colori dei governi»

Il premier alla Casa Bianca: «In tempi difficili sappiamo chi sono i nostri amici». Il presidente Usa elogia l’Italia su Kiev: E Giorgia: «Non mi sento cenerentola»

Meloni a Washington: «Tra Italia e Usa relazione essenziale. Occidente mai unito come adesso»
Meloni a Washington: «Tra Italia e Usa relazione essenziale. Occidente mai unito come adesso»
Giovedì 27 Luglio 2023, 20:40 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:22
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dal nostro inviato
WASHINGTON Da una parte la resolute desk di tutti i presidenti americani, dall’altra il camino più iconico della storia.

Quando Giorgia Meloni in giacca bianca varca la soglia dello Studio Ovale in Italia sono da poco passate le 21. Joe Biden la attende. L’incertezza nei movimenti dei suoi 80 anni è tenuta d’occhio da decine di assistenti. Stavolta però, al di là della photo opportunity davanti ai giornalisti presenti, Joe non cerca la mano di «G-i-o-r-g-i-a» come fece al G7 in Giappone. Quantomeno non come sostegno fisico. La complicità dei due è evidente. Tanto quando, seduti sotto allo sguardo di Franklin Delano Roosevelt, si avvicinano quanto nelle dichiarazioni. «Siamo diventati amici» è l’esordio di Biden. «In tempi difficili sappiamo chi sono i nostri amici» chiosa lei.


I MESSAGGI
Sorridono entrambi, e si alternano nel rimarcare la reciproca importanza non solo all’interno del «legame transatlantico», quanto nell’interscambio economico e nei sistemi industriali o, soprattutto, nelle relazioni strategiche con Cina e Africa.

Fattori che Meloni stessa condensa parlando di un «comune interesse» a potenziare un «commercio globale che non sia solo libero ma corretto». «La concorrenza di paesi che non rispettano standard di garanzie del lavoro, rispetto dell’ambiente, sicurezza mina le nostre imprese e i nostri lavoratori» spiega. «Un commercio libero senza regole ha mostrato i suoi limiti e dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra apertura e protezione delle nostre economie e dei nostri interessi strategici».

Biden è a suo agio, concorda solennamente, salvo poi scherzare con la premier sul fatto che la sua città natale, Scranton in Pennsylvania, ha una forte comunità di italo-americani. «Nel mio quartiere ero l’unico con questo cognome, ne ero consapevole», dice. 


L’intero impianto della visita però, si regge sull’Ucraina e il contrasto «alle atrocità russe», la comune condanna al ritiro della Russia dagli accordi sul grano»: l'aiuto a Kiev unica via per la pace». Una convergenza per cui il presidente americano, dopo aver fatto le sue condoglianze per le vittime del maltempo, ringrazia anche il popolo italiano: «Il vostro sostegno fa una grande differenza». Il posizionamento su Kiev è il grimaldello attraverso cui Meloni è riuscita ad aprirsi le porte dello Studio Ovale («Putin pensava di dividerci e non è stato così»), vincendo tutti quei dubbi sulla destra italiana che Biden aveva espresso appena 10 mesi fa. Un’apertura di credito e un riconoscimento solidissimi. E non solo perché, a dichiarazioni concluse, i due si intrattengono senza curarsi dei giornalisti. 


Quanto perché le relazioni tra Stati Uniti e Italia, spiega la premier, devono rimanere forti «indipendentemente dai colori politici» di chi è al potere nei due Paesi. Avvisati sia Donald Trump che Matteo Salvini e Giuseppe Conte. E aggiunge: «Al livello internazionale conta l’interessa nazionale. La mia vicinanza ai Repubblicani non mi impedisce di avere buoni rapporti con Biden». Cosa le ha detto alla fine? «Che sentiva di conoscermi da sempre. E abbiamo scherzato sulla sua italianità: è pieno di Italia qui». Di temi più divisivi non si è parlato: «Né di Lgb nè di maternità surrogata». Molti di più i punti di contatto: «Dagli Usa c’è grande aspettativa e sostegno per la nostra presidenza del G7». Altro impegno comune sull’Africa («Partenariato alla pari» anche con un ruolo maggiore della Nato) e sulla Tunisa («Biden è molto aperto»).


Meloni, a Capitol Hill aveva detto: «Alcuni non si aspettavano un Occidente unito e vuole difendere il mondo basato sulle regole». Uscendo, alla fine, si lascia andare ad una battuta: «Non mi sono sentita una Cenerentola alla Casa Bianca». 

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