Navalny, la prigione in Siberia e l'ictus improvviso. Tutti i misteri e cosa non torna della «passeggiata» (anche a -40 gradi)

La versione della tv di Stato racconta di una morte avvenuta durante una passeggiata nel corso dell'ora d'aria nel carcere di Kharp, dove era stato trasferito nel periodo di Natale per isolarlo ancora di più dal mondo

Navalny, la prigione in Siberia e l'ictus improvviso Cosa non torna della «passeggiata» (a -40 gradi)
Navalny, la prigione in Siberia e l'ictus improvviso Cosa non torna della «passeggiata» (a -40 gradi)
Sabato 17 Febbraio 2024, 07:34 - Ultimo agg. 12:10
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Le notizie ufficiali raccontano di un'embolia arteriosa, che avrebbe provocato un ictus. Di certo non sarà facile stabilire la verità sulla morte di Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin morto ieri a 47 anni nella colonia penale IK-3, in Siberia. La versione della tv di Stato racconta di una morte avvenuta durante una passeggiata nel corso dell'ora d'aria nel carcere di Kharp, dove era stato trasferito nel periodo di Natale per isolarlo ancora di più dal mondo. 

Come viveva in carcere

Le reazioni dell'Occidente e dei collaboratori e familiari non si sono fatte attendere. Per tutti il responsabile è Vladimir Putin: non è infatti la prima volta che un nemico dello zar muore in circostanze sospette. Secondo le informazioni, a Kharp Navalny poteva passeggiare in quella che lui aveva definito «un'altra cella».

L'ora d'aria cominciava alle 6.30 del mattino, quando le temperature scendono anche a -40 gradi sotto zero. 

Il trasferimento nell'ospedale di Labytnangi

Navalny stava passeggiando quando si è sentito male. In un orario insolito (e anche questo sarà tema di discussione per risalire alle responsabilità). In Siberia erano infatti le 13 locali. «Una novità assoluta per le abitudini del carcere», ha spiegato il canale telegram Baza. Dopo il tentativo di rianimazione, il trasferimento all'ospedale di Labytnangi, lontano ben 34 chilometri, dove - secondo fonti locali - «altri medici sono arrivati in sette minuti e hanno proseguito il massaggio cardiaco per mezz'ora».

 

La vita in prigione

Navalny in passato era stato già avvelenato con il novichok, una sostanza nervina. Condannato a 19 anni, era in carcere dal gennaio 2021. In condizione che i suoi collaboratori avevano sempre denunciato come disumane. «Veniva posto in isolamento con scuse spesso ridicole come la pulizia del cortile o i bottoni non allacciati della giubba», ha raccontato per mesi la portavoce Kira Yarmysh. Non poteva incontrare la moglie o parlare con i figli. Dei suoi tre avvocati, due sono finiti in galera per estremismo e uno è scappato all'estero. 

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