Dietrofront. La Francia si tira indietro sul meccanismo di ricollocamento dei migranti tra i Paesi dell’Unione europea. E invita gli altri partner dell’Ue, «soprattutto la Germania», a fare altrettanto. Non accenna a placarsi la tensione che da 48 ore corre tra le diplomazie di Roma e Parigi. Con la capitale francese che alza il livello dello scontro rimettendo in discussione i patti stretti a Bruxelles. E il governo italiano che, per bocca dei ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e degli Esteri Antonio Tajani, giudica la reazione d’Oltralpe «incomprensibile» e «sproporzionata». A innescare il nuovo botta e risposta è ancora una volta il caso Ocean Viking: la nave della Ong Sos Mediterranée con a bordo 234 profughi il cui sbarco è atteso per questa mattina al porto di Tolone, in Provenza. Perché se Parigi ha concesso accoglienza «a titolo eccezionale» all’imbarcazione, annunciando però che solo «un terzo» dei passeggeri troverà effettivamente ospitalità in Francia, a presentare il conto ci pensa il ministro dell’Interno Gerald Darmanin. Che senza mezzi termini annuncia: «Se noi accogliamo questi 234 migranti, nelle prossime settimane non ricollocheremo nessuna delle persone che ci eravamo impegnati ad accogliere». Tradotto: la Francia non si farà carico di altri migranti. Anche a costo di stracciare gli accordi già presi con Roma.
«La Francia sospende le redistribuzioni dei 3.500 rifugiati che ci eravamo impegnati a ricollocare entro l’estate del 2023 a beneficio dell’Italia», afferma Darmanin. «E chiama tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, soprattutto la Germania, a fare altrettanto».
Anche per il titolare della Farnesina Antonio Tajani, la porta sbattuta in faccia da Parigi rappresenta una «reazione sproporzionata rispetto alla vicenda» Ocean Viking. Per il ministro degli Esteri la quadra va cercata «a livello europeo». E per riuscirci bisogna agire sulle partenze: «La soluzione va trovata in Africa». Quel che è certo, rimarca Tajani, è che il governo «deve difendere gli interessi dell’Italia».
E se anche la Commissione europea lancia un richiamo alla «cooperazione tra Stati» sul nodo migranti, critico con la linea transalpina si mostra pure l’altro vicepremier, Matteo Salvini. «Inspiegabile il nervosismo di alcuni politici francesi. A protestare – osserva il numero uno della Lega – dovrebbe essere l’Italia». Insorge invece l’opposizione, che parla di «figuraccia» (copyright di Giuseppe Conte) e di «rischio isolamento dell’Italia» (dal Pd). Mentre proprio nelle stesse ore tornano di nuovo a salire i numeri dell’hotspot di Lampedusa: nove gli sbarchi che si sono susseguiti ieri, l’ultimo di 137 persone, tra cui 5 minori (arrivati su un barchino di fortuna). Gli ospiti nel centro di prima accoglienza sull’isola sono ora 1.351, nonostante i posti disponibili nella struttura ammontino soltanto a 400.