Pasta, vino e mozzarella: entra in vigore il patto di libero scambio tra Giappone e Ue

Pasta, vino e mozzarella: entra in vigore il patto di libero scambio tra Giappone e Ue
di Erminia Voccia
Sabato 2 Febbraio 2019, 16:07
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«Formaggio in cambio di automobili», così era stato battezzato il grande accordo commerciale siglato a luglio tra Unione Europea e Giappone ed entrato in vigore venerdì 1 febbraio. Il patto di libero scambio prevede il taglio del 94% dei dazi nipponici sui prodotti agricoli e industriali europei e l'annullamento del 99% dei dazi europei sulle merci giapponesi. Riduzioni, dunque, molto sensibili che verranno però attuate in maniera progressiva.

A beneficiare del patto saranno in particolare i produttori europei di vini e di formaggi, mentre i marchi nipponici di automobili godranno di un accesso agevolato al mercato europeo. L’Accordo di partnership economica, (EPA), questo il nome formale, arriverà a rappresentare un terzo del prodotto interno lordo mondiale e la sua entrata in vigore va in controtendenza rispetto alle tensioni commerciali che caratterizzano i rapporti tra le due maggiori economie del globo: Stati Uniti e Cina. I negoziati sull'EPA erano stati aperti già nell'aprile del 2013, ma il clima protezionistico innescato dalle politiche commerciali della Casa Bianca ne ha accelerato la firma, arrivata grazie alle spinte del premier giapponese Shinzo Abe. L'EPA coinvolgerà 600 milioni di persone e dovrebbe consentire a Bruxelles un risparmio annuale di 1 miliardo di euro. Per Tokyo, invece l'accordo si unisce a Trans-Pacific Partnership, TPP, entrato in vigore lo scorso dicembre tra 11 Paesi nonostante la discussa uscita di scena di Washington.



Secondo l'agenzia di stampa Kyodo, i primi vantaggi riguarderanno gli esportatori europei di vino, prodotto per il quale è previsto un taglio immediato del 15% dei dazi imposti da Tokyo. I vini provenienti dall'Italia, dalla Francia e dalla Spagna potranno in questo modo tornare a competere con quelli prodotti in Cile. I vini cileni infatti godevano già di un trattamento tariffario agevolato grazie a un accordo di libero commercio siglato tra il Giappone e il Paese sudamericano. L'accesso facilitato al mercato nipponico è quindi una buona notizia per i produttori italiani e all'accordo guarda con favore anche Federvini, che ha sottolineato l'importanza degli obblighi, previsti dal patto, di prendere a riferimento le norme internazionali e di applicare procedure di autorizzazioni trasparenti e prive di ritardi in materia di additivi alimentari. Il mercato del vino in Giappone potrebbe ottenere grandi vantaggi grazie all'EPA, anche perché fino a questo momento il costo dei prodotti a marchio europeo aveva scoraggiato i consumatori nipponici. La partita dunque è aperta. In Cina, ad esempio - fa sapere Federvini - le vendite di vini australiani potrebbero sorpassare quelle delle bottiglie francesi grazie all'annullamento dei dazi entrato in vigore a partire dal primo gennaio 2019 per effetto di un accordo di libero scambio ratificato tra i due Paesi nel 2015. Ancora secondo Federvini, nel primo trimestre del 2018 le esportazioni italiane in Cina sono cresciute del 41,4%, anche se la quota di penetrazione italiana del mercato cinese resta bassa.

Prima dell'entrata in vigore dell'accordo Tokyo imponeva dazi per il 29.8% sui formaggi a pasta dura, per i quali l'EPA prevede la cancellazione delle tariffe da attuare nei prossimi 16 anni. Lo stesso vale per i formaggi a pasta molle come la mozzarella, anche su quella Tokyo prevede di rimuovere del tutto le tariffe entro lo stesso periodo di tempo. I dazi europei del 10% sulle autovetture giapponesi, invece, saranno ridotti a zero nei prossimi 8 anni. Un punto forte dell'accordo è la protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti agroalimentari, motivo di interesse tanto italiano che giapponese.

L’EPA infatti assicura una protezione dell’indicazione geografica per i prodotti europei come lo speck tirolese, ma anche per il pregiato manzo di Kobe e per il sake. Secondo le stime giapponesi, l'accordo con l'Unione Europea avrà un impatto sul commercio pari a 45,7 miliardi di dollari in più e dovrebbe stimolare il PIL giapponese tanto da raggiungere il tasso del'1%.Tuttavia, tanti i giapponesi temono che l'arrivo improvviso di merci a buon mercato dall'Europa abbia effetti negativi sui prodotti nipponici del settore agroalimentare.

Kogi è un esempio pratico degli effetti che l'EPA portrà avere sulle relazioni coommerciali tra Tokyo e Bruxelles. Dopo un anno a Verona, Kogi ha aperto il suo ristorante nella capitale nipponica:  
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