Patto suicida, due sorelle si uccidono a 23 e 24 anni: «Una era atea e l'altra lesbica, la famiglia le ha ripudiate»

La polizia conferma la causa del decesso: si tratta di suicidio. Le cause sarebbero legate a fattori religiosi per via dei loro orientamenti sessuali

Patto suicida, due sorelle si uccidono a 23 e 24 anni: «La famiglia le aveva ripudiate per il loro stile di vita»
Patto suicida, due sorelle si uccidono a 23 e 24 anni: «La famiglia le aveva ripudiate per il loro stile di vita»
Sabato 24 Giugno 2023, 16:27 - Ultimo agg. 25 Giugno, 11:34
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La causa del decesso è il suicidio. Lo confermano le autorità che chiudono così il caso di Amaal Abdullah Alsehli e Asra Abdullah Alsehli, due sorelle saudite, giunte in Australia nel 2017 e rinvenute morte lo scorso anno nel loro appartamento condiviso. Rispettivamente 23 e 24 anni, un anno fa i loro corpi sono stati trovati privi di vita nell'appartamento in cui vivevano in affitto a Canterbury, nella periferia occidentale di Sydney. La polizia del New South Wales ha indagato per oltre un anno, confermando le che circostanze della morte sono legate ad un patto suicida che le due avrebbero portato a termine perché ripudiate dalla famiglia.  

Le due sorelle sono state trovate morte in un appartamento in Australia lo scorso 7 giugno 2022. Cinque anni prima, erano fuggite dall'Arabia Saudita con meno di 5mila euro di risparmi. Dal 2020 si erano stabilizzate a Canterbury (Sydney) dove avevano deciso di condurre liberamente la propria vita. «C'è stato un flusso di denaro proveniente dalla loro famiglia che si è interrotto a febbraio. Pensiamo che il problema fosse che i genitori avevano scoperto il loro stile di vita occidentale», ha detto una fonte vicina alle ragazze, al Daily Telegraph australiano.

Proprio lo stile occidentale di Arsa e Amaal, le avrebbe portate ad allontanarsi dalla propria famiglia.

La prima atea, la seconda omossessuale, le due, per le proprie origini, non avrebbero potuto vivere serenamente le proprie personalità in Arabia Saudita, perciò si sono allontanate dalla propria famiglia. 

Prima l'affitto non pagato, poi i controlli da parte dell'amministratore del palazzo in cui le due vivevano e poi, nell'aprile 2022, la richiesta di sfratto da parte del proprietario dell'immobile. Ulteriori controlli furono effettuati nei mesi successivi mentre la posta si accumulava davanti alla porta di casa.

Quando i funzionari dell'ufficio dello sceriffo si sono presentati per eseguire lo sgombero, i loro corpi sono stati trovati in camere da letto separate, ormai privi di vita e già in decomposizione. «Sembra che sia stato un patto suicida. Hanno preso una sostanza che le ha condotte alla morte. Non c'erano tracce di colluttazioni e nessun'altro risulta essere entrato nell'appartamento», chiarisce la polizia che, così, chiude il caso. 

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