Titan, l'esperto (e amico) del ceo di OceanGate: «Rush sapeva che sarebbe imploso, a bordo scricchiolava tutto»

Karl Stanley era stato a bordo del batiscafo non molto tempo prima del disastro

Titan, l'esperto (e amico) del ceo di OceanGate: «Rush sapeva che sarebbe imploso, a bordo scricchiolava tutto»
Titan, l'esperto (e amico) del ceo di OceanGate: «Rush sapeva che sarebbe imploso, a bordo scricchiolava tutto»
di Cristiana Mangani
Mercoledì 19 Luglio 2023, 11:37 - Ultimo agg. 17:52
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Era stato a bordo del Titan non molto tempo prima del disastro: Karl Stanley, è stato un passeggero del sottomarino imploso a poca distanza dal relitto del Titanic, e ora racconta particolari inediti sulla storia della OceanGate e del suo amministratore delegato. Dice Stanley che Stockton Rush, ceo della società proprietaria del sommergibile, era consapevole che il Titan sarebbe finito in un disastro, e che conosceva perfettamente i rischi, ma che ha continuato a creare la sua «trappola per topi per miliardari».

Titan, l'amico del ceo di Oceangate

Stanley era amico di Rush e ha fatto un'immersione alle Bahamas con lui nel 2019.

Ma dopo la morte dei cinque passeggeri, ha iniziato a raccontare le dinamiche interne a OceanGate. A cominciare dalla “follia” del suo amico Stockton che - ammette - era pericoloso. «Sapeva sicuramente che sarebbe finita così - ha detto a 60 Minutes Australia l'esperto di sommergibili -. Ha fatto il peggior “botto” della storia. Ha ucciso due miliardari contemporaneamente facendoli pure pagare per morire».

 

 

La fibra di carbonio

Stanley ha anche spiegato che «non c'erano dubbi nella sua mente sul fatto che il tubo in fibra di carbonio che componeva la parte meccanica, fosse difettoso» durante l'ultimo viaggio del Titan. Buona parte degli esperti hanno sostenuto, sin dal primo momento dopo la tragedia, che prove supportano la teoria secondo la quale lo scafo in fibra di carbonio, un materiale non utilizzato nei sottomarini subacquei, era all'origine del disastro.

Gli eventi che hanno portato all'implosione sono ancora oggetto di indagine da parte della Guardia costiera degli Stati Uniti, insieme ad agenzie internazionali come il Transportation safety board of Canada e il Marine accident investigation branch del Regno Unito. «Penso che Stockton stesse progettando una trappola per topi per miliardari», ha ribadito Stanley. L'esperto aveva anche avvertito l'amico che, dopo la sua avventura nel sottomarino quando aveva sentito ruori preoccupanti, era preoccupato per quanto poteva accadere.

 

Le email

Le email ottenute dal giornalista Lloyd Lee di Insider hanno rivelato che Stanley desiderava disperatamente comunicare a Rush che credeva ci fosse un difetto nello scafo e temeva che il sottomarino avrebbe avuto «un danno catastrofico». Rush ha respinto Stanley più volte, inveendo contro le «accuse disinformate degli esperti del settore». E le critiche - secondo Stanley - avevano addirittura incitato il ceo di OceanGate ad andare avanti con il suo sottomarino, proprio perché era esaltato e la sua mente non ragionava più bene.

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