Trump, Natale a Mar-a-Lago e sogni di rivoluzione

Trump, Natale a Mar-a-Lago e sogni di rivoluzione
di Luca Marfé
Martedì 22 Dicembre 2020, 18:00
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Mentre il presidente eletto Joe Biden si vaccina contro il Covid a favor di telecamere, il presidente tuttora in carica Donald Trump cova sogni di rivoluzione.

Il primo già Istituzione, prudente e responsabile, testimonial di un messaggio che può salvare una nazione. Il secondo ancora furibondo, scatenato e irascibile, campione di una rabbia che può sfasciare la democrazia.

Nell’incredibile show mediatico a stelle e strisce, proprio come in una sorta di Grande Fratello, il tycoon deve lasciare la Casa (Bianca) tra meno di un mese. Di certo però, almeno in questo momento, c’è soltanto che non ci trascorrerà il Natale. Lui e Melania, infatti, sono pronti a volare in Florida presso l’amata residenza di Mar-a-Lago, come in qualche modo testimoniato dalla chiusura dello spazio aereo dei cieli che la circondano.

Se ne va, eppure non vuole mollare: nella sua testa, l’ossessione è sempre Washington. Perché è lì che, circondato da Rudy Giuliani e dalla sua ristretta cerchia di fedelissimi, si agita nel tentativo di agitarsi ancora. Non accetta la sconfitta, continua a ripetere e a ripetersi «Ho vinto le elezioni!», accarezza persino l’idea della proclamazione della legge marziale. Qualsiasi cosa, insomma, pur di restare.

E non si capisce bene se per interessi futuri (Trump 2024?) o se viceversa perché, talmente convinto di frodi presenti, pensi davvero di poter rimanere.

Fatto sta che tra le mura del civico 1600 di Pennsylvania Avenue c’è agitazione per ciò che The Donald potrebbe inventarsi. Livelli di incertezza nuovi, mai sperimentati prima d’ora, con un funzionario della Casa Bianca che preferisce celarsi nell’anonimato nel dichiarare ai microfoni di Cnn che «Nessuno ha nessuna idea di dove tutto questo possa portare».

Si spera non fuori strada, per un’America già andata a sbattere contro il virus e di rimbalzo contro l’economia. Mentre la normale amministrazione è di fatto abolita da un’amministrazione che, di fatto, di normale non ha mai avuto nulla.

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