Ucraina, Ue pronta ad accogliere milioni di profughi saltando le procedure di asilo grazie a una legge del secolo scorso

Ucraina, Eu pronta ad accogliere milioni di profughi saltando le procedure di asilo grazie a una legge del secolo scorso
Ucraina, Eu pronta ad accogliere milioni di profughi saltando le procedure di asilo grazie a una legge del secolo scorso
di Paolo Ricci Bitti
Lunedì 28 Febbraio 2022, 11:26 - Ultimo agg. 16:27
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Ucraina, profughi in fuga in Europa: con una scelta senza precedenti, basandosi anche su normative ideate per le crisi nell'ex Jugoslavia e mai applicate, la Ue ha deciso di accoglierli senza che sia necessario sottoporsi alle procedure delle richieste di asilo. Una corsia accelerata scenario che potrebbe riguardare da uno a cinque milioni di rifugiati, una notevole fetta dei quali è attesa in Italia dove abitano già almeno 230mila ucraini, donne per l'80%. 

Il coordinamento di questa iniziativa che segna una svolta nella politica di accoglienza europa è della commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, che ha parlato al termine del Consiglio straordinario Affari interni sull'Ucraina. La decisione definitiva, che non dovrebbe incontrare ostacoli è attesa per il 3 marzo, come si legge su Politico. Si tratta di garantire protezione a accoglienza nei 27 Stati dell'Unione europa agli ucraini senza che debbano affrontare le procedure, in molti casi assai lente, legate alla concessione dell'asilo. Si intende, in altre parole, un permesso di ingresso e residenza, inizialmente di un anno, per tutti i cittadini ucraini che lo desiderano.  

Ad oggi sono già 368mila gli ucraini (donne, bambini e anziani perché gli uomini dai 18 ai 60 anni sono richiamati sotto le armi) entrati nei pasi Ue, in particolare Polomia, Romania e Moldavia. 

 

Ieri, domenica, si è tenuto un vertice del ministri degli Interni per valutare l'applicazione di una legge inedita. 

Gli specialisti dell'Unione europea hanno tirato fuori dai cassetti una norma sulla protezione temporanea che risale ai primi anni Novanta, quando la penisola balcanica fu devastata da guerre terribili i cui effetti sono ancora evidenti nell'instabilità dell'area.

Una norma di cui era parlato di recente in seguito al caos in Afghanistan dopo il rientro degli eserciti occidentali.  

A Bruxelles è stato anche ricordato che il governo ucraino ha chiesto ufficialmente aiuti urgenti alla Ue (tende, medicinali, coperte) aiuti finora allestiti da 17 dai 27 Stati che aderiscono all'Unione. L'Italia è fra i 17. 

Il ruolo dell'Italia

La corsia accelerata per i profughi ucraini si affianca alle richieste di ricongiungimento familiare da sempre rappresentano una quota importante nello scenario italiano. Già prima della guerra quasi la metà (il 46%) dei 230mila ucraini con permesso di soggiorno "lungo" hanno presentato domanda per accogliere in Italia i loro familiari. Ora è presumibile che questa quota lieviterà sensibilmente, come fa supporre anche il viavai di auto e minibus che dall'Italia raggiungono i confini in particolare della Polonia e della Romania per raccogliere i profughi appena usciti dall'Ucraina.  

Con bus, pullmini e auto private, pochi quelli in aereo dai paesi confinanti, stanno insomma arrivando in Italia i primi profughi in fuga dall'Ucraina. Nelle Regioni è già scattata la macchina dell'accoglienza, in attesa delle linee guida nazionali e delle decisioni di Bruxelles. Sono già varie decine se non centinaia, soprattutto donne, anziani, bambini, coloro che sono già arrivati in Italia e che provano a ricongiungersi con familiari. È difficile avere numeri certi delle persone che sono riuscite a salire in macchine o pullman e passare le frontiere. Qualcuno sta cercando di prendere un aereo dai Paesi vicini, come la Slovacchia, mentre altri connazionali hanno allacciato contatti con i parenti per raggiungere la penisola, ma sono ancora bloccati. In ogni caso, già per oggi numerose prefetture, Bologna e Firenze, ad esempio, hanno convocato riunioni per organizzare la gestione. 

E l' Italia, ha assicurato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, è pronta a fare la sua parte. E i ministri per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e delgli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio hanno intanto annunciato di essere impegnati per «attivare corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese». Non ci sono ancora flussi organizzati, ma la catena dell'accoglienza è in moto, attraverso canali informali, spontanei.

In Trentino già sabato sono arrivate sei persone, due famiglie, e in giornata ne sono arrivate altre. Di centinaia di rifugiati già arrivati o in arrivo in Veneto ha parlato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto. «C'è chi si è fatto raggiungere al confine - ha riferito - da amici e parenti partiti dal Veneto per poi essere portati in regione. Altri hanno organizzato piccole comitive con destinazioni ben precise, ovvero da chi sapevano potesse dargli ospitalità, altri ancora hanno usato la propria auto per mettersi in salvo con la famiglia».

Domenica mattina invece a Trieste è transitato un autobus con targa ucraina, con una cinquantina di persone a bordo, donne e bambini e due uomini, di cui uno è l'autista. Ad attendere il bus, le forze dell'ordine, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, che hanno effettuato controlli. Sono diretti tutti a casa di amici o di conoscenti, prevalentemente al Nord tra Brescia, Vicenza e Milano.

Sul parabrezza, la scritta 'Cherkasy -Genova, attraverso Kyiv, Zhytomyr, Rivne, Ternopil, Lviv'. Qualcuno è diretto anche a Roma. Nella serata di ieri un altro bus ha raggiunto Piacenza e ha lasciato scendere vicino all'autostrada una quarantina di donne, con bambini tra cui uno di nove mesi. Anche in questo caso diversi avevano persone ad attenderli. Una badante residente a Bobbio ha potuto riabbracciare la figlia e la nipotina e persone si sono attivate per reperire carrozzina e lettino.

Questo pullman avrebbe superato il confine tra Ucraina e Polonia, impiegando 10 ore e chi ha viaggiato ha pagato 250 euro a testa. Spesso in questa prima fase ci sono persone ucraine che risiedono da anni in Italia e che stanno facendo da collettore tra i profughi, le famiglie e le istituzioni. Come a Modena, dove la dottoressa Elena Bachman, che ha partecipato al tavolo con prefetto. «Mi stanno contattando in tanti - dice all'Ansa - ci sono almeno una cinquantina di persone che dovrebbero arrivare, ma ci sono problemi alla frontiera con la Slovacchia».

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