Il neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha istituito una nuova carica all’interno del Consiglio di sicurezza nazionale: il “coordinatore per l’Indo-Pacifico". Una mossa che non necessita dell'approvazione del Senato. Il coordinatore per l’Indo-Pacifico è figura chiamata a gestire i rapporti con l'Asia e in particolare con la Cina, a dimostrazione di quanto contino per la Casa Bianca le relazioni con Pechino. Il ruolo è stato affidato a un veterano dell'Amministrazione Obama, Kurt Campbell, 63 anni, volto noto nelle capitali asiatiche. Il coordinatore della regione dovrà riferire al consigliere per la Sicurezza nazionale, ruolo affidato da Biden a Jake Sullivan. Campbell ha ricoperto infatti la carica di Assistente del segretario di Stato per gli Affari dell’Asia orientale e del Pacifico dal 2009 al 2013. È considerato l'architetto del "pivot to Asia", ossia la strategia che prevede lo spostamento degli interessi economici e strategici di Washington dai teatri euro-atlantico e mediorientale a quelli dell'Oceano Pacifico e dell'Estremo Oriente.
La sua nomina lascia presupporre che la nuova Amministrazione Biden voglia puntare a rinnovare l'impegno statunitense nella regione, nell'ottica di contenere l'espansione cinese, un impegno che non può non prescindere dal rafforzamento delle alleanze con il partner storici, come Giappone e Corea del Sud.
La scelta di Kurt Campbell mostra anche quanto l'esigenza di un approccio deciso nei confronti di Pechino sia ormai una questione bipartisan nella politica a stelle e strisce. Da Joe Biden è lecito aspettarsi un atteggiamento sì più distensivo nella gestione dei rapporti con il rivale cinese, ma non meno fermo e risoluto. La partita più aspra tra Usa e Cina nei prossimi anni si giocherà però in ambito tecnologico.