Vacanze in Grecia, cosa succede se ti ammali? Turista italiano: «A Milos niente Rx, mi ero rotto le costole». Mancano medici e ambulanze

Da giugno sono stati rivelati almeno nove casi di persone decedute in tutto il paese a causa della mancanza di mezzi di trasporto medico

Vacanze in Grecia, cosa succede se ti ammali nelle isole?
Vacanze in Grecia, cosa succede se ti ammali nelle isole?
Simone Pierinidi Simone Pierini
Martedì 15 Agosto 2023, 18:37 - Ultimo agg. 16 Agosto, 11:03
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Le isole della Grecia sono tra le location più richieste per le vacanze estive. Tra giugno e settembre sono invase da turisti provenienti da diversi Paesi europei e non solo. Ma quali sono le controindicazioni per chi viaggia? Secondo un'inchiesta di Politico, tra la criticità maggiore c'è il sistema sanitario. Cosa succede se ti ammali in Grecia? È la domanda che spaventa i vacanzieri.

Grecia, mancano medici e ambulanze

La risposta è preoccupante.

Secondo quanto ricostruito sarebbero almeno nove le morti considerate "prevenibili" registrate questa estate a causa della carenza cronica di ambulanze e personale sanitario, anche prima che il paese fosse assediato da violenti incendi. Una su tutti, che ha fatto scalpore, il decesso una ragazza incinta. Secondo quanto riporta Politico alcuni ospedali delle isole non hanno medici di base a tempo indeterminato e si affidano interamente a un ciclo di copertura a breve termine riempito da personale della terraferma, allettato da incentivi in ​​denaro. I servizi di ambulanza stanno vivendo una situazione ancora peggiore. In molte isole delle Cicladi e del Dodecaneso è disponibile appena un'ambulanza 24 ore al giorno. Questo problema esiste anche ad Atene dove in funzione ci sono circa 50 ambulanze invece delle 85-90 necessarie.

Il racconto di un turista italiano

Un turista italiano, che ha contattato il Messaggero, ha raccontato quella che per lui è stata una «pessima esperienza» vissuta a luglio. «Io e un amcio siamo andati al pronto soccorso di Milos per una brutta caduta scivolando sulle rocce - ha detto - Nonostante i dolori di cui soffriva il mio amico il medico, che parlava italiano, non ha prescritto una RX al torace ma solo una visita sommaria e successivi antidolorifici. Siamo ritornati l'indomani in ospedale a causa di forti dolori al costato e il suggerimento è stato di proseguire la vacanza, visto che erano escluse fratture. In Italia, dove siamo tornati in anticipo interrompendo il viaggio sono state subito accertate le fratture di quattro costole, con rischio pneumotorace, che non erano state neanche ipotizzate. Grazie all'ospedale dell'isola di Milos abbiamo corso un bel rischio». 

I servizi

«Dobbiamo riprogettare il servizio di ambulanza da zero poiché ci sono enormi lacune in tutto il paese», ha detto a Politico Giorgos Mathiopoulos, presidente del servizio di ambulanza di emergenza greco (EKAV). La stragrande maggioranza dei centri sanitari nelle piccole isole dell'Egeo sta lottando per far fronte al problema. Ma anche dove lo Stato decide di assumere di più, i tentativi falliscono con il personale che si rifiuta di trasferirsi nelle isole, dove il costo della vita è diventato insopportabile a causa dell'aumento del turismo. Ciò mette a dura prova EKAV. «Abbiamo inviato nelle isole diversi sanitari dal resto del Paese per coprire le necessità della stagione», ha detto Mathiopoulos

Le morti per ritardi 

A giugno una donna di 63 anni sull'isola di Kos è morta nel retro di un camioncino mentre veniva trasferita all'ospedale locale perché l'unica ambulanza dell'isola era occupata a rispondere a un'altra emergenza. Undici persone sono tenute a gestire un'ambulanza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Kos, un'isola di 40.000 residenti permanenti, che ospita più di 1 milione di turisti durante l'estate, ha tre nuove ambulanze ma può gestirne solo una poiché ha solo 10 paramedici, due dei quali andranno in pensione il prossimo anno. Alcuni giorni dopo questo incidente una donna di 19 anni, incinta di otto mesi, è morta in un sobborgo ateniese mentre aspettava un'ambulanza da più di cinque ore e aveva fatto circa 20 chiamate ai soccorritori. Anche il bimbo che portava in grembo non ce l'ha fatta. Da allora, sono stati rivelati almeno altri sei casi di persone decedute in tutto il paese a causa della mancanza di mezzi di trasporto medico. Sull'isola di Lesbo, una donna di 78 anni ha perso conoscenza mentre nuotava. I paramedici sono arrivati ​​sulla scena due ore dopo, solo per scoprire che il suo cuore si era fermato.

La risposta del governo

In risposta alle crescenti criticità il governo ha dispiegato vigili del fuoco, personale militare e autisti delle autorità locali per sopperire alla carenza di personale nelle zone turistiche. EKAV e medici protestano contro la decisione definendola una «ricerca non scientifica di soluzioni rapide». Sostengono che il dispiegamento di personale non addestrato in situazioni di emergenza potrebbe rivelarsi pericoloso per i pazienti che necessitano di cure sul luogo dell'incidente. 

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